Giornata montagna, il 30% degli agriturismi è in quota

Il 30% degli agriturismi attivi in Lombardia si trovano in montagna e rappresentano luoghi ideali per uno o più giorni di vacanza tra enogastronomia, natura e benessere alla...

837 0
837 0

Il 30% degli agriturismi attivi in Lombardia si trovano in montagna e rappresentano luoghi ideali per uno o più giorni di vacanza tra enogastronomia, natura e benessere alla scoperta del territorio montano, che con l’arrivo dell’estate viene valorizzato anche da pratiche agricole antiche come quella della transumanza di pecore, capre e mucche. È quanto afferma la Coldiretti Lombardia, in occasione della “Giornata regionale per le montagne lombarde” che quest’anno si celebra domenica 2 luglio.

La Lombardia può contare – precisa la Coldiretti regionale su dati Istat – su oltre 500 agriturismi situati in montagna, il 45% dei quali condotto da donne, dove svolgono una funzione centrale per la tutela del territorio e la difesa della biodiversità a sostegno del turismo sostenibile.

L’ agriturismo – spiegano Terranostra e Campagna Amica – è la struttura turistica piu’ integrata nel territorio montano, del quale segue i ritmi con l’attività di coltivazione e di allevamento e ne tutela l’identità anche nell’offerta enogastronomica, dai formaggi ai salumi fino ai vini. Un valore aggiunto determinante in un Paese come l’Italia dove oltre un terzo della spesa turistica nell’estate 2023 secondo la Coldiretti è destinato alla tavola, per un valore che supera i 15 miliardi di euro per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada o souvenir enogastronomici in mercati, feste e sagre di paese.

Per godere della bellezza della montagna – continuano Terranostra e Campagna Amica – occorre quindi ricordare e sostenere il ruolo svolto in questo ambiente dall’agricoltura e dall’allevamento che ne assicura la vitalità e ne disegna in modo profondo le forme ed i colori.

La montagna copre oltre 1/3 del territorio nazionale (35%) secondo la Coldiretti ma c’è il pericolo dell’abbandono per le difficoltà che hanno costretto centinaia di migliaia di aziende agricole a chiudere i battenti per la mancanza di opportunità.

Il rischio concreto è lo spopolamento della montagna italiana anche dalla presenza degli allevamenti, che hanno garantito fino ad ora biodiversità, ambiente e equilibrio socio-economico delle aree più sensibili del Paese perché – conclude la Coldiretti – quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere l’abbandono e il degrado spesso da intere generazioni.

Condividi

Join the Conversation