Primavera senz’acqua: meno 17% di riserve idriche

La primavera in Lombardia parte con il 17% in meno rispetto alla media di riserve idriche accumulate nei grandi laghi e sotto forma di neve, pari a oltre...

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La primavera in Lombardia parte con il 17% in meno rispetto alla media di riserve idriche accumulate nei grandi laghi e sotto forma di neve, pari a oltre 370 milioni di metri cubi d’acqua che mancano all’appello. È quanto afferma la Coldiretti regionale, sulla base degli ultimi dati Arpa, in occasione del cambio di stagione scattato con l’equinozio di primavera.

Una situazione che si ripercuote innanzitutto nelle campagne, dove cresce l’allerta degli agricoltori, a cominciare dai produttori di cereali. Sugli alberi da frutta, fioriti in anticipo, e su alcuni ortaggi che necessitano di irrigazione, i timori più grandi riguardano lo sbalzo termico tra giorno e notte da una parte e il pericolo di gelate tardive dall’altra.

A rischio anche le produzioni di qualità come il Parmigiano Reggiano: “Ci sono problemi di ingiallimento dell’erba medica e preoccupano le nuove semine, la cui germinazione è quasi compromessa – testimonia Kristian Minelli, 300 bovine da latte e 110 ettari a San Benedetto Po (MN) – In un territorio come quello della Dop del Parmigiano Reggiano, dove noi allevatori dobbiamo rispettare dei vincoli per il foraggio destinato all’alimentazione degli animali, il pericolo è che si verifichi carenza di prodotto”.

Quello appena concluso, precisa la Coldiretti, è stato un inverno anomalo e siccitoso che tra il mese di dicembre e la prima metà di marzo ha fatto registrare solo tre giornate di pioggia che hanno coinvolto tutto il territorio regionale. Sempre più in sofferenza i grandi laghi con le percentuali di riempimento che sono scese al 7,6% per quello di Como, al 15% per l’Iseo e al 28,5% del Maggiore. Si salva, per ora, solo il lago di Garda con oltre il 90% di riempimento.

L’andamento degli ultimi mesi conferma purtroppo i cambiamenti climatici in atto che si manifestano  con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che mettono a rischio boschi e campagne. Basti pensare che, nel solo mese di gennaio – spiega la Coldiretti su dati regionali –, in Lombardia gli incendi hanno devastato oltre mille ettari di territorio.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli. Una nuova sfida per le imprese agricole  che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio.

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