Monza, concerto in Duomo per il centenario di Mons. Giussani

MONZA – Nella serata di venerdì 21 ottobre  un concerto in Duomo per celebrare il centenario della nascita di Monsignor Luigi Giussani. In programma l’esecuzione del Requiem in re...

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MONZA – Nella serata di venerdì 21 ottobre  un concerto in Duomo per celebrare il centenario della nascita di Monsignor Luigi Giussani. In programma l’esecuzione del Requiem in re minore composto da Wolfgang Amadeus Mozart.

Giussani

Il rapporto con la musica è stato decisivo per l’educazione e la formazione di don Giussani. Come ebbe a ricordare al funerale del Servo di Dio l’allora cardinale Ratzinger, fin da bambino “Don Giussani era cresciuto in una casa – come disse lui stesso – povera di pane, ma ricca di musica; e così, sin dall’inizio era toccato, anzi ferito, dal desiderio della bellezza; non si accontentava di una bellezza qualunque, di una bellezza banale: cercava la Bellezza stessa, la Bellezza infinita; così ha trovato Cristo, in Cristo la vera bellezza, la strada della vita, la vera gioia.”

Ebbe così il dono di imparare a riconoscere nella musica una via privilegiata di percezione della bellezza, capace di suscitare e tenere vivo in lui il desiderio della “Bellezza infinita”.

Ascoltando in prima liceo classico un’aria del quarto atto de La Favorita di Donizetti “…Spirto Gentil, ne’ sogni miei…” in lui sorse questo moto di coscienza: “In quel preciso istante della mia vita, per la prima volta io capii che Dio c’era, e quindi che non poteva esservi niente, se non c’era il significato; che non poteva esserci il cuore, se non c’era il traguardo del cuore, la felicità […] Il successivo sviluppo della mia coscienza religiosa è stato tutto influenzato da quell’esperienza”.

Uno dei brani musicali attraverso i quali accompagnare i giovani a cogliere la presenza di Dio e la bellezza che questa presenza genera è sicuramente il Requiem di Mozart, con il quale individuava una “sorgente di pietà per ricostruire l’uomo”. “In questo mondo incristiano, scristianizzato, l’uomo è senza possibilità di perdono, non sa cosa vuol dire perdono, non sa cosa vuol dire essere perdonato e perciò non può ricostituire se stesso […] la miseria cristiana è quella che si sente invasa, accerchiata e stretta dal perdono, come un bambino nelle braccia della madre, Rex tremendae majestatis, qui salvandos salvas gratis, salva me fons pietatis”.

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