Coronavirus, associazioni animaliste in ginocchio

Se c’è una cosa di cui non si può accusare il coronavirus è di non essere democratico. Non guarda in faccia nessuno, che si sia famosi o sconosciuti,...

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Se c’è una cosa di cui non si può accusare il coronavirus è di non essere democratico. Non guarda in faccia nessuno, che si sia famosi o sconosciuti, poveri o ricchi, giovani o vecchi, sani o malati.

E le conseguenze del forzato isolamento e della chiusura di gran parte delle attività cominciano a farsi sentire anche sul piano economico, interessando lavoratori, famiglie, piccole imprese. La crisi non poteva non investire anche le associazioni no-profit, tra cui le associazioni animaliste, la cui sussistenza è in gran parte dovuta alla generosità degli zoofili.

In questo periodo infatti sono venute a mancare le visite al rifugio Enpa di Monza, che spesso si concludevano con offerte in denaro o in alimenti per cani e gatti; sono calate drasticamente le adozioni a distanza, sono stati annullati seminari e conferenze, è stato annullato anche il banco pasquale.

Nonostante il periodo difficile, i volontari ENPA Monza e Brianza, seppur ridotti drasticamente come numero per rispettare le disposizioni vigenti dal 23 febbraio, stanno dando la massima disponibilità per coprire i turni e non far mancare le cure quotidiane a tutti gli animali. Anche se a ranghi ridotti, dunque, gli #AltriEroiENPA, sono presenti, con intatto amore e passione.

Persino nella struttura di via San Damiano, gestito da ENPA Monza, in cui il gran numero di adozioni ha sempre consentito un continuo turnover degli animali, la crisi si fa sentire. E se è vero che non sono per fortuna aumentati gli abbandoni, è purtroppo vero che le adozioni si sono praticamente azzerate per i grossi limiti imposti agli affidi. Proviamo solo a pensare a cani problematici che per una loro adozione richiederebbero un percorso di affiancamento degli adottanti prima in canile e poi ad adozione avvenuta: come potrebbe una famiglia interessata riuscire a seguire questo percorso?

La situazione è critica anche per quanto riguarda le sterilizzazioni dei gatti liberi: in base alle disposizioni vigenti, infatti, chi accudisce una colonia felina ha la facoltà di provvedere al sostentamento dei gatti in quanto considerata attività necessaria. Esiste però una vacatio legis per quanto riguarda la possibilità di cattura a fini della sterilizzazione, da sempre considerata un indispensabile strumento per contrastare il randagismo felino. Mancando la limitazione delle nascite, non osiamo pensare a quanti micini potrebbero arrivare nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Quando la burocrazia mette i bastoni tra le ruote…

Se l’accudimento degli animali, che siano ospitati in una struttura o facciano parte di una colonia felina, viene considerata un’attività che eroga servizi di pubblica utilità e può quindi essere fatto dai volontari con tanto di autocertificazione, a volte ci pensano membri di forze dell’ordine fin troppo zelanti a rendere ulteriormente difficile la vita.

È quanto accaduto il 28 marzo a tre volontari dell’associazione Mondo Gatto di San Donato Milanese (MI), che si sono visti appioppare da alcuni agenti della Polizia Locale una sanzione di ben 400 euro cadauno perché, a loro dire, “erano troppi nel rifugio (N.d.R, i mici ospitati sono oltre un centinaio) e violavano le disposizioni anti-Covid-19”. Alla loro richiesta di annullare le sanzioni, si sono sentiti rispondere di fare ricorso al Prefetto. Ogni commento è superfluo!
L’ufficio legale ENPA nazionale a disposizione dei volontari multati
Chi si prende cura degli animali, comunque, non è solo: a sostegno di tutti i volontari multati o denunciati, l’ENPA ha, infatti, messo a disposizione il proprio Ufficio Legale nazionale, che raccoglie le segnalazioni all’indirizzo mail ufficiolegale@enpa.org e li supporta legalmente. Tra i primi casi affrontati, proprio quello di Mondo gatto di San Donato.

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