Morire a 16 anni, Folgore Caratese in lutto

CARATE BRIANZA – La sua vita è durata soltanto sedici anni. Una brutta malattia ha posto fine al suo cammino che aveva incrociato con grande entusiasmo anche la...

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CARATE BRIANZA – La sua vita è durata soltanto sedici anni. Una brutta malattia ha posto fine al suo cammino che aveva incrociato con grande entusiasmo anche la strada della Folgore Caratese di cui era uno dei talenti della classe 2005. E ora che Marco non c’è più, la società del presidente Michele Criscitiello sente di avere perso un figlio.

E, in un comunicato, lo ricorda con parole toccanti e pervase di commozione. Commozione mista alla voglia di ribellarsi a quel destino che, con le sue traiettorie sempre imprevedibili, porta via un ragazzo nel fiore dei suoi anni e della sua crescita. “Non sappiamo neanche cosa scrivere – dice la società in una nota – non sappiamo neanche se scrivere, a 16 anni è vietato morire. Marco era un figlio della Folgore Caratese, giocava con i 2005 e quando è arrivata la notizia non ci abbiamo creduto, il tuo viso dolce nel nostro centro sportivo illuminava anche le serate più piovose, insieme a quelli dei tuoi compagni, i tuoi amici che ti passavano la palla e ti urlavano “uomo” quando venivano a marcarti”.

La Folgore si dice onorata che Marco abbia indossato la sua maglia dandole un prezioso apporto. Un ricordo che resterà certamente indelebile nell’ambiente della Folgore. Ma ora è il dolore a urlare più forte: “la vita questa volta ci ha presentato un conto troppo salato – prosegue il ricordo della società – perché una malattia infame ti ha strappato alla tua famiglia che ti ama immensamente e a tutti i tuoi compagni che ti sono sempre stati vicini, Marco, non abbiamo parole, se non quelle poche che bastano per dirti che ci mancherai e che per sempre resterai nei nostri cuori, quei cuori che, oggi, sono pieni solo di lacrime”.

E nella consapevolezza che, su qualche stella o nuvola, la sua voce sarà pronta a urlare “forza Folgore” e il suo ricordo sarà in grado di essere il dodicesimo uomo in campo della squadra. (articolo di Cristiano Comelli) 

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