Testimoni di un esodo, gli italiani abbandonati

di Paolo Fante – “Testimoni di un esodo” (pp. 194, € 12,00) editore Mimep Docete di Alberto Comuzzi e Donatella Salambat, raccoglie le testimonianze degli esuli giuliano-dalmati che...

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di Paolo Fante – “Testimoni di un esodo” (pp. 194, € 12,00) editore Mimep Docete di Alberto Comuzzi e Donatella Salambat, raccoglie le testimonianze degli esuli giuliano-dalmati che dal 1945, per evitare gli eccidi comunisti, abbandonarono la Venezia- Giulia lasciandosi alle spalle affetti, beni e soprattutto la loro identità.

Il libro riporta dodici storie di esuli che hanno abbandonato le città istriane di Pola, Zara, Fiume, Fasana, Fontane, Capodistria, Parenzo sotto la minaccia delle persecuzioni della Jugoslavia di Tito.

Una menzione particolare deve essere rivolta all’Arcivescovo di Trieste Giampaolo Crepaldi che nella prefazione esprime il “dolore della sventura” che ha colpito ogni persona e famiglia che nell’esodo, abbandonando la propria terra, ha accettato di iniziare una nuova vita integrandosi in un nuovo tessuto sociale.

Sempre nella prefazione l’Arcivescovo Crepaldi parla della reticenza di comunicare ai figli la tragedia vissuta di coloro che intrapresero la strada dell’esodo.

Il libro inizia con il ricordo di Alcide De Gasperi, insigne statista italiano. Lui stesso uomo di confine, nasce a Pieve Tesino, paese alla periferia dell’impero austro-ungarico, aveva intuito come la Venezia-Giulia sarebbe stata fonte di drammi e di indicibili sofferenze umane.

Vengono riportati passi importanti dell’intervento di Alcide De Gasperi alla conferenza di Parigi del 10 Agosto 1946 dove nelle vesti di Presidente del Consiglio dei Ministri pronuncia “nobili parole” che alla luce della storia meritano di essere riportate.

Il libro non poteva non parlare delle “Foibe” cavità carsiche naturali dove tra il 1943 ed il 1947 sono stati gettati vivi 15 mila italiani.

Una persecuzione politica che intendeva procedere ad una metodica eliminazione degli italiani e dei loro valori culturali dalla società jugoslava che i Tito aveva il suo leader.

La tragedia delle foibe è stata dalla sinistra italiana volutamente e colpevolmente ignorata relegando per decenni gli esuli istriani e dalmati all’oblio.

Il silenzio sulla tragedia delle foibe termina con l’istituzione del “Giorno del Ricordo” il 10 Febbraio che non vuole essere solo una data ma un mezzo per dare voce alle vittime di un orrore che le ha private di sepolture e dignità e che sia un momento di riflessione per capire che il silenzio non può essere un arma per cancellare la memoria delle vittime di una persecuzione ideologica.

Si può concludere con una frase di Alcide De Gasperi “la storia è scritta dai vincitori ai vinti rimane il compito di ricordare e testimoniare la loro verità”.

Oltre che nelle librerie cattoliche il libro è reperibile scrivendo alla casa editrice: Mimep-Docete – via Papa Giovanni XXIII, 2 – 20042 Pessano con Bornago (MI) – tel. 02/9574.1935; 02/9574.4647; www.mimep.it– info@mimep.it

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