Il metodo dei 12 passi: come combattere la dipendenza dall’alcool

L’alcolismo, proprio come la dipendenza da droghe, ha effetti del tutto deleteri sul nostro organismo. Queste conseguenze negative riguardano tanto la sfera fisica quanto quella psicologica: le sostanze...

2361 0
2361 0

L’alcolismo, proprio come la dipendenza da droghe, ha effetti del tutto deleteri sul nostro organismo. Queste conseguenze negative riguardano tanto la sfera fisica quanto quella psicologica: le sostanze contenute in tali bevande fanno male al sistema nervoso, all’apparato digerente e a quello cardiocircolatorio, e ci rendono incapaci di coltivare al meglio le relazioni sociali e lavorative.

Per fortuna esistono dei Centri che si occupano della cura di chi è affetto da questa problematica, nei quali è possibile trovare sostegno e supporto. Il San Nicola di Arcevia, in provincia di Ancona, è un vero e proprio pilastro in questo campo: da anni si dedica alle persone dipendenti da alcool, cocaina, gioco d’azzardo ecc., istituendo dei programmi di riabilitazione ad hoc diversi a seconda delle circostanze.

Il team della struttura, formato da psicologi, psicoterapeuti, educatori e molti altri professionisti, accompagna i pazienti verso la guarigione analizzando con loro tutti i motivi che hanno generato la dipendenza. Si fornisce assistenza non solo in corso d’opera, ma anche dopo il trattamento, così da scongiurare il pericolo di una ricaduta. Il San Nicola è un’autentica oasi protetta, circondata dal verde, un ambiente che favorisce enormemente la rigenerazione del corpo e della mente.

L’equipe si serve di numerosi metodi, tra cui spicca quello dei 12 passi rivolto a coloro che soffrono di alcolismo. Qual è l’obiettivo? “Fermare il comportamento per capire il comportamento”, arrivare alla radice profonda del disturbo per estirparla e facilitare, così, il percorso terapeutico.

Quali sono i 12 passi?

Facciamo un po’ di chiarezza sull’argomento. I primi 3 passi sono incentrati sull’importanza di affidarsi a qualcuno e di chiedere aiuto: si ammette, cioè, di essere impotenti di fronte al bisogno di alcool, e di avere necessità di un intervento esterno per reagire. Nello specifico, coloro che scelgono questa via dichiarano di porre la propria salvezza nelle mani di un potere superiore, qualunque esso sia.

I successivi due passi, il e il , sono legati al tema dell’ammissione delle colpe, di un “inventario morale” che non tralasci alcun dettaglio. Si elencano tutti i difetti, e con la massima umiltà si prega il potere superiore, qualunque esso sia, di eliminarli (6° e 7° passo).

Siamo giunti all’ e al 9° passo, che consistono nel fare una lista delle persone ferite a causa dell’alcolismo e nel domandare loro perdono. Molto significativo è anche il 10° passo: si fa una nuova rassegna dei danni provocati dalla dipendenza, e si riconosce subito qualunque torto.

Gli ultimi 2 passi sottolineano l’efficacia di alcune pratiche, come la preghiera e la meditazione, e il raggiungimento di un traguardo: un “risveglio spirituale”, che verrà poi trasmesso agli altri alcolisti. Questo tragitto, diviso in vari step, può davvero fare la differenza e illuminare sugli atteggiamenti utili per dare una svolta alla propria vita.

Il valore del gruppo

Il metodo dei 12 passi non può prescindere da un elemento fondamentale, ovvero il gruppo. Quando si sta a contatto con il prossimo, infatti, si comprendono pienamente i comportamenti sbagliati, gli schemi che hanno portato a cadere nella dipendenza, le abitudini da allontanare per conseguire un risultato effettivo.

Il gruppo è come uno specchio: guardare gli altri vuol dire guardare sé stessi, eseguire un’operazione di introspezione e di autovalutazione. Si ascoltano i resoconti altrui, si mettono in evidenza gli aspetti del carattere da modificare per reinserirsi nella società. Certamente è indispensabile anche la terapia individuale, ma quella collettiva è altrettanto importante per confrontarsi con chi ha lo stesso problema e trovare una soluzione.

Non c’è giudizio critico, non ci sono obblighi: solo empatia, fiducia, sintonia. I 12 passi abbracciano un ambito molto ampio, che si estende dal singolo alla comunità, e sono essenziali per sconfiggere il senso di colpa, la vergogna, il timore e ogni altra sensazione negativa.

La storia del metodo dei 12 passi

Non tutti sanno che il percorso dei 12 passi ha origine tra gli Alcolisti Anonimi: l’associazione fondata da Bob Smith e Bill Wilson, nata nel 1935 con l’intento di supportare tutte le persone colpite da dipendenza da alcool.

Oggi questa tecnica è basilare per l’auto-mutuo-aiuto, tra i Giocatori Anonimi, i Narcotici Anonimi e gli altri gruppi volti alla cura delle dipendenze. È centrale in strutture come il San Nicola, dove ha sostenuto e continua a sostenere la ripresa psicofisica di tantissimi pazienti.

Condividi

Join the Conversation