Garattini: a maggio risposte su farmaci anti covid

di Donatella Salambat. Silvio Garattini, bergamasco, 92 anni, sessanta dei quali interamente dedicati allo studio della scienza medica, fondatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, con...

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di Donatella Salambat. Silvio Garattini, bergamasco, 92 anni, sessanta dei quali interamente dedicati allo studio della scienza medica, fondatore e presidente dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, con sede a Milano, è uno dei massimi esperti italiani in tema di sperimentazione e ricerca di nuovi farmaci.

In un periodo così complicato a causa del contagio da Coronavirus, con notizie sui nuovi farmaci o sperimentazione di vaccini, abbiamo pensato di avvicinarlo e di chiedergli un parere che ci illumini facendo un po’ di chiarezza.

Professor Garattini, ogni giorno si sente parlare di un farmaco per il Covid-19. A suo giudizio, ne esiste uno su tutti, risolutore?

Vi sono molti studi in corso che riguardano farmaci antinfiammatori, antivirali e anti coagulanti per evitare la formazione di microtrombi non solo nel polmone. Entro Maggio si dovrebbe avere qualche risultato preliminare per concentrare l’ attenzione solo sui farmaci che avranno dimostrato un buon rapporto benefici-rischi.

Si arriverà ad una cura o a un vaccino; e se sì, quando?

È difficile fare l’indovino. Per i farmaci vi sono molte ipotesi e studi in corso in tutto il mondo. Se si tratta di un farmaco già in commercio i tempi saranno relativamente brevi. Se si tratta di farmaci del tutto nuovi, ci vorrà molto più tempo per realizzare tutti gli studi necessari negli animali e nell’ uomo.

Superata la fase acuta che esiti può lasciare Covid-19 a livello polmonare?

Purtroppo non lo sappiamo perché alcuni studi ancora preliminari avrebbero stabilito che vi sono problemi anche in altri organi ed in particolare nel cuore. Non bisogna poi dimenticare lo stress e i problemi psicologici che possono evolvere in malattie mentali.

Che cosa pensa del vaccino “Pitt-CoVacc” studiato dal team della Pittsburgh School of Medicine?

È un vaccino avveniristico. Dalle informazioni riportate si tratta di un cerotto dalle dimensioni di un polpastrello su cui vi sono 400 aghi di glucosio per rilasciare il vaccino a livello sottocutaneo. Sembra che questo vaccino abbia superato la fase della sperimentazione animale ed inizi quella umana. Speriamo che sia pronto presto, ma bisogna sorvegliare che sia disponibile ovunque, se necessario anche attraverso licenze obbligatorie.

Secondo lei, i dispositivi di prevenzione (mascherine, guanti) sono utili nella quotidianità?

C’è ancora molta discussione, ma sono convinto che siano comunque da utilizzare per una protezione e soprattutto per ricordarci che non siamo in una situazione di normalità. Comunque devono essere disponibili in quantità sufficienti per tutti.

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