Ma quanti “portoghesi” viaggiano in Italia?

Treni, metropolitane, tram e autobus vengono spesso usati da persone che non pagano il biglietto. Un “piccolo” reato che causa danni economici alle aziende di trasporto e, quel...

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Treni, metropolitane, tram e autobus vengono spesso usati da persone che non pagano il biglietto. Un “piccolo” reato che causa danni economici alle aziende di trasporto e, quel che è peggio, forti disagi ai passeggeri che spesso perdono tempo per i contenziosi tra controllori e viaggiatori irregolari. Pubblichiamo la lettera di una lettrice che descrive uno dei tanti casi in cui i viaggiatori, spesso pendolari, subiscono ritardi a causa di persone sprovviste di biglietto.

Egregio Direttore,

Giovedì 21 Giugno, mi trovo sul treno linea “Ferrovie Nord” Milano-Laveno Mombello delle 7,52. Il treno parte da Cadorna-Milano in perfetto orario; il convoglio è affollato, pulito e confortevole. Non sono una pendolare, ma di tanto in tanto, mi trovo ad utilizzare il treno per piccoli spostamenti di piacere o anche di lavoro.

Alla stazione di Saronno salgono tre uomini, extracomunitari. Uno dei tre ripone un attrezzo sul portabagagli situato sopra i sedili. Passano pochi istanti e prima che il treno riprenda la marcia, passa il controllore, una donna, che chiede i biglietti e tutti tranquillamente li esibiamo.

Nel frattempo, comincio a chiacchierare con una giovane ragazza, appena laureata trasferitasi in Lombardia in cerca di lavoro. Passano pochi minuti e la mia attenzione viene attirata da un fatto che dovrebbe essere raro, ma purtroppo, per molti abituati a servirsi dei mezzi pubblici, ormai, è all’ordine del giorno.

Il controllore si avvicina ai tre uomini e chiede gentilmente di esibire il biglietto; uno dei tre lo esibisce senza guardare in viso la donna, che lo controlla e lo restituisce, poi fa la stessa richiesta agli altri due uomini, che prima la guardano e poi rispondono in una lingua con alcune parole aspirate: arabo? Il controllore richiede il biglietto, non ottenendolo, tenta di capire la loro destinazione.

I due uomini continuano a parlare nella loro lingua. Il controllore, irremovibile, pronuncia queste parole: “Esibite il biglietto oppure dovete scendere” . I due non si muovono, il controllore ripete l’invito, poi prende il cellulare e, in quel momento, i due uomini si alzano e in italiano dicono: “scendiamo”. Il controllore si accerta che scendano e l’uomo che accompagnava i due rimane fermo e continua a leggere imperterrito un giornale.

Il controllore si allontana, passa accanto ad un altro passeggero al quale chiede il biglietto. L’uomo, un italiano, lo esibisce, ma ha un biglietto scaduto. Il controllore ne rifà uno idoneo, presumibilmente con una piccola penale.

Il viaggio prosegue senza altri intoppi così come la conversazione con la giovane seduta di fronte che mi fa notare che spesso su questa linea i treni arrivano in ritardo a causa di persone che salgono senza biglietto, alcuni scendono senza troppe storie, mentre altre si rifiutano, non solo di pagare il biglietto, ma anche di scendere dal convoglio.

Così spesso accade che chi ha pagato il regolare pedaggio arrivi in ritardo al lavoro o ad appuntamenti perché il controllore è costretto a far fermare in qualche stazione il treno a causa di chi non è in regola.

Il “segreto” per salire su un treno senza biglietto o entrare in metropolitana è molto semplice. Le persone che cercano di eludere il controllo, soprattutto nelle metropolitane, superano i tornelli accostandosi il più possibile a chi possiede il biglietto mentre transita dalla porta. Così che a passare siano due anziché uno.
Sono scene che spesso noto non solo in stazione, ma anche nelle metropolitane. Forse non sarebbe opportuno mettere un controllo alla salita dei treni o al di là dei tornelli? Immagino sia una cosa complicata in una metropoli come Milano dove nelle stazioni dei treni o delle metropolitane si riversano migliaia di persone tutti i giorni e non solo per lavoro.

Questa situazione mi inquieta. Negli ultimi anni si vedono sempre più e oserei dire si sentono quotidianamente notizie di immigrati che usufruiscono di qualsiasi mezzo di trasporto senza pagare il biglietto, oppure fingono di ignorare la semplice regola di obliterare il biglietto prima di salire a bordo di qualsiasi mezzo.

Questo provoca reazioni differenti negli italiani i quali, nonostante la crisi economica che stiamo ancora vivendo, nella maggioranza dei casi pagano il biglietto.
Altra cosa ancora più fastidiosa è l’atteggiamento di una certa stampa che, col solito “ritornello” dell’accoglienza, di fatto giustifica questi comportamenti dimenticando un altro aspetto: il ruolo di autisti e controllori che sono costretti a liti quando non a patire aggressioni.

Non si tratta di razzismo, come certa stampa afferma, ma di pretendere che chi vuole vivere in Italia deve rispettare le regole che questo Paese si è dato.

Questa lettera non vuole esasperare una situazione che nel nostro Paese credo sia ormai poco controllabile, ma solo evidenziare un comportamento davvero odioso che provoca solo disagi a quei cittadini, qualsiasi siano le loro origini, che rispettano le regole civili del Paese in cui vivono e non devono subire soprusi da chi è “ospite” e spesso irregolare.

Lettera firmata

La risposta del direttore di Comolive: L’alto tasso di illegalità presente nel nostro Paese, gentile lettrice, parte proprio da questi, apparentemente, minuscoli reati. Chi non paga il biglietto, chi parcheggia l’auto negli spazi riservati ai disabili, chi non rispetta il proprio turno mettendosi in coda, chi non rilascia lo scontrino del caffè, etc. etc. sono comportamenti che stanno alla base e, nel tempo, finiscono per alimentare quei grandi reati che eccellenti organizzazioni criminali sanno realizzare. Non dimentichiamo che in Italia possiamo vantare di averne quattro tra le migliