Imbrattata la statua di Indro Montanelli a Milano

Un atto di vandalismo è stato compiuto ieri sera nei giardini di via Palestro a Milano, dove la statua di Indro Montanelli è stata imbrattata con vernice rossa....

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Un atto di vandalismo è stato compiuto ieri sera nei giardini di via Palestro a Milano, dove la statua di Indro Montanelli è stata imbrattata con vernice rossa. Il gesto è stato rivendicato da due collettivi studenteschi milanesi.

Qualche giorno fa l’associazione I Sentinelli aveva proposto la rimozione della statua di Indro Montanelli, una delle figure più alte nella storia del giornalismo italiano, in nome di un presunto antirazzismo.

Molte le voci di condanna che si sono levate contro l’esecrabile gesto, a partire dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana che ha dichiarato: “Proprio non ci siamo. L’odio, la cattiveria e l’astio sono sempre più dominanti sul confronto civile e democratico. C’è da preoccuparsi seriamente”.

Alle parole di Fontana hanno fatto eco quelle di molti esponenti politici. Secondo Silvia Scurati, consigliere regionale, “l’episodio avvenuto è figlio di un clima di caccia alle streghe e dei brutali eccessi di un finto antirazzismo capace solo di inneggiare all’odio”.

Stasera alle 19.30 i giovani della Lega, guidati dal loro coordinatore Alessandro Verri, depositeranno ai piedi della statua di Indro Montanelli, una corona di fiori, un libro e una copia de “Il Giornale”, per rendere omaggio al grande giornalista e prendere le distanze dalle polemiche dei giorni scorsi e dai vandali che ieri hanno imbrattato il monumento.

“Di certo i mandati morali di questi vandali sono chiari – afferma Verri – Si tratta di coloro che hanno proposto la rimozione del monumento per ragioni assurde e ideologiche. E non meno responsabilità sono in capo a chi, dentro l’amministrazione, ha pure preso in considerazione quest’idea demenziale. Un plauso a questa gente, che ha ispirato gli imbecilli imbrattatori: sono riusciti a gambizzare Montanelli una seconda volta, proprio come fecero le Brigate Rosse nel ’77. Solo che in questo caso è anche peggio, perché se la sono presa con qualcuno che non può più reagire, né denunciare”.

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