Identificare in Lombardia il bisogno di salute, mitigando il peso crescente dei disturbi psicologici e del disagio psichico degli studenti; intercettare, prevenire e contrastare traumi e disturbi psicologici e del comportamento.
Individuare con tempestività possibili situazioni psicopatologiche, con l’obiettivo di favorire un’appropriata presa in carico anche dei Servizi socio-sanitari territoriali; promuovere abilità e competenze per il successo formativo degli alunni, potenziando i processi di inclusione ed integrazione scolastica, con particolare riguardo alla gestione degli alunni con bisogni educativi speciali.
Sono questi alcuni dei temi che saranno affrontati dagli sportelli di “Scuola in ascolto”, che vedranno il coinvolgimento di psicologici e pedagogisti, in raccordo con i Servizi territoriali e le ATS.
L’iniziativa interessa gli Istituti scolastici statali e paritari di primo e di secondo grado e gli Istituti di Formazione Professionale (IeFP).
Ne hanno illustrato i contenuti gli assessori regionali Guido Bertolaso (Welfare), Simona Tironi (Istruzione, Formazione e Lavoro), Elena Lucchini (Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità). Con loro Laura Parolin, presidente Ordine Psicologi Lombardia e a Silvia Negri, vicepresidente Federazione delle Associazioni dei Pedagogisti.
L’avvio, dopo una sperimentazione iniziale a metà-fine gennaio su 25 scuole statali, 15 paritarie e 15 scuole di formazione professionale, è previsto entro il mese di marzo 2024 e sarà attivo 5 giorni su 7.
Tironi: aiutiamo i ragazzi nei momenti difficili
“Regione Lombardia – ha affermato l’assessore Tironi – sta lavorando attivamente per potenziare il lavoro di assistenza psicologica e pedagogica per le famiglie, gli insegnanti e gli studenti. Abbiamo stanziato oltre 3 milioni di euro per il prossimo triennio. La sperimentazione Scuola in ascolto è un’azione concreta che darà un importante supporto”.
“Saranno infatti presenti professionisti all’interno delle scuole, in spazi dedicati – ha proseguito l’assessore -. Per aiutare i ragazzi nei momenti difficili, come possono essere ad esempio quelli legati ad un disagio psicologico. O a problemi legati al bullismo. Ma saranno anche un valido aiuto per promuovere le competenze dei ragazzi. Aiutandoli nella scelta di un percorso scolastico”.
Oltre a casi di disagio sociale, gli specialisti operativi presso gli sportelli possono aiutare gli studenti che hanno difficoltà relazionali o malessere psico-fisico, problemi adattativi, sintomatologia ansioso-depressiva, difficoltà relazionali, disturbi alimentari, disagi emotivi transitori ed altri eventi e traumi da stress, (anche derivanti dalla pandemia).
Saranno anche avviate azioni di sensibilizzazione e formazione, nelle Istituzioni scolastiche e formative, a favore del personale della Scuola, dei genitori e degli studenti, in modo da affrontare tematiche riguardanti i corretti stili di vita e la prevenzione di comportamenti a rischio per la salute, in raccordo con i Servizi socio-sanitari territoriali e con le progettualità ministeriali e regionali nell’ambito della prevenzione e della promozione della salute.
Bertolaso: disagio giovanile aumentato molto dopo il Covid, pronti ad aiutare loro e insegnanti
“Prima del Covid – ha spiegato l’assessore Bertolaso – gli accessi nei nostri Pronto soccorso per questo tipo di problematiche erano molto limitati. Se ne registrava uno alla settimana. Oggi, purtroppo, è cambiato tutto e i giovanissimi che si presentano in ospedale per questo tipo di disagio possono anche essere 3 o 4 al giorno nei grandi ospedali metropolitani”.
“Proprio per invertire questo trend crescente, nel nuovo Piano socio-sanitario per i prossimi 5 anni, a livello sociale – ha aggiunto – il target è proprio quello dei giovani ‘con le loro difficoltà, incertezze e insicurezze”.
“La Direzione Welfare – ha continuato Bertolaso – fornisce assistenza sia a livello di prima urgenza nei Pronto Soccorso, sia assolvendo alla necessità di creare dei reparti dedicati senza dimenticare il lavoro che portiamo avanti con le Ats per lavorare nelle scuole sulla base delle segnalazioni. Un’attività che è basata non solo sul prevenire i disagi dei giovani, ma anche nel dare supporto e accompagnamento al difficile compito che i docenti devono affrontare”.
