Carcere di Monza: è straniero il 50% dei detenuti

Questa mattina la Commissione Speciale per la situazione carceraria in Lombardia ha visitato la casa circondariale di Monza. A fornire i dati sulla situazione del penitenziario e a rispondere alle...

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Questa mattina la Commissione Speciale per la situazione carceraria in Lombardia ha visitato la casa circondariale di Monza. A fornire i dati sulla situazione del penitenziario e a rispondere alle domande dei consiglieri erano presenti la direttrice del carcere, Maria Pitaniello e Francesca Valenzi, direttrice dell’Ufficio detenuti e trattamento del Prap.

Attualmente il carcere di Monza accoglie 626 detenuti (nel 2011 erano 888): di questi il 50% sono stranieri (comunitari ed extracomunitari). Oltre 300 detenuti sono tossicodipendenti70 reclusi sono occupati in attività lavorative, altri 50 saranno a breve impegnati in un servizio di call center. Tra i servizi che occupano i detenuti figurano la lavanderia, il pastificio, la sartoria, un reparto assemblaggio. I periodi di permanenza all’esterno delle celle, che coinvolgono la quasi totalità della popolazione carceraria, variano da 5 a 12 ore giornaliere e prevedono diverse attività socio-ricreative, alcune programmate ad hoc per detenuti con disagio psichico (danzaterapia e arteterapia). 286 detenuti stanno scontando una pena definitiva, la maggior parte dei restanti sono in attesa di giudizio. Oltre all’assistenza psicologica fornita all’interno per detenuti e personale, è attivo uno sportello psicologico per gli agenti di polizia penitenziaria e per il personale del carcere presso l’ospedale San Gerardo di Monza. 34 i detenuti attualmente ospitati presso il reparto infermeria.La visita era stata richiesta anche per un confronto sul numero dei suicidi avvenuti nel carcere monzese.  “Dal 2011 ad oggi si sono verificati 3 episodi”, hanno chiarito Pitaniello e Valenzi, di fatto smentendo alcuni dati circolati nei mesi scorsi che parlavano di 8 decessi per suicidio negli ultimi cinque anni (ai 3 detenuti che si sono tolti la vita, vanno poi sommati altri 6 decessi dal 2011 per cause naturali). Dopo l’episodio di novembre 2016 è stata aumentata la presenza di medici psichiatri, mentre le ore di supporto psicologico sono sempre state in linea con i protocolli.
La situazione è sotto controllo sia dal punto di vista organizzativo che dell’attenzione agli aspetti sanitari e psicologici, anche grazie alla stretta collaborazione con Ats e Asst – ha dichiarato il Presidente della Commissione Fabio Fanetti – Positive sono le possibilità di lavoro offerte all’interno della struttura e anche il sostegno ai detenuti attraverso i laboratori di danza e arte. Dal 1 marzo sono state potenziate le ore di presenza di psichiatri che affiancano il lavoro degli psicologi, e questo è un aspetto fondamentale dell’assistenza. Il lavoro di monitoraggio e di attenzione della nostra Commissione continuerà”.  

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