In Lombardia il Carnevale di Crema è il più antico

Il Carnevale di Crema, la cui prima celebrazione ufficiale risale al 1593, è il più antico della nostra regione. Come ogni anno, il momento più significativo è rappresentato...

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Il Carnevale di Crema, la cui prima celebrazione ufficiale risale al 1593, è il più antico della nostra regione. Come ogni anno, il momento più significativo è rappresentato dalla sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati per le vie del centro storico, una cornice meravigliosa in cui Piazza Duomo si pone come punto di ritrovo e momento gastronomico locale e nazionale grazie ai mercatini disseminati nella parte centrale della città.

Fino al 26 febbraio numerose sono le altre attività collaterali nelle quali piccoli carri allegorici, selezionati e prodotti artigianalmente dai membri del Comitato del Carnevale Cremasco, si alternano a laboratori creativi, musica dal vivo e gruppi folcloristici.

I gruppi mascherati restano sempre l’attrazione principale della festa, con l’immagine di un mondo rurale rappresentato dalla maschera tradizionale, “il Gagèt”, rappresentazione allegorica del contadino in arrivo dalla campagna, il cui abbigliamento e l’incedere impacciato sono inconfondibili.

Di origini medioevali sembra essere anche il Carnevale di Schignano, considerato uno dei più antichi d’Italia, anche se si ha notizia della sua prima celebrazione ufficiale solo nel primo decennio del XVII° secolo. Il Carnevale di Schignano prende il via la mezzanotte della notte tra il 5 e il 6 gennaio: da quel momento è un susseguirsi di preparativi che sfociano poi nelle sfilate e nei cortei di febbraio e marzo che da anni richiamano migliaia di turisti in Val d’Intelvi.

Tutta la sfilata si basa sulla contrapposizione di due personaggi principali: i belli e i brutti. I primi indossano raffinati vestiti, molto colorati e ricoperti di pizzi e scialli. I cappelli sono ornati da fiori e animali in carta e tessuto e impreziositi da fiocchi e penne di fagiano. I brutti, invece, hanno un aspetto inquietante: indossano vesti povere e sporche e trasportano oggetti di uso quotidiano come scope, valigie e ombrelli rotti. Nel corteo sono presenti anche i “sapör” (zappatori) che rappresentano i primi abitanti della valle e indossano pelli di pecora e una folta barba bianca. Ad animare l’allegra sfilata anche il Mascarun, la maschera del ricco signorotto locale, e la Cioca, sua moglie, che si lamenta continuamente del marito.

Responsabili dell’ordine durante la manifestazione sono i “sigurtà” che si pongono alla guida del corteo. Queste maschere conducono i partecipanti alla sfilata fuori dal paese di Schignano fino alla località di Cima dove, legato a una slitta, sta il “Carlisepp”, un uomo mascherato di cui nessuno conosce l’identità. Nella serata del martedì grasso il suo fantoccio viene collocato su un rogo e fatto ardere, segnando la conclusione delle manifestazioni carnevalesche.

A Grosio in Valtellina si celebra invece il Carneval Vecc, incentrato su un fantoccio imbottito di paglia che porta un paio di corna e che simboleggia i tempi di miseria da dimenticare. E quale miglior modo per farlo? Bruciandolo alla fine della festa come auspicio per tempi migliori! Molto curiose anche le altre maschere che animano la festa e che portano costumi che si tramandano da generazioni: la “Magra Quaresima”, una donna scarna miseramente vestita, l’“Orso”, il “Toni” e la “Bernarda”, un adulto travestito da poppante.

Sulle Alpi bresciane, nel piccolo borgo di Bagolino, il Carnevale è un tripudio di musica e scherzi. I Ballari e i Sunadur animano le vie del paese con musiche e danze. I costumi più tradizionali sono quelli dei mascher e l’elemento più caratteristico è il cappello che indossano i Ballari, ricoperto da nastri colorati da cui spiccano un grosso fiocco e gioielli. Tutti indossano gli sgalber, ovvero degli zoccoli in legno, e l’usanza più comune è il continuo scambio reciproco delle maschere, allo scopo di creare confusione per non far capire chi è l’autore di questo o quello scherzo.

Torniamo ancora in Valtellina per scoprire in quel di Bormio il Carnival di Mat: già il nome è tutto un programma! Qui in passato il carnevale coincideva con l’elezione del Podestà dei Matti che per una settimana sostituiva il vero podestà del paese, concedendo ogni tipo di divertimento: un vero e proprio schiaffo alla classe dirigente, insomma! Oggi ovviamente l’elezione del Podestà è solo simbolica, ma i festeggiamenti e le usanze tradizionali sono rimasti pressoché identici!

Infine a Cantù nella Brianza comasca la sfilata dei carri allegorici è sempre di particolare pregio e grandezza, grazie ad un allestimento che richiede molti mesi e il lavoro di tanti artigiani locali. La maschera tipica del Carnevale di Cantù è il Truciolo, un garzone di bottega distratto e maldestro, in omaggio alla grande tradizione della falegnameria, attività cardine dell’economia locale.

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