Lombardia zona arancione solo per ricorso al Tar

“Sono veramente indignato da quello che sto leggendo sui giornali e delle false notizie che sono offensive, prima di tutto nei confronti della Lombardia e delle persone che...

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“Sono veramente indignato da quello che sto leggendo sui giornali e delle false notizie che sono offensive, prima di tutto nei confronti della Lombardia e delle persone che lavorano per la Lombardia. Si sta dando una rappresentazione non veritiera dei fatti”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, durante la conferenza stampa che ha tenuto nel pomeriggio di sabato 23 Gennaio insieme al vicepresidente Letizia Moratti.

“Se la Lombardia è tornata in zona arancione – ha aggiunto – lo si deve al fatto che noi abbiamo contestato i conteggi del Governo. Ricordo che ancora prima della firma dell’Ordinanza del ministro Speranza avevo già iniziato a contestare i calcoli per l’inaccettabile discrasia sia sull’incidenza che sull’occupazione delle TI. Aspetto che è stato contestato anche in Conferenza delle Regioni”.

Con queste premesse, il presidente Fontana ha confermato che la Lombardia non rinuncerà al ricorso al Tar cui si era rivolto per la richiesta della zona arancione. “Certamente – ha spiegato – salterà l’udienza di lunedì prossimo che era sulla sospensione dell’ordinanza del ministro Speranza del 16 gennaio che è già stata sospesa dallo stesso ministro oggi, ma andremo avanti perché la verità dei fatti sia acclarata anche a livello giudiziario. Per questo impugneremo anche il verbale della Cabina di regia, del Cts e l’Ordinanza di oggi del ministro Speranza nella parte in cui si dice che la Lombardia ha rettificato i dati”.

“Chiesi al ministro Speranza – ha proseguito – di capire le motivazioni di questa discrasia. Subito dopo il vicepresidente Moratti aveva chiesto la sospensione dell’Ordinanza per 48 ore, non abbiamo mai ricevuto risposta. Da qua il nostro ricorso al Tar per capire le motivazioni”. Subito dopo la presentazione del ricorso è iniziato il confronto fra tecnici della DG welfare e il ministero della Sanità. “A un certo punto – ha continuato Fontana – tutti si sono resi conto che qualcosa non funzionava all’interno dell’algoritmo. A questo punto fu l’Istituto Superiore di Sanità a chiedere di valorizzare alcuni dati, su loro richiesta. “Noi – ha precisato – non abbiamo mai sbagliato a dare i dati, non abbiamo mai rettificato. Abbiamo risposto alla loro richiesta per capire se con questa implementazione si potesse arrivare a ricostruzione più veritiera”.

“Il ministro Speranza, inoltre – ha sottolineato il governatore – pretendeva che dicessimo che c’era stato un errore nostro. Ma non potevamo accettarlo per la dignità della Regione, per le nostre famiglie e le imprese. Credo che tale dichiarazione si commenti da sola. Non ammetterò mai che ci sia stato un errore nella comunicazione dei dati che sono stati sempre comunicati in maniera chiara e trasparente. E’ veramente brutto e inaccettabile che si debbano rappresentare fatti non veri. La Regione ha sempre dato la propria disponibilità a lavorare con il Governo, ma oltre un certo punto non si può proprio andare. Chiederò – ha concluso Fontana – che nell’ambito del prossimo scostamento venga inserita una somma per il ristoro del danno causato dalla chiusura delle nostre attività”.

Dopo l’intervento del Presidente di Regione Lombardia è intervenuto il vice presidente Letizia Moratti:  “Mi sono insediata da una decina di giorni e come mia abitudine ho studiato i dati e li ho approfonditi, accorgendomi sin da subito che c’erano elementi non coerenti. Dati che erano relativi al numero di contagi per 100.000 abitanti che risultavano al di sotto della media nazionale così come i dati relativi all’ospedalizzazione e perciò mi è risultato chiaro che fosse necessario avviare un nuovo confronto con il Ministero. Per questo avevo chiesto una sospensione di 48 ore dell’ordinanza per avviare un ulteriore confronto tecnico e valutare se era giusto stare o non stare in zona rossa. Il ministro pretendeva che dicessimo che c’era stato un errore nostro , ma non era un errore nostro. I dati che abbiamo mandato a Roma erano dati corretti. Non lo abbiamo accettato per la dignità della Regione, per le nostre famiglie e le imprese, anche perchè questo errore è stato un danno enorme per la nostra regione”.

“Una settimana dopo essere stati erroneamente posti in zona rossa – ha continuato – siamo stati riallocati in zona arancione, ma soltanto perché siamo riusciti a instaurare un dialogo tecnico da noi fortemente voluto e richiesto. Restare in zona rossa avrebbe avuto un costo altissimo e provocato un nuovo danno alla nostra regione. Sarebbe bastata da parte del Ministero, la volontà di sospendere per approfondire, mentre non è stato così e si sta cercando di ribaltare sulla Lombardia un errore che non ha compiuto. Continueremo a lavorare lealmente ma anche a chiedere che venga rispettato il nostro operato e a far valere le nostre ragioni sulla veridicità di questi fatti. L’anomalia – ha concluso – si è creata nella settimana 35 per questo è stato richiesto un approfondimento tecnico. I flussi di Regione Lombardia sono sempre stati uguali per 35 settimane e sono sempre stati accettati puntualmente. Il meccanismo di calcolo complessivo dell’Rt non è noto, ma non è trasparente. L’elemento che ha fatto sballare i dati non ci è noto ma come abbiamo sempre detto, serve a questo punto della fase pandemica un’evoluzione dello strumento di calcolo. L”indice Rt sintomi’ non è significativo in una fase di stabilità della pandemia. Serve poter affiancare all’Rt sintomi degli altri indicatori più pregnanti a rappresentare la situazione. Valorizzare di più il dato dell’incidenza dei tamponi”.

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