Province? La Lombardia reclama quel che Renzi disfece

di Silvano Guidi – La Regione Lombardia non ci sta e sollecita con vigore una retromarcia “senza se e senza ma” sugli enti territoriali intermedi, sui quali il governo...

800 0
800 0

di Silvano Guidi – La Regione Lombardia non ci sta e sollecita con vigore una retromarcia “senza se e senza ma” sugli enti territoriali intermedi, sui quali il governo di sei anni fa «sbagliò tutto e per i quali oggi è arrivato il momento di rimediare». Questo almeno il succo di un intervento molto pacato ma netto di Mauro Piazza, presidente della commissione per il riordino delle autonomie locali che ha esposto le sue tesi in Consiglio regionale.

Delle province si giudicavano (negativamente) costi e funzioni, ignorandone la preziosità degli interventi in fatto di manutenzione delle strade, degli edifici scolastici superiori, di tutela e valorizzazione dell’ambiente e dei trasporti.

Fu così che nel 2014 il duo Renzi-Del Rio attuò una riforma delle province che, senza abolirle, ne depotenziò ruolo, organizzazione e risorse finanziarie. Oggi, a distanza di sei anni, tutti, chi più chi meno, hanno compreso la necessità di interventi riparatori.

«È un momento importante per la la storia recente di quest’Aula» ha esordito Piazza. «Abbiamo fatto un lungo e meticoloso lavoro parlando e interpellando numerosi soggetti, dall’Anci all’Unione delle province lombarde, per arrivare a definire un percorso che rivaluti la funzione operativa e fattuale degli enti intermedi. Oggi chiediamo che la giunta acquisisca i dati del nostro lavoro e si faccia interprete della richiesta di autonomia finanziaria delle province e della loro legittimazione elettorale».

La Risoluzione sul riordino delle Autonomie locali è stata approvata a maggioranza con 43 voti a favore, 12 contrari e 11 astenuti, dopo il primo via libera ottenuto lo scorso dicembre dalla Commissione Autonomia presieduta da Mauro Piazza (Forza Italia): in Aula hanno votato a favore i gruppi consiliari di maggioranza, astenuto il PD, contrari il M5S, i Lombardi Civici Europeisti, Michele Usuelli (+Europa) e Patrizia Baffi (Italia Viva).

Il documento, messo a punto dallo stesso Presidente Mauro Piazza e dal Vice Presidente della Commissione Alessandro Corbetta (Lega), sottolinea l’importanza e la necessità di creare “un corretto e più efficiente impianto di governance del sistema che interessa e coinvolge le Regioni e le autonomie locali, con una adeguata distribuzione di competenze e funzioni e garantendo al tempo stesso le relative e necessarie risorse”.

Il testo evidenzia l’urgenza del rilancio delle Province e delle Città Metropolitane, che secondo la Risoluzione approvata deve essere articolato e si deve basare su 4 punti fondamentali: gli organismi politici devono avere nuovamente la legittimazione popolare attraverso il voto, le funzioni di area vasta devono essere ben definite, deve essere garantita l’autonomia finanziaria per assicurare le risorse necessarie utili a coprire e svolgere efficacemente le funzioni attribuite, vanno assicurati in misura adeguata gli standard di organizzazione e personale al fine di garantire la piena funzionalità degli apparati amministrativi. Infine il documento chiede che venga prevista anche “un’equa e giusta indennità ai Consiglieri delegati che svolgono nei fatti le funzioni di Giunta”.

Il documento sollecita infine la piena attuazione della Costituzione ed evidenzia la richiesta di maggiore autonomia, ai sensi dell’articolo 116 terzo comma della Costituzione.

Nell’annunciare il voto di astensione, il Consigliere del Partito Democratico Pietro Luigi Ponti, pur apprezzando il lavoro svolto e i contenuti del documento, ha però rilevato come fosse altresì auspicabile una maggiore valorizzazione del ruolo dell’Assemblea dei Sindaci.

Condividi

Join the Conversation