Monza e Brianza, la situazione del mercato del lavoro

Il mercato del lavoro in provincia di Monza e Brianza lascia intravvedere un aumento delle esportazioni, anche se al tempo stesso cresce anche la cassa integrazione. Sul territorio,...

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Il mercato del lavoro in provincia di Monza e Brianza lascia intravvedere un aumento delle esportazioni, anche se al tempo stesso cresce anche la cassa integrazione. Sul territorio, dunque, si assiste a una ripresa sia dal punto di vista della produzione che a livello occupazionale; tuttavia, mentre l’export fa segnare numeri importanti, permangono criticità di non poco conto, una delle quali è rappresentata dalla riduzione della durata dei contratti basati sul tempo determinato.

Un percorso di ripresa

I numeri rivelano che è in atto un percorso di ripresa e che il percorso in questione si sta consolidando: ciò vuol dire che il Sistema Brianza ha dimostrato di saper reagire alle difficoltà. L’aumento dell’export è positivo anche perché i dati superano quelli del 2019, cioè dell’era precedente alla pandemia. Al tempo stesso, si assiste al recupero di quella perdita occupazionale che aveva caratterizzato il secondo semestre del 2020. Ciò non toglie, comunque, che permangano degli elementi di fragilità a cui si deve prestare una certa attenzione. Uno dei più significativi ha a che fare con l’evoluzione dei rapporti di lavoro basati sul tempo determinato: come si è detto, la durata prevista sta via via erodendosi.

Che cosa dicono i numeri

Ma entriamo più nel dettaglio dei numeri per avere un quadro chiaro e completo della situazione, e a tal proposito facciamo riferimento alla prima metà dello scorso anno. Il numero di imprese attive a livello provinciale è cresciuto di circa 1 punto percentuale e mezzo, mentre per quanto riguarda il numero di imprese manifatturiere è stata registrata una contrazione di poco superiore allo 0.6%. Inoltre, è aumentato dello 0.29% il numero totale degli addetti provinciali, per una crescita pari a 800 unità, e questo vuol dire che la contrazione del secondo semestre del 2020 è stata compensata in maniera abbondante. Sempre prendendo come riferimento lo stesso periodo di tempo, c’è stato un saldo negativo per l’occupazione manifatturiera dello 0.15%, per un totale di circa 130 unità.

I dati relativi alle esportazioni

Per quel che riguarda il secondo trimestre del 2021, sono aumentate del 49% le esportazioni della provincia in confronto allo stesso periodo del 2020, che era stato contrassegnato da un lockdown quasi totale. Se si paragonano le esportazioni di Monza e Brianza del secondo trimestre del 2019 e quelle del secondo trimestre del 2021, si può notare che rispetto ai valori pre Covid c’è stata una crescita di oltre l’11%. Ma quali sono i settori che vanno meglio a livello numerico? Crescono di quasi l’11%, tra il secondo trimestre del 2019 e il secondo trimestre del 2021, le esportazioni di dispositivi ottici, apparecchi elettrici e computer. In aumento di oltre il 12% l’export di prodotti in metallo, mentre superano la soglia del 15% sia i prodotti in legno che le sostanze chimiche. Non male le esportazioni di macchinari, che sfiorano il 5%.

Come trovare lavoro a Monza e Brianza con AppLavoro

Anche in provincia di Monza e Brianza si può fare affidamento su AppLavoro per trovare offerte di lavoro interessanti. Questo portale, la cui fruizione è del tutto gratuita, propone una classifica nazionale dei lavoratori più bravi d’Italia, puntando in maniera evidente sul concetto di meritocrazia. Ma, al tempo stesso, qui è possibile trovare anche annunci lavoro a Monza, con una vasta gamma di inserzioni capaci di soddisfare ogni tipo di ricerca.

I contratti in Brianza

Fra il 2020 e il 2021 sono cresciute del 3% le cessazioni, anche se d’altra parte c’è stato un aumento di quasi il 35% degli avviamenti. Se ci si basa su un’analisi per fasce di età, si possono notare saldi negativi per chi ha più di 50 anni, con una resilienza del -10.3%, mentre nel range tra i 30 e i 49 anni il dato negativo sfiora i 3 punti percentuali. Di tutt’altro tenore i numeri per gli under 29, con una resilienza di quasi l’8%. Da notare, infine, le 8.730 proroghe del primo semestre del 2021, cioè oltre il 3% in più delle proroghe dello stesso periodo del 2020. I dati sembrano far capire che le imprese hanno ridotto la durata dei contratti in risposta a un futuro immediato molto incerto.

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