Animali selvatici: un’emergenza continua

Mai come in questo periodo è emergenza selvatici. Non c’è giorno che il rifugio Enpa di Monza non ne riceva in numero sorprendente e allarmante. Rapaci, notturni e diurni,...

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Mai come in questo periodo è emergenza selvatici. Non c’è giorno che il rifugio Enpa di Monza non ne riceva in numero sorprendente e allarmante. Rapaci, notturni e diurni, scoiattoli, pipistrelli e ricci (l’ultimo arrivato è stato preso a colpi di scopa da un signore che se lo è trovato in casa e portato al rifugio da una bravissima automobilista di passaggio che aveva assistito alla scena).

Enpa rammenta che il recupero, le prime cure, il cibo specifico e il trasporto al centro di recupero animali selvatici (CRAS, gestito dal WWF) autorizzato a Vanzago (MI), avviene a spese dell’associazione e che per questa preziosissima attività non sono previsti finanziamenti pubblici.

Lunedì sera 20 luglio la Protezione Civile di Monza informa Enpa della presenza di un “serpente” in un box della città. Ci informano altresì di avere già allertato i Vigili del Fuoco di Monza per il suo recupero ma vogliono sapere da ENPA come gestire l’animale. Un veloce contatto tra l’operatore di turno e il nucleo dei Vigli del Fuoco usciti sul posto, chiarisce agli stessi le modalità di custodia del serpente (una scatola di cartone con dei fori) e l’impegno di ricevere l’animale presso la struttura di Via San Damiano.

Il Vigile del Fuoco che si presenta presso il rifugio è in realtà una vigilessa già conosciuta dall’ENPA in quanto adottante, tre anni prima di un gatto che ci mostra orgogliosa sul telefonino. “Era il gatto più brutto del gattile, senza la coda, ma mio figlio se ne è innamorato e l’ha voluto a tutti i costi. Ora è un bel gattone felice a casa mia”.

La simpatia dell’incontro non ci fa dimenticare la presenza del serpente. Aperta la scatola con cautela compare nascosto sul fondo un giovane esemplare di natrice dal collare (Natrix natrix), conosciuta anche come biscia dal collare per la presenza di caratteristico un collare giallo. Si tratta di un rettile del tutto innocuo amante delle zone umide. Accertate le sue buone condizioni di salute senza ulteriori indugi è stato rilasciato in una zona boschiva e sicura vicino al canale Villoresi.

Dopo tanti gheppi e falchi pecchiaioli, in questo periodo sono i rapaci notturni, di tutte le età, a transitare dal rifugio di via San Damiano, con diversi esemplari di assiolo (Otus scops), civetta (Athene noctua) e allocco (Strix aluco).

L’assiolo è un piccolo rapace notturno conosciuto anche come chiù, che predilige ambienti aperti in pianura o in collina, anche nelle vicinanze di case e cimiteri. Nella poesia “L’assiuolo” di Giovanni Pascoli chiù è il suono onomatopeico che chiude ogni strofa; il poeta attribuisce al canto dell’assiolo un verso monotono e il suo verso è percepito come un triste presagio di morte.

C’è un assiolo anche nella celebre saga di Harry Potter: Leotordo, il compagno di Ron Weasley, non è infatti un gufetto ma un assiolo, per l’esattezza un bellissimo esemplare di assiolo bianco (Ptilopsis leucotis).

Uno degli ultimi recuperi, giovedì 23 luglio, è quello di uno scoiattolo grigio (Sciurus carolinensis), trovato ferito ai piedi di una pianta al Parco di Monza e segnalato da alcuni privati cittadini. Sul posto si sono recati gli operatori ENPA Feddi e Sergio che lo hanno portato al rifugio: il roditore, che presentava la coda completamente scorticata, è stato immediatamente operato in un centro specialistico ed è ora in prognosi riservata sotto terapia antibiotica.

Lo scoiattolo grigio è una specie alloctona introdotta in Italia negli anni ’60 da una signora genovese che, al ritorno da un viaggio in America, decise di liberarne sei nel proprio giardino, senza immaginare le conseguenze. Nel nostro Paese ha trovato un habitat ideale e la competizione con la specie autoctona, lo scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris) lo ha visto sempre prevalere tanto che molti lo ritengono direttamente responsabile della diminuzione della popolazione di scoiattolo rosso. Questo ha portato l’Unione Europea a stanziare fondi per l’eradicamento dello scoiattolo grigio che però comporta la sua soppressione fisica attraverso trappole o altri sistemi cruenti, una scelta che ENPA considera inaccettabile dato che esistono metodi alternativi per contenerne la popolazione. Nel rispetto della legge sulle specie alloctone, lo scoiattolo, una volta guarito, non potrà ovviamente essere rilasciato in natura ma dovrà vivere in una idonea struttura protetta.

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