Maturità: se il bicchiere è mezzo pieno

di Eugenio Maria Faleri – Sono tuttora in corso, e si stanno avviando alla conclusione, gli Esami di Maturità di questo “strano” anno 2020. Per decisione governativa, aboliti...

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di Eugenio Maria Faleri – Sono tuttora in corso, e si stanno avviando alla conclusione, gli Esami di Maturità di questo “strano” anno 2020.

Per decisione governativa, aboliti tutti gli scritti, solo un colloquio orale multidisciplinare di non più di un’ora a candidato.

Ma, quale significativa differenza tra la Maturità di ieri … e quella di domani?

(E sempre nella più viva speranza che una tanto “assolutamente diversa” Maturità, non si debba andare a ripetere, purtroppo, anche nei prossimi anni, a causa della ricorrente pandemia… !)

Quest’anno, le cose vanno proprio così… già è importante quanto significativo il colloquio in presenza, ovviamente nel rispetto delle vigenti norme anticontagio.

Ma, ai maturandi (e anche, in parte, ai loro professori), viene oggi sottratta qualche cosa?

E cioè, in altre parole: il bicchiere è mezzo vuoto? No.  Anzi.  E’ esattamente vero il contrario: il bicchiere è mezzo pieno!

Le ragazze e i ragazzi o, se preferite, i giovani adulti che hanno in corso la Maturità in questo 2020, sono tutti “Post-Millennials o Generazione Z”, quasi tutti hanno meno di vent’anni e tutti sono altresì “fortemente digitalizzati”.

E, soprattutto, hanno ancora quasi una vita intera davanti a loro, con mille progetti e con mille speranze.

Non so se questa Maturità, “bruciata” in una sola ora di colloquio con i professori, sia un bene o sia un male, una realtà meglio o peggio di quella tradizionale… ma sicuramente è nuova e soprattutto è diversa… forse, qualche maturando penserà di essere avvantaggiato o svantaggiato da questa irrituale formula di esame ma: comunque sia, è così!

Questi maturandi del 2020 avranno, quasi tutti, l’opportunità di vedere e di vivere l’alba del nuovo secolo, nell’anno 2100 … e, per tutta la loro lunga vita avranno anche il “significativo privilegio” di potere raccontare: ai figli e ai nipoti, e magari anche ai pronipoti, la Maturità dell’anno 2020, l’anno venti-venti, quello del “Corona Virus – Covid 19”, l’anno della pandemia mondiale, con milioni di contagiati e con centinaia di migliaia di morti (quasi 35.000 solo in Italia).

(Un vero appuntamento con la Storia, già… mentre, ancora oggi, a più di un secolo di distanza, si parla della pandemia di “Influenza Spagnola”.)

La scuola improvvisamente sospesa, le lezioni solo on-line, le compagne e i compagni di classe tutti di colpo reclusi, con le loro famiglie, e così anche i professori: un intero popolo, quello italiano, “blindato agli arresti domiciliari”, per quel virus migrato silenziosamente dalla Cina fino a noi.

Questi giovani adulti di oggi, per tutta la loro vita potranno dire, magari anche con orgoglio misto a nostalgia: “io c’ero”, “io ho fatto la Maturità nel 2020”, “io ho vissuto un’esperienza unica, mai più ripetuta” … e tanto, tanto altro di più!

I diversi ricordi che dalla cronaca diventano Storia, si stratificano lievi e puliti nella memoria, a poco a poco depurati dagli eventi grevi o spiacevoli, così che di questo accadimento rimanga solo ed esclusivamente il meglio, la “parte buona” della triste vicenda, da salvare comunque.

(E’ più che normale che, nel tempo, si dimentichino le cose brutte e si ricordino, solo, le cose belle.)

Un “marchio” positivo che, molto probabilmente, rimarrà insieme con loro per tutta la vita … come i celebri “Ragazzi del ‘99”, gli ultimi coscritti chiamati a combattere nella Grande Guerra, che rimasero tali per sempre, anche dopo la morte, commemorati con vie e piazze dedicate.

Certo, e con il massimo rispetto per quei giovanissimi soldati di allora, è tutt’altra realtà una guerra e una Maturità: ieri si rischiava la vita, oggi si rischia la bocciatura.

… E (lo scrivo ora per quando sarà), di questa Maturità 2020, più prima che poi qualcuno ci ricaverà, e quindi farà, un film … magari un piccolo, riuscitissimo capolavoro come, per esempio: “Notte prima degli esami” (il primo, quello uscito nel 2006), del regista romano Fausto Brizzi.

Ci sarà allora, come puntualmente avviene in questi casi, un lento quanto inesorabile passaggio dalla cronaca (oggi), alla Storia (per sempre)… la vicenda verrà per questo rielaborata e quindi valorizzata, si toglieranno le parti negative così che rimarranno solo le parti positive: tutto sarà presentato e proposto come qualche cosa di “indimenticabilmente bello”.

Una volta, ma non troppo tempo fa, si sarebbe detto e scritto: qui finisce la storia, qui incomincia la leggenda… !

Le ragazze e i ragazzi che in presenza, unitamente ai loro professori, fecero l’impresa… !

Foto di Myriam Zilles da Pixabay

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