Dagli oratori la sfida al cyber-bullismo

Nel percorso di crescita di bambini e adolescenti, il web vanta un ruolo sempre più incidente; il 91% dei giovani tra 14 e 18 anni è iscritto ad...

971 0
971 0

Nel percorso di crescita di bambini e adolescenti, il web vanta un ruolo sempre più incidente; il 91% dei giovani tra 14 e 18 anni è iscritto ad almeno un social network e l’87% usa uno smartphone connesso a internet (Censis e Polizia Postale).

Il trend, riportato su scala nazionale, attesta che quasi un ragazzo su 4 è coinvolto, direttamente o meno, nei casi di bullismo/cyberbullismo. Un fenomeno in costante crescita, in linea con il panorama europeo come in questi giorni ha denunciato papa Francesco nel messaggio per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Di contro, i rischi che accompagnano l’esperienza digitale nell’età evolutiva non sono percepiti a sufficienza.

In questo scenario gli oratori rappresentato un importante contesto aggregativo ed educativo, che accoglie ogni giorno centinaia di migliaia di teenager, non necessariamente praticanti, molti provenienti da altre culture e di diverso credo religioso. Una risorsa indispensabile per le famiglie, che implica una responsabilità etica e sociale.

Per intercettare i nuovi bisogni della comunità, la Diocesi di Milano propone il primo corso on line su bullismo e cyber-bullismo, promosso dalla Fondazione Oratori Milanesi (FOM) e concepito in maniera specifica per gli educatori degli oratori e gli operatori pastorali.

Disponibile sulla nuova piattaforma di e-learning “https://www.oramiformo.it“, con il sostegno tecnico di Fondazione Clerici, il corso è realizzato in collaborazione con Fondazione Carolina, la no profit dedicata a Carolina Picchio, la prima vittima di cyberbullismo in Italia, divenuta un’icona per migliaia di ragazzi grazie al suo messaggio: le parole fanno piu’ male delle botte.

Attraverso video e contenuti multimediali, “OraMiFormo” introduce alla conoscenza dei nuovi fenomeni, come il sexting e la sextortion; aiuta a cogliere i primi campanelli di allarme dei comportamenti devianti di cui si rendono responsabili gli adolescenti o di cui sono vittime; fa luce sui meccanismi tecnici con cui funzionano i principali social network e i sistemi di messaggistica; approfondisce anche le implicazioni legali e le responsabilità penali introdotte dalla recente normativa.

I contenuti, per un totale di 12 ore complessive di lezione, sono costituiti da contributi video e multimediali, accessibili in rete sottoscrivendo una quota di iscrizione.

Educatori virtuali accompagnano gli operatori attraverso le tematiche in linea con la riqualificazione degli oratori, con l’obbiettivo di declinare la cultura del dialogo e i valori della comunione nella società 4.0. Il percorso si conclude poi con incontri in presenza che integrano e verificano l’acquisizione dei concetti somministrati in rete.

Dopo una prima fase sperimentale, che ha coinvolto 300 tra educatori e allenatori, l’iniziativa di formazione sarà lanciata negli oratori della Diocesi di Milano. La piattaforma “OraMIfomo” sarà promossa da Fom e Fondazione Carolina nel corso dei laboratori, testimonianze, giochi e dibattiti organizzati nella Diocesi ambrosiana e in oltre 400 oratori in tutta Italia.

Gli incontri sono programmati dal 4 al 10 Febbraio, durante la settimana del Safer Internet Day, la Giornata mondiale per la Sicurezza in Rete, istituita dalla Commissione Europea e promossa in Italia dal Ministero dell’Istruzione nell’ambito del programma Generazioni Conesse.

Il percorso innovativo avviato dalla FOM rappresenta un riferimento anche per il resto delle comunità pastorali, che intendono aggiornarsi senza rinunciare alle tradizioni, ma investendo sul dialogo autentico con le nuove generazioni.

«Gli strumenti delle rete possono causare danni enormi. Vi incoraggio ad entrare in questo mondo, perché li utilizziate per fare del bene anziché del male», esorta l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, nel videomessaggio registrato per il lancio dell’iniziativa.

«I ragazzi passano il loro tempo a scuola, in palestra, in oratorio, ma anche nelle nuove piazze virtuali, oggi rappresentate dai social network. Dentro le nostre comunità ci sono community. Poiché quello che succede sulla rete ha poi effetti a volte purtroppo drammatici sulla vita reale dei giovani, come educatori dobbiamo conoscerle e trovare le modalità per esercitare in modo nuovo il nostro ruolo anche nei luoghi virtuali. Da qui l’idea di questo primo corso, che offriamo attraverso una piattaforma di e-learning, una modalità che non ha precedenti tra le Diocesi italiane e che pensiamo possa essere uno strumento efficace attraverso il quale distribuire contenuti anche su altri temi per migliorare la proposta educativa degli oratori, in vista del nostro programma di rilancio che abbiamo ribattezzato Oratorio Venti-Venti», dichiara don Stefano Guidi, direttore della Fondazione Oratori Milanesi.

«Dal il 2013 i rischi per i minori in Rete sono esponenzialmente aumentati con la diffusione delle APP per smartphone. Per accedere ai social, a partire da Facebook, non era più necessario connettersi tramite computer, ma bastava estrarre il telefono dalla tasca dei jeans. Da allora lo smartphone si è aggiunto, nel bene e nel male, alle tradizionali agenzie educative, come famiglia e scuola. I ragazzi credono di trovare le risposte a tutto, a portata di click, supplendo cosi’ ai reali bisogni, soprattutto in termini valoriali. OraMiFormo aiuta educatori, animatori e volontari ad intercettare il disagio in una logica di prevenzione, di dialogo e di supporto», spiega il direttore generale di Fondazione Carolina, Ivano Zoppi.

«Da circa 5 anni incontro migliaia di studenti di tutte le regioni; raccontavo la storia di Carolina, e nei loro abbracci trovavo la forza di andare avanti. Oggi sono loro a chiedere conforto; nei loro occhi e nelle loro parole leggo richieste di aiuto che non sempre gli adulti riescono a intercettare. Siamo noi a dover fare il primo passo, abbiamo il dovere di far capire ai nostri figli che un abbraccio vale più di mille like», conclude il papà di Carolina, Paolo Picchio che ha trovato la forza di trasformare il dolore in una grande sfida educativa, portata avanti nel nome di sua figlia nelle scuole, nelle famiglie e, da oggi, negli oratori.

Condividi

Join the Conversation