Monza il San Gerardo scende in strada contro l’AIDS

Il personale medico e infermieristico dell’Unità di Malattie infettive della ASST di Monza ha avviato una collaborazione con l’associazione ALA Milano Onlus e ha deciso di “uscire” dal...

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Il personale medico e infermieristico dell’Unità di Malattie infettive della ASST di Monza ha avviato una collaborazione con l’associazione ALA Milano Onlus e ha deciso di “uscire” dal perimetro dell’ospedale San Gerardo, per intervenire attivamente nel campo della prevenzione e diagnosi precoce dell’infezione da HIV.

L’attività rappresenta quasi un unicum nel contesto nazionale, sia perché scaturisce da una collaborazione tra pubblico e privato sociale, sia perché offre una molteplicità di interventi sul territorio, specificatamente dedicati alle persone transgender che si prostituiscono, una categoria colpita in maniera particolare dall’epidemia. 

Il progetto è iniziato nell’estate di due anni fa come un survey conoscitivo su comportamenti e conoscenze delle donne TG che si prostituiscono nell’area di Milano e Monza, parallelamente all’offerta di test rapidi salivari per la diagnosi di HIV e HCV, direttamente nei luoghi di prostituzione notturna e si è, nel corso del tempo, arricchito di nuove offerte. Ad oggi, l’attività include l’offerta di test salivari rapidi per l’HIV, una volta a settimana, nei luoghi di prostituzione di Milano e Monza, per una notte a settimana, attraverso una unità mobile; in analogia ai servizi offerti in ospedale, un ambulatorio settimanale extra-ospedaliero, tenuto in orario serale nella sede dell’associazione ALA, dedicato alle prostitute transgender.

Lo staff è composto da una operatrice pari transgender, una psicologa, una counselor, una mediatrice culturale e 7 membri dello staff delle Malattie Infettive della ASST di Monza, tra cui 5 medici (Giuseppe Lapadula, Paola Columpsi, Nicola Squillace, Francesca Sabbatini, Alessandro Soria) e 2 infermiere (Ilaria Beretta, che è anche la caposala del reparto e Martina Comolatti). Nel corso delle diverse uscite, sono state contattate quasi 200 prostitute in 5 luoghi di prostituzione, di cui oltre la metà ha accettato di partecipare al progetto.

Escludendo le prostitute che riferivano di essere già HIV-positive, circa il 12% di coloro che si sono sottoposte al test sono risultate positive. Complessivamente, 1 su 5 prostitute sieropositive non era a conoscenza della propria positività e l’ha scoperta solo grazie all’intervento. La maggior parte di coloro che hanno ricevuto una diagnosi su strada è stata agganciate al centro e hanno iniziato rapidamente (entro 7 giorni dalla diagnosi) la terapia antiretrovirale, bloccando la replicazione virale, prevenendo l’evoluzione in AIDS e azzerando il rischio di trasmissione.

L’importanza del progetto è stato tale che i risultati preliminari sono stati presentati, in plenaria, come relazione conclusiva dell’ultimo congresso europeo sull’AIDS e i risultati aggiornati verranno presentati a Basilea il prossimo novembre.

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