Attivazione del servizio in Lombardia
Per il servizio Scuola in ascolto saranno creati appositi spazi di consulenza e formazione, all’interno delle strutture scolastiche, grazie al coinvolgimento di scuole statali, paritarie e istituzioni formative, che si organizzeranno in Rete per garantire la maggiore diffusione del servizio sul territorio. Saranno coinvolti psicologi e pedagogisti selezionati per questo servizio, e saranno in costante raccordo con le ATS di competenza territoriale e in particolare con il Dipartimento PIPPS (Programmazione per l’Integrazione delle Prestazioni
Sociosanitarie con quelle Sociali) e il Dipartimento IPS (Igiene e Prevenzione Sanitaria), con la rete dei Servizi territoriali competenti e con le Scuole appartenenti alla Rete regionale delle Scuole che promuovono Salute (SPS).
Lucchini: “scuola in ascolto” ulteriore efficace intervento prevenzione
“Regione Lombardia considera prioritaria la prevenzione del disagio giovanile. Per questo sono stati sottoscritti protocolli con le Prefetture. Questi hanno permesso la messa a terra di percorsi virtuosi di buone prassi. Ispirati ai principi di legalità e cittadinanza attiva. Per contrastare dipendenze, bullismo e cyberbullismo. Per questo è stata rinnovata la misura ‘Up- Percorsi per crescere alla grande’. Essa prevede voucher per adolescenti e preadolescenti. Viene realizzata nei territori delle 8 Ats lombarde. Il progetto intende intercettare il disagio dei più giovani offrendo anche un sostegno ai genitori. Per accompagnarli nella complessa fase della crescita dei loro figli. La ‘Scuola in ascolto’ sarà dunque un ulteriore ed efficace intervento di prevenzione per il quale abbiamo stanziato risorse importanti. Risorse che non rappresentano una spesa ma un investimento sociale, sui nostri giovani, sul nostro futuro”.
Tra le attività previste da ‘Scuola in ascolto’ anche intercettare e gestire i fenomeni di bullismo e cyberbullismo. Ed anche violenza, disagio giovanile e problematiche comportamentali. Il fine è prevenire e contrastare la povertà educativa. La dispersione e l’abbandono scolastico.
Dall’approvazione della l.R. 16/2021 all’avvio del servizio “scuola in ascolto”
La creazione di un servizio psico-pedagogico nelle Scuole statali e paritarie e nelle Istituzioni formative di istruzione e formazione (IeFP) è stato previsto dalla legge regionale n. 16/2021. Il fine è di rispondere alle situazioni di disagio sociale e relazionale. Di apprendimento degli studenti, di povertà educativa. E di dispersione scolastica (anche derivanti dall’emergenza COVID-19). Ma anche di promozione del benessere psicologico della popolazione scolastica.
A seguito dell’approvazione della l.r.16/2021, sono stati necessari altri due passaggi. L’approvazione del Protocollo di Intesa con il Ministero dell’Istruzione/Ufficio Scolastico Regionale e la costituzione di un apposito Comitato Tecnico Regionale (con funzione consultiva e di indirizzo e coordinamento) composto da Regione Lombardia e Ufficio Scolastico Regionale. Ed anche, ANCI Lombardia, UPL, da rappresentanti dei dirigenti scolastici e dagli stakeholders professionali (Ordine degli psicologi della Lombardia ed Associazioni professionali di categoria).
Si prevedono due fasi. La Fase 1 che è un invito per la raccolta di Manifestazione d’interesse. E la Fase 2 che prevede il finanziamento del Servizio psico-pedagogico attraverso la creazione degli spazi ‘Scuola in ascolto’. La Manifestazione d’interesse è finalizzata alla costituzione di un elenco di Scuole o Enti di formazione capofila. Interessate a candidarsi quali punti di riferimento, per la creazione degli sportelli ‘Scuola in ascolto’.
E la realizzazione del Servizio psico-pedagogico. Le Istituzioni scolastiche e formative capofila, in possesso dei requisiti richiesti, saranno selezionate per accedere alla successiva Fase 2. E partecipare così al finanziamento degli sportelli ‘Scuola in ascolto’.
Per la definizione del numero di Reti da attivare, è stato preso come base di riferimento il territorio provinciale. Tenendo presente anche l’organizzazione della rete ATS in Lombardia. Per i territori delle Province di Pavia e Sondrio, in considerazione della ridotta popolazione scolastica complessiva afferente ai due territori, si è ritenuto opportuno procedere alla loro aggregazione ad altri territori provinciali.
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