Ictus: al San Gerardo di Monza riabilitazione con i robot

Per raggiungere risultati più efficaci nel recupero dell’arto superiore dopo un ictus, 21 strutture riabilitative italiane fra cui l’Ospedale San Gerardo di Monza sono impegnate in un progetto...

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Per raggiungere risultati più efficaci nel recupero dell’arto superiore dopo un ictus, 21 strutture riabilitative italiane fra cui l’Ospedale San Gerardo di Monza sono impegnate in un progetto che vede l’utilizzo di apparecchiature robotiche. Il robot fornisce informazioni utili a quantificare la forza, l’accelerazione e la velocità degli esercizi in base alla situazione individuale. E nello stesso è possibile correggere di volta in volta la linea del percorso terapeutico. In pratica, il paziente rimane seduto davanti al monitor di un computer, mentre il braccio compromesso viene legato alla macchina. Inizialmente è totalmente passivo e il robot sostiene l’arto nel movimento richiesto. Mano a mano che il paziente recupera, la macchina diminuisce la spinta e il movimento viene lasciato al malato.

“Il San Gerardo si dimostra ancora una volta all’avanguardia grazie ai suoi professionisti e alle sue tecnologie – sottolinea il Direttore Generale della ASST di Monza Matteo Stocco -. Il progetto che coordiniamo dimostra l’esperienza consolidata che abbiamo nel settore sulla riabilitazione negli esiti di ictus, un tassello fondamentale nella prosecuzione della cura post evento acuto”.

Per quanto riguarda il progetto si tratta di un lavoro multidisciplinare tra fisiatri, bioingegneri, fisioterapisti, tecnici di neurofisiopatologia e le altre professioni della riabilitazione che consentirà di ottenere risultati scientificamente rilevanti, trasferibili nella pratica clinica per migliorare l’efficacia del trattamento riabilitativo nelle malattie neurologiche.

Nelle strutture coinvolte nel progetto, saranno arruolati tutti i casi con esiti di ictus che, nei 24 mesi successivi all’autorizzazione dei rispettivi Comitati Etici dei Centri di Neuroriabilitazione aderenti allo studio, verranno consecutivamente assegnati al trattamento robotico per il recupero dell’arto superiore. I risultati dello studio “spontaneo”, ovvero senza alcun condizionamento da parte dei produttori, sono attesi nel 2020.

Ad oggi il trattamento robotico ha già fatto registrare performance di rilievo soprattutto nella capacità dei pazienti di recupero della forza e della funzione del braccio. Per di più, secondo studi recenti, a migliorare è l’articolarità e la forza del braccio e i movimenti di presa della mano. Alcuni pazienti che hanno continuato a fare riabilitazione robotica hanno recuperato in modo importante e significativo anche a distanza di anni dall’ictus, ad esempio riuscendo a fare di nuovo azioni quotidiane come afferrare una bottiglia o bere da soli.

 

 

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