La Lombardia approva mozione contro il cibo sintetico

La Lombardia approva la mozione presentata dal gruppo Lega che sostiene la petizione per fermare lo sbarco a tavola del cibo sintetico promossa da World Farmers Markets Coalition, World...

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La Lombardia approva la mozione presentata dal gruppo Lega che sostiene la petizione per fermare lo sbarco a tavola del cibo sintetico promossa da World Farmers Markets Coalition, World Farmers Organization, Farm Europe, Coldiretti e Filiera Italia. Lo rende noto la Coldiretti Lombardia in occasione della seduta odierna del Consiglio riunito a Milano, che segue l’adesione già espressa dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi Fabio Rolfi.

Dalla carne prodotta in laboratorio al latte “senza mucche” fino al pesce senza mari, laghi e fiumi, il cibo in provetta potrebbe presto inondare il mercato europeo – denuncia Coldiretti – poiché già ad inizio 2023 potrebbero essere introdotte a livello Ue le prime richieste di autorizzazione all’immissione in commercio che coinvolgono Efsa e Commissione Ue.

“Dietro l’alibi della tutela ambientale – afferma Paolo Carra, vice presidente di Coldiretti Lombardia – si nascondono speculazioni che portano al cibo sintetico che rischia di cancellare l’identità dei nostri prodotti agroalimentari e dei nostri territori. Ringraziamo pertanto il Consiglio regionale per questa presa di posizione importante che va nella direzione indicata dalla maggior parte dei consumatori”.

Secondo un’indagine Coldiretti/Ixè, infatti, ben 7 italiani su 10 non si fidano del cibo creato in laboratorio con cellule staminali in provetta, afferma la Coldiretti regionale nel sottolineare che in Lombardia si alleva oltre il 50% dei suini italiani, il 25% dei bovini da carne, e si produce il 45% del latte italiano.

Interrogati sui motivi principali per i quali bocciare il cibo fatto in laboratorio gli italiani – spiega l’analisi Coldiretti/Ixe’ – mettono in cima il fatto di non fidarsi delle cose non naturali (68%, mentre al secondo posto ci sono i consistenti dubbi sul fatto che sia sicuro per la salute (60%). Rilevante anche la considerazione che il cibo artificiale non avrà lo stesso sapore di quello vero (42%) ma c’è anche chi teme per il suo impatto sulla natura (18%).

Gli investimenti nel campo del cibo sintetico stanno crescendo molto sostenuti da diversi protagonisti del settore hitech e della nuova finanza mondiale, da Bill Gates (fondatore di Microsoft) ad Eric Schmidt (cofondatore di Google), da Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems). L’esempio più lampante è quello della carne artificiale dove solo nel 2020 sono stati investiti 366 milioni di dollari, con una crescita del 6000% in 5 anni.

“Le bugie sul cibo in provetta confermano che c’è una precisa strategia delle multinazionali che con abili operazioni di marketing puntano a modificare stili alimentari naturali fondati sulla qualità e la tradizione” conclude il vice presidente di Coldiretti Lombardia Paolo Carra nel sottolineare che “siamo pronti a dare battaglia poiché quello del cibo Frankenstein è un futuro da cui non ci faremo mangiare”.

“Il cibo sintetico – ha dichiarato Silvia Scurati, consigliere regionale della Lega – rappresenta una minaccia alle produzioni agroalimentari e al sistema zootecnico lombardi che sono tra i più sostenibili al mondo. La carne Frankeistein, come orami è stata ribattezzata, è un alimento perfettamente artificiale che si sostituisca in toto a filiere rurali fatte di uomini e animali, stuzzicando a dovere le nostre paure ambientali e la fanfara delle cassandre animaliste e vegane”. “Giocando sull’inganno di poter salvare il pianeta, le multinazionali nascondono i colossali interessi commerciali e speculativi che, fatalmente, finiscono per minacciare i nostri giovani con l’inquinamento chimico per via alimentare oltre a danneggiare il settore agroalimentare in Lombardia con le sue 52mila imprese, 126mila dipendenti e un fatturato di oltre 25 miliardi di euro”.

“La domanda di qualità e di garanzia dell’origine ha portato, grazie al Programma di Sviluppo Regionale, a recuperare l’allevamento delle razze storiche lombarde come la Varzese-Tortonese-Ottonese e la Bianca di Val Padana, che dopo aver rischiato l’estinzione sono tornate a ripopolare le campagne e le nostre montagne. Un patrimonio prezioso, più di ogni altro business, che abbiamo il dovere di tutelare” ha concluso Scurati.

Foto di felixioncool da Pixabay

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