Il pensiero politico di ispirazione cristiana è superato?

di Giulio Boscagli “Cerco un centro di gravità permanente…” le parole della canzone di Franco Battiato sembrano scritte per descrivere un bisogno che la politica sta conoscendo in...

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di Giulio Boscagli “Cerco un centro di gravità permanente…” le parole della canzone di Franco Battiato sembrano scritte per descrivere un bisogno che la politica sta conoscendo in questo tempo. Il Centro, fuor di metafora, ha svolto un ruolo determinante nella vita politica italiana fino a pochi anni fa.

Rappresentato prima dalla Democrazia Cristiana e dai suoi alleati e successivamente da Forza Italia, ha incominciato a svanire al tempo di Matteo Renzi che non ha saputo (o voluto) sciogliere il nodo dell’identità del suo partito (causa questa non ultima delle sconfitte subite al referendum e alle politiche); oggi questo spazio appare desolatamente abbandonato vista la concentrazione del consenso elettorale sui due partiti che si dividono il governo del Paese.

Ma serve davvero un centro politico? Vista la polarizzazione in corso e la violenza dello scontro politico sembrerebbe una funzione non necessaria o una speranza irrealizzabile.

Credo, nonostante tutto, che una società complessa come la nostra non possa vivere di contrapposizioni continue, di disprezzo dell’avversario, di autoesaltazione delle proprie posizioni.

Mi sembra di veder spirare nuovamente quel venticello velenoso che ha preso l’avvio dai teorici della rivoluzione francese, e che diffonde la convinzione che tutti i mali nascono dalla società cattiva (o mal ristrutturata), per cui basta individuare i “cattivi” responsabili di questo e sostituirli con i “buoni” che le cose andrebbero verso le “magnifiche sorti e progressive” di leopardiana memoria.

A parte il fatto che la storia insegna che chi arma le ghigliottine finisce presto o poi per lasciarvici la propria testa, questa è la tentazione ricorrente di ogni avventura politica. “Sognano sistemi così perfetti nei quali non sia più necessario essere buoni” ci ricorda il poeta Eliot, portandoci così a riflettere più a fondo sul vero grande assente di questo tempo.

E il grande assente è il movimento politico cattolico, quella ispirazione che ha dato vita prima al partito popolare prima e successivamente alla democrazia cristiana e che ha consentito di unificare e rilanciare il nostro Paese a livello dei grandi.

La dispersione dell’impegno politico dei cattolici in diversi partiti e raggruppamenti politici ha portato all’attuale irrilevanza del pensiero politico di ispirazione cristiana e privato il Paese di un contributo essenziale per capire la propria identità e costruire un futuro buono. Di questo pensiero rimane ancora traccia, a volte anche rilevante, nell’esperienza di diverse amministrazioni locali e in tanti movimenti del sociale che possono essere una speranza di futuro.

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