Strage di Erba: i dubbi delle Iene sulla condanna di Rosa e Olindo

È possibile che Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all’ergastolo per la strage di Erba, siano vittime di un enorme errore giudiziario? E che i...

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È possibile che Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all’ergastolo per la strage di Erba, siano vittime di un enorme errore giudiziario? E che i veri responsabili siano ancora a piede libero?

A riportare l’attenzione su quanto successo 12 anni fa con il massacro di tre donne e un bimbo di due anni, è stata ieri sera la trasmissione televisiva Le Iene con uno speciale realizzato dal giornalista Antonino Monteleone.

La trasmissione ricostruisce le indagini sul massacro di Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk (2 anni), la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini, prendendo in esame le prove che hanno portato 26 giudici a condannare i coniugi all’ergastolo in tutti i tre i gradi di giudizio.

A muovere dubbi sulla reale colpevolezza di Rosa e Olindo è lo steso padre di Youssef, Azouz Marzouk: «All’inizio mi andava bene qualsiasi colpevole – ha spiegato – ma leggendo le carte ho cambiato idea. Rosa e Olindo erano le persone giuste per chiudere le indagini».

Tre i pilastri su cui si basano le sentenze di condanna: una prova scientifica, la confessione dei coniugi e la testimonianza di Mario Frigerio, anch’esso gravemente ferito alla gola, che avrebbe riconosciuto Olindo.

Così Olindo, intervistato in carcere dalle Iene, dichiarandosi innocente, spiega la confessione: «I magistrati ci hanno portato a raccontare quella storia lì. Facevano il loro lavoro, ma hanno preso una cantonata. Ci hanno detto che confessare era il minore dei mali. Dopo due giorni in isolamento e dopo la minaccia di non vedere più Rosa, avevo deciso di confessare. Alla fine lo abbiamo fatto entrambi, ciascuno cercando di prendersi la colpa e di discolpare l’altro».

Olindo e Rosa però confessano anche in un video realizzato da Massimo Picozzi, consulente dell’avvocato d’ufficio, poi finito su tutti i media: «L’avvocato – spiega Olindo – ci aveva detto di essere convincenti quando facevamo quel video lì, dovevamo raccontare quello che avevamo già detto al magistrato, perché serviva per dichiarare la nostra infermità mentale. Per questo c’è una Bibbia con appunti scritti da me in cui appaio come colpevole».

Ma quale versione è vera? Per Graziella Mercanti, psicologa del carcere di Como che ha conosciuto Olindo, non ci sono grandi dubbi: «Olindo mi ha raccontato della sua innocenza. La mia impressione è che Olindo è una persona schietta, incapace di mentire anche a discapito dei suoi interessi. Olindo mi dà l’impressione di un uomo pacifico, abitudinario, che sa apprezzare le cose semplici. Non mi sembra in grado di commettere un gesto del genere».

E la video confessione di Rosa? «Mi è sembrata tanto carica di enfasi – continua Mercanti – l’ho trovata assurda, un’esibizione isterica di una donna che rappresentava su una scena quello che gli altri gli hanno detto che lei era, tanto suggestionata da convincersene. Una donna con una vita piatta, una Cenerentola a cui qualcuno dava per la prima volta attenzione, una messa in scena patologica».

E le prove scientifiche? Il Ris non ha trovato nessuna traccia di Rosa e Olindo sulla scena del crimine e nessuna traccia connessa al delitto nella loro casa. Ci sarebbero anche reperti sulla scena del crimine mai analizzati: un accendino, un cellulare, un mazzo di chiavi, impronte di sconosciuti.

A dirigere le indagini per i Ris il generale Luciano Garofano: «Abbiamo fatto tanti tentativi per trovare tracce, ma il risultato è stato negativo. Per questo la nostra relazione non era utile all’accusa, ma siamo stati citati come test dalla difesa».

L’unica traccia di sangue che collega Olindo e Rosa al delitto, è quella trovata sul battitacco della macchina di Olindo, che secondo la difesa potrebbe però essere stata causata da una contaminazione da parte di carabinieri che sono stati sulla scena del crimine e che poi hanno ispezionato l’auto.

C’è però il supertestimone Mario Frigerio ad aver confermato ai giudici il coinvolgimento di Olindo. Secondo le tesi raccontate dalle Iene ci sarebbero degli audio in cui Frigerio descrive l’assassino come una persona di carnagione olivastra, stazza grossa, mai visto prima, per poi cambiare versione dopo due settimane e incolpare Olindo.

La trasmissione si chiude raccontando come possibile versione alternativa anche l’ipotesi di una pista interna alla famiglia Castagna, a oggi – è bene sottolinearlo – non supportata da prove.

Infatti la sentenza passata in giudicato e dunque quella che oggi è da considerarsi come verità giudiziaria riconosce in Rosa e Olindo i responsabili della strage.

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