Per la nostra libertà sono morti 313.000 angloamericani

La pandemia, un “dono” del governo comunista cinese, è tuttora in corso, ma il teatrino della politica è già ripreso. Salvo rare eccezioni gli italiani hanno mostrato senso...

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La pandemia, un “dono” del governo comunista cinese, è tuttora in corso, ma il teatrino della politica è già ripreso. Salvo rare eccezioni gli italiani hanno mostrato senso di responsabilità. L’impegno ora è di non confondere i veri Paesi amici da quelli falsi.

di Alberto Comuzzi – Non abbiamo ancora finito di contare i morti causati dalla pandemia covid-19, che ha portato in tante famiglie di nostri connazionali lacrime e dolori, che già è ripreso il meschino teatrino della politica.

Qualche pentastellato, utile idiota del sornione vertice pidiessino, s’è incaricato di denunciare gli errori commessi da Regione Lombardia nel tentativo di contenere il coronavirus e ha puntato il dito accusatore citando, a proprio sostegno, le indagini della Magistratura in diverse case di riposo dove sono morti tanti anziani.

Purtroppo le inadempienze a livello governativo – indotte anche da sbagliate direttive della stessa Organizzazione mondiale della sanità – sono state ben più gravi di quelle commesse da diversi governi regionali, non solo dalla Lombardia. È dal 1995, dalla prima giunta di Roberto Formigoni, che la sinistra italiana cerca di mettere le mani sulla regione più importante d’Italia, quella che versa 54 miliardi di euro all’anno nelle casse dello Stato e che produce un quarto del Pil nazionale.

Evidente la frustrazione di non esserci mai riusciti e quindi favorevole l’occasione di usare il coronavirus per provare a mettere in discussione la giunta di centrodestra o, quanto meno, per generare sfiducia nei suoi confronti tra coloro che sono stati colpiti da un lutto per covid-19.

Aldilà dello scambio di accuse tra maggioranza e opposizione quello che s’è ben compreso, da questa pandemia tuttora in corso, è che troppe persone non sono all’altezza del ruolo che ricoprono. Il “Sole 24Ore” ha documentato che 440 consulenti sono stati chiamati dal Governo per confortarlo nell’azione in questo periodo, confermando, così, agli occhi dell’opinione pubblica (leggi gli elettori), l’inconsistenza del Governo stesso.

Dei ministri coscienziosi e capaci, sostenuti da entrambi i due rami del Parlamento, all’unisono, avrebbero già dovuto varare una legge per premiare, non con medaglie, ma con sostanziosi premi in denaro, tutte quelle categorie di cittadini che non hanno mai smesso di compiere il proprio dovere per consentire agli altri di starsene a casa ed evitare il pericolo di contagio.

In prima linea a morire sono andati i medici, gli infermieri, i farmacisti, i lettighieri, i carabinieri e le forze dell’ordine, i preti, le suore, i religiosi e tutti gli addetti alle filiere della sanità e dell’alimentare. È a questo 20 percento di italiani che s’è esposto al pericolo di morte al quale deve andare la manifesta riconoscenza dell’altro 80 per cento.

Le tante e generose iniziative di solidarietà espresse da enti intermedi e gruppi non profit (pensiamo agli Alpini, ai volontari o ad associazioni strutturate come la Caritas) a favore dei più vulnerabili, i senza tetto e gli indigenti, confermano che la società italiana è sana. Non altrettanto si può affermare di larga parte delle élite politiche.

Purtroppo per noi le persone competenti in grado di governare i difficili processi che l’alta politica richiede sono in panchina o sono stati defenestrati. “Un popolo ha il governo che si merita”, ha detto il filosofo Joseph De Maistre (1753-1821).

Osservazione difficile da confutare; e non v’è dubbio che quel 32 per cento di italiani che con il proprio voto ha mandato in Parlamento 230 deputati pentastellati ne abbia però pure legittimato il consenso a governare con gli esiti che sono sotto gli occhi di tutti.

Se all’inadeguatezza di gran parte di costoro (non di tutti ) si aggiunge che nel recente passato, sotto l’efficace spinta di imponenti indagini giudiziarie e il consenso di una parte del mondo politico, hanno, di fatto, emarginato la presenza di quei deputati impegnati a sostenere le istanze della dottrina sociale della Chiesa, si capisce quanto si sia impoverita l’intera vita politica italiana.

Settantacinque anni fa, il 25 Aprile 1945, l’Italia veniva interamente liberata dal nazifascismo. Una data simbolica che si festeggia anche oggi e che è costata 313.000 morti agli alleati americani, inglesi e dei vari Paesi del Commonwealth. Trecentotredicimila famiglie che hanno perso un figlio, un padre, un fratello, un marito per ridare la libertà a noi italiani.

Con uno scenario geopolitico in movimento a livello mondiale è bene non ignorare con chi abbiamo debiti di riconoscenza e soprattutto non confondere gli amici veri da quelli falsi.

Un’opera di discernimento che, ahinoi, spetta anche ad un ministro degli Esteri, umanamente gradevole, ma impreparato o quanto meno inesperto. È permesso il cumulo degli attributi.

Foto di PublicDomainPictures da Pixabay

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