Con i giornali online l’informazione deve fare i conti

di Alberto Comuzzi – Il 15° Rapporto sulla comunicazione “I media digitali e la fine dello star system”, pubblicato dal Censis (Centro studi investimenti sociali) pochi mesi fa, rivela...

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di Alberto Comuzzi – Il 15° Rapporto sulla comunicazione “I media digitali e la fine dello star system”, pubblicato dal Censis (Centro studi investimenti sociali) pochi mesi fa, rivela alcuni dati che meritano di essere portati all’attenzione dei nostri lettori.

«Nella graduatoria dei media che gli italiani utilizzano per informarsi», spiega il Rapporto, «telegiornali e Facebook sono ancora in vetta, ma mentre i tg rafforzano la loro funzione (la loro utenza passa dal 60,6% del 2017 al 65% del 2018), nell’ultimo anno Facebook ha subito una battuta d’arresto (-9,1% di utenza a scopi informativi).

Si assiste a un calo che ha coinvolto non solo gli altri social network, come YouTube (-5,3%) e Twitter (-3%), ma anche la rete in generale (i motori di ricerca hanno perso il 7,8% di utenza a fini informativi). Una lieve flessione ha interessato anche i quotidiani online, passati da un’utenza del 10% all’8,9%. Sul fronte dell’informazione digitale, risultano in ascesa solo i portali web d’informazione, che registrano il 13,3% di utenza (+3%)».

Qui sarebbe interessante capire se con la dizione “quotidiani on line” si devono intendere soprattutto o esclusivamente le testate legate ai quotidiani cartacei (per intenderci: “Corriere.it”, Repubblica.it, cioè le versioni digitali del Corriere della sera, di Repubblica.it etc.).

Il dato, forse più sorprendente, che il Rapporto rivela è quello sui giovani i quali «non si discostano da questo trend generale: Facebook perde il 15,8% degli utenti a scopi informativi tra gli under 30 (dal 48,8% al 33%), i motori di ricerca passano dal 25,7% al 16,5% (-9,2%), YouTube dal 20,7% al 17,6% (- 3,1%), Twitter dal 10,6% al 3,9% (-6,7%), i quotidiani online dal 10,3% al 7,3% (-3%). Tra gli under 30 crescono solamente i siti web d’informazione (dall’11,2% al 17%, con una differenza pari a +5,8%)».

Il Rapporto poi conferma una situazione che è ormai sotto gli occhi di tutti quando sottolinea che «se numerosi sono gli utenti delle tv all news (22,6%) e dei giornali radio (20%), appare meno rosea la situazione dei mezzi a stampa: il 14,8% degli italiani ha letto i quotidiani cartacei negli ultimi sette giorni per informarsi (ma solo il 3,8% dei giovani), il 6% settimanali e mensili, il 3,7% la free press».

Davanti ad una fotografia tanto nitida quanto impietosa delle sorgenti alle quali si abbeverano gli italiani per informarsi, potrebbero suonare stonate e quasi provocatorie la case history del nostro network Alpi Media Group e di quelle di altri giornali online che seguiamo da tempo, le quali sono in netta controtendenza con i dati del Rapporto.

Come avrebbe detto Giovanni Danzi, autore de “O mia bela Madunina” «Mi speri che se offenderà nissun se parlom un cicin anca de num», dal Marzo 2011 al Gennaio 2019 l’offerta informativa delle sole nostre tre testate online (Resegoneonline, Valtellinanews e Comolive) è passata da 2.000 a 23.000 contatti giornalieri (dati Google analitics), che diventano poco meno di 33.000 se aggiungiamo quelli degli altri giornali nostri associati (Valseriananews, Rmfonline e Monza in Diretta).

Non avere compreso che Google è una gigantesca macchina commerciale che ha cannibalizzato la pubblicità sottraendola in gran parte ai grandi gruppi editoriali (quelli che fanno capo a De Benedetti, Berlusconi, Murdoch etc.), è stato un gigantesco errore, che ha consentito ai social network di diventare ancora più potenti di quanto già non fossero e, parallelamente, ha tolto risorse all’editoria cartacea mettendola praticamente kappaò.

I giornali online, spuntati come funghi un po’ ovunque, sono l’altra spina nel fianco della carta stampata. Contro la tempestività di news via smartphone ben poco può fare un quotidiano.

La partita dell’informazione online è appena cominciata. La questione, tremendamente seria, è garantire ai lettori un’informazione di qualità attraverso la Rete. Ne riparleremo.

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