Maltempo: il bilancio dei danni nelle campagne

Campi di mais distrutti, stalle scoperchiate, case danneggiate da trombe d’aria e grandine. E’ quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti Lombardia sull’ultima ondata di maltempo che ha colpito...

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Campi di mais distrutti, stalle scoperchiate, case danneggiate da trombe d’aria e grandine. E’ quanto emerge dal monitoraggio di Coldiretti Lombardia sull’ultima ondata di maltempo che ha colpito l’area a est di Milano, a poche ore di distanza dalla precedente tempesta.

Questa volta  sono stati colpiti i comuni di Pozzo d’Adda, Vaprio d’Adda e Inzago, dove un tornado ha scoperchiato il tetto di una stalla adibita a magazzino di paglia e fieno, mentre il vento unito ad acqua e grandine ha spianato i campi di mais e abbattuto alberi.

Solo in Lombardia nell’ultimo mese si è verificata almeno una tempesta di ghiaccio a settimana che ha provocato danni nelle campagne o nei centri abitati.

Riso, soia, frumento, mais rasi al suolo, ma anche vigne e frutteti distrutti, danni alle serre e alle aziende, animali morti, esondazioni, frane e smottamenti sono le conseguenze nelle campagne rilevate dalla Coldiretti dovute a nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua e grandinate che hanno investito il Nord Italia a macchia di leopardo.

Eventi che  fanno salire ad oltre mezzo miliardo il conto dei danni provocati dagli eventi atmosferici all’agricoltura italiana dall’inizio dell’anno.

Sono gli effetti  dei cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. In questa fase stagionale è la grandine  l’evento più grave per gli agricoltori perché causa danni irreversibili e provoca la perdita dell’intero raccolto dopo un anno di lavoro.

Le precipitazioni intense si sono abbattute su un territorio già fragile con la presenza in Italia di 7145 comuni complessivamente a rischio frane e alluvioni, l’88,3% del totale, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Ispra. Un risultato provocato da un modello di sviluppo sbagliato che negli ultimi 25 anni ha ridotto a meno di 13 milioni di ettari le aree agricole presenti in Italia, a vantaggio dell’abbandono e della cementificazione.

In Lombardia  i Comuni a rischio idrogeologico sono il 76% mentre oltre 325mila persone si trovano in zone soggette a un potenziale pericolo di frane e alluvioni.

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