Per Benedetto XVI solo la Fede può salvare l’Europa

di Alberto Comuzzi – L’agenzia Adnkronos ha intervistato il senatore Marcello Pera, autore di “Senza radici”, un libro scritto con Benedetto XVI nel 2004, in cui approfondisce il...

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di Alberto Comuzzi – L’agenzia Adnkronos ha intervistato il senatore Marcello Pera, autore di “Senza radici”, un libro scritto con Benedetto XVI nel 2004, in cui approfondisce il tema dell’edificazione dell’unità europea alla luce della fede cristiana.

La citiamo perché, tra i fiumi di dichiarazioni che abbiamo letto in questi giorni a seguito della morte di Papa Ratzinger, ci pare la più penetrante e dotta per capire l’essenza del pensiero di un Pontefice (Santo come il suo predecessore) su un argomento, l’Europa, che coinvolge direttamente mezzo miliardo di persone e indirettamente l’intera umanità.

È indubitabile che, negli ultimi vent’anni, ben pochi parlamentari europei e ancor meno leader dei diversi Paesi del Vecchio Continente abbiano fatto tesoro delle profonde verità svelate in quel libro.

La tesi di fondo di “Senza radici” era che l’Europa si vergognasse delle sue radici cristiane, e «rispetto a quel periodo la situazione non è migliorata anzi è peggiorata. L’Europa sta professando e imponendo una cultura che è fortemente anticristiana con i suoi intellettuali, con i suoi mezzi di comunicazione, con i suoi politici. La crisi è più profonda di allora», conferma Pera all’Adnkronos.

Uno specchio di tale verità è il nostro universo domestico in cui giganteggiano politici, magistrati, giornalisti impegnati a far prevalere l’ideologia in cui credono, incuranti degli eventuali effetti negativi che, in talune circostanze, questa potrebbe provocare su milioni di cittadini.

L’obiettivo non è il bene delle persone, ma il primato di ciò che professo; ciò che prevale è il “secondo me”, quel relativismo, appunto, di cui tanto avvertiva il pericolo Benedetto XVI e da lui così ben studiato e analizzato.

«In ogni caso Papa Ratzinger aveva risvegliato una coscienza europea», sono ancora le parole del senatore Pera all’agenzia di stampa, «ma era consapevole che il processo potesse svilupparsi soltanto con un appello, uso le sue parole, alle minoranze creative nel senso che l’Europa si sarebbe salvata solo se alcuni gruppi sparsi qua e là, all’inizio in catacombe cenacoli, avesse ripreso la fede cristiana come fondamento».

Non è proprio ciò che accade oggi? Mentre le chiese si spopolano e i cristiani si mimetizzano in una società più laicista che laica, all’ombra di parrocchie guidate da preti sempre più anziani nascono domestici cenacoli di preghiera che, rafforzando la fede, a tempo debito daranno certamente grandi frutti.

Casualmente questo editoriale esce nel giorno dell’Epifania (la manifestazione) dell’uomo-Dio. Quel Dio che s’è rivelato ai semplici e agli umili e che s’è nascosto ai potenti superbi, come aveva intuito il filosofo e teologo Blaise Pascal (1623-1662).

I “grandi della Terra” appaiono piuttosto oppressi dallo spirito del mondo attorcigliato al dollaro, all’euro e allo yuan e non si rendono conto che esistono più cose tra cielo e terra di quante essi stessi non sappiano immaginare.

Ecco, tornare a quel Dio che s’è incarnato, s’è manifestato e ha donato la vita per salvare l’umanità potrebbe essere la soluzione più semplice per far uscire il mondo dalle sue tribolazioni.

Anche se gli Erode che continuano a governare su tanti popoli lo rifiutano, Dio rimane presente ed opera in miliardi di uomini. Se ne facciano una ragione coloro che vorrebbero sostituire Dio con la scienza (in questo caso doverosamente scritta con la “s” minuscola).

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