Sostenibilità ambientale, i nuovi requisiti per le aziende

In questo momento storico per le Aziende è strategico essere in grado di dimostrare la propria capacità di gestire le proprie attività con una logica di medio –...

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In questo momento storico per le Aziende è strategico essere in grado di dimostrare la propria capacità di gestire le proprie attività con una logica di medio – lungo periodo e di assicurare la cosiddetta “Business Continuity”.

Le recenti disposizioni di legge sulla crisi d’Impresa (ultimo aggiornamento con Legge 147 del 21.10.2021) e la necessità di assegnare i fondi del PNRR con la certezza che gli interventi saranno realizzati e posti in grado di produrre risultati nel tempo, impongono alle Aziende ed alle Pubbliche Amministrazioni di focalizzarsi su un approccio del tipo “ESG” (Environmental – Social – Governance) richiesto anche dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Soltanto in questo modo infatti, le Organizzazioni potranno essere certe che il loro operato non venga interrotto da disavventure legate a reati di tipo ambientale, da azioni legali in tema di gestione del personale e/o di sicurezza sui luoghi di lavoro o da scivoloni riconducibili ad un sistema di governance poco attento.

Allo stesso modo le Stazioni Appaltanti avranno la certezza che i fondi pubblici assegnati riescano a produrre effetti duraturi nel tempo.

Una corretta gestione degli impatti ambientali delle attività assicura la consapevolezza di essere all’interno dello specifico dettato normativo e le conseguenti azioni virtuose e di miglioramento potranno aumentare la visibilità dell’Impresa nei confronti di quegli Stakeholders più attenti ai temi legati alla tutela dell’ambiente e della biodiversità.

Allo stesso tempo una gestione del proprio approccio al personale in termini di pari opportunità, welfare aziendale, assenza di discriminazioni e di sicurezza e salute dei lavoratori garantisce la continuità del business perché non esiste nessun tipo di Azienda che possa prescindere dall’apporto che le persone hanno nella crescita e nel mantenimento della propria reputazione.

Partecipare alla vita ed alle iniziative della propria Comunità Territoriale rafforza inoltre i legami dell’Impresa con il territorio e facilita i rapporti con le Pubbliche Amministrazioni di riferimento in caso di futuri progetti da gestire in ottica win-win.

Infine, una governance aziendale non focalizzata sul “qui ed ora” ma in grado di adottare efficaci piani di sviluppo a medio-lungo termine e di monitorarli con strumenti predittivi che rivelino in anticipo se si sta andando nella direzione voluta oramai rappresenta un asset strategico imprescindibile per ogni tipo di attività.

Tutto questo pone il tema degli strumenti da adottare per dimostrare oggettivamente il proprio approccio ESG alla gestione del business.

Per quanto riguarda i temi ambientali è possibile riferirsi alle certificazioni ISO 14001, ISO 14064, ISO 14067, ISO 5001 FSC, PEFC o alla registrazione EMAS.

Per l’ambito sociale ci si può dotare della certificazione SA8000 oppure della ISO 45001 o della ISO 37001 fino alle certificazioni sulla sicurezza alimentare ISO 22000 o della biocontaminazione ISO 14065 ed anche alle certificazioni dei servizi per anziani, minori, persone con disabilità psichiatrica ed affetti da dipendenze descritti in specifiche norme UNI.

La Governance aziendale è poi dimostrabile mediante le certificazioni ISO 37301, ISO 22301, ISO 56002, ISO 27001, la “sempreverde” ISO 9001 nonché i modelli organizzativi previsti dal D. Lgs. 231/01.

Come si può vedere, lo sforzo di mettersi in grado di dimostrare agli Stakeholders il proprio approccio ESG può risultare assai complicato e costoso, sia in termini di risorse economiche da destinarvi che in termini di dispersione del tempo per gestire schemi di certificazione così numerosi ed a volte poco compatibili gli uni con gli altri.

In questa direzione va invece la proposta della Scuola Etica di Alta Formazione e Perfezionamento Leonardo e dell’Associazione Italia ESG che hanno rispettivamente la prima definito e messo a disposizione del mercato lo Standard SRG 88088:20 per la certificazione dei Sistemi di Gestione per la Sostenibilità e l’algoritmo per definire il Rating di Sostenibilità ESG mentre la seconda ha sviluppato una metodologia di audit specifica per la verifica della conformità allo Standard SRG 88008 e per la categorizzazione delle informazioni necessarie al calcolo del Rating di Sostenibilità.

A conferma del rigore con cui questo nuovo schema di certificazione, che assomma al proprio interno tutte le caratteristiche ed i requisiti degli schemi che ho citato nei paragrafi precedenti, l’Ente Unico di Accreditamento ACCREDIA sta per riconoscerne formalmente l’idoneità all’accreditamento ed anche alcuni Istituti di Credito hanno iniziato a valutare con favore il Rating di Sostenibilità rilasciato da Italia ESG riconoscendo alle Aziende che lo presentano condizioni favorevoli per quanto riguarda il costo del denaro.

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