In Lombardia internazionalizzare è una vocazione

Il 94% delle imprese lombarde internazionali predilige l’export ad altre forme di presenza estera; oltre un terzo del fatturato è realizzato all’estero; per le imprese altamente internazionalizzate la...

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Il 94% delle imprese lombarde internazionali predilige l’export ad altre forme di presenza estera; oltre un terzo del fatturato è realizzato all’estero; per le imprese altamente internazionalizzate la filiera lombarda è strategica per prossimità, qualità e diversità delle competenze, i principali mercati sono Germania, Francia e Spagna mentre Russia, USA e Germania sono i primi Paesi target per il triennio 2019-22.

Questi i principali risultati emersi dall’Indagine internazionalizzazione 2019 ‘Le imprese lombarde nelle catene globali del valore’ realizzato da Confindustria Lombardia, in collaborazione con Sace Simest e ISPI, con il coordinamento scientifico del Centro Studi di Assolombarda e con il coinvolgimento delle altre Associazioni territoriali socie. Il Rapporto, presentato oggi presso la sede degli industriali lombardi, è stato condotto sotto l’indirizzo strategico dello Steering Committee Internazionalizzazione presieduto da Enrico Cereda, Vice Presidente Assolombarda con delega a Internazionalizzazione ed Europa.

L’Indagine ha raccolto informazioni presso oltre 1700 imprese lombarde associate al Sistema Confindustria Lombardia e include un focus sulle catene globali del valore, approfondito anche attraverso interviste a 7 imprese champion altamente internazionalizzate e rappresentanti dei settori agroalimentare (Consorzio Casalasco del Pomodoro), automotive (OMR), chimico (Lechler), energia (Maire Tecnimont), farmaceutico (Dompé, meccanica (Secondo Mona) e moda e design (Boffi).

«Il Rapporto Internazionalizzazione del sistema Confindustria Lombardia mette in risalto la storica vocazione internazionale delle nostre imprese e la capacità del tessuto imprenditoriale lombardo di competere all’estero. Questa competitività è data, oltre che dalla capacità di adattarsi al mondo globalizzato, anche e soprattutto dalla scelta di usufruire della qualità, delle competenze e delle risorse e servizi che i nostri territori producono: la forza del sistema imprenditoriale lombardo, in Italia come all’estero, è il risultato delle tante straordinarie specializzazioni che compongono le filiere locali» ha dichiarato il Presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti.

«I risultati dell’indagine confermano quella che è una delle principali caratteristiche del tessuto imprenditoriale lombardo: la forte apertura al commercio internazionale – ha commentato Enrico Cereda, Vicepresidente di Assolombarda con delega a Internazionalizzazione ed Europa -. Basti pensare che le imprese lombarde generano circa il 28% dell’export italiano e, in media, il 45% del loro fatturato deriva dal rapporto commerciale con l’estero. Una performance che è il risultato di un sistema produttivo altamente sinergico dove imprese ‘champion’, grandi e altamente internazionalizzate, sviluppano legami forti e strategici con la filiera locale e la inseriscono in catene del valore globali. Dal rapporto, però, emerge anche la contenuta presenza diretta delle nostre aziende sui mercati esteri con proprie strutture commerciali o di produzione. Lavorare per colmare questo gap rappresenta un’opportunità per continuare a migliorare la vocazione internazionale del sistema lombardo».

“Parlare di export significa parlare di imprese lombarde, da sempre traino del Made in Italy nel Mondo – ha dichiarato Beniamino Quintieri, Presidente di SACE (Gruppo CDP) -. Nonostante la congiuntura avversa, l’export della regione saprà trovare nuovi mercati e settori di opportunità grazie alla qualità dell’offerta e alla flessibilità del tessuto imprenditoriale presente in Lombardia. Un percorso complesso che le aziende intraprenderanno consapevoli che l’export è la vocazione di questo territorio e motore dell’economia italiana. Il Polo SACE SIMEST, presente nella regione con gli uffici di Milano, Brescia e Monza, conferma il proprio supporto alle imprese lombarde dove nel 2018 ha mobilitato risorse per 5 miliardi di euro in favore dei progetti di export e internazionalizzazione di circa 6.400 imprese”.

I risultati dell’Indagine contenuti nel Rapporto Internazionalizzazione 2019: la modalità di presenza estera più diffusa sono le esportazioni (94% imprese rispondenti) seguite dalle importazioni (64%); la dimensione continua a influenzare la possibilità di effettuare forme di internazionalizzazione di crescente complessità e rischio: al crescere della dimensione aumenta la presenza all’estero, prima commerciale e poi produttiva; il fatturato realizzato all’estero incide per il 45% del totale con tendenza crescente all’aumentare della dimensione (38% micro, 41% piccole, 51% medie, 58% grandi); le previsioni di crescita all’estero delle imprese lombarde sono ridimensionate; l’UE rimane ancora l’area principale di destinazione delle vendite, la Cina è il primo Paese per scelta delle sedi produttive; Russia, USA e Germania sono i principali Paesi target per il triennio 2019-22; ricerca partner esteri e incontri B2B i servizi di maggiore interesse per tutte le classi dimensionali.

Questi invece i principali risultati del focus sulle catene del valore globale delle imprese lombarde: ben 7 imprese su 10 hanno fornitori in Lombardia; oltre la metà delle imprese intervistate lavora principalmente su commessa o subfornitura; le filiere sul territorio sono molto lunghe e vengono trainate dalle grandi aziende: un terzo delle aziende che lavora in subfornitura lavora per grandi committenti rivolti a mercati UE ed extra-UE; anche per le imprese altamente internazionalizzate la filiera lombarda è strategica, per prossimità, qualità e diversità delle competenze dei fornitori e spesso tra la grande impresa e i fornitori locali nasce un beneficio reciproco.

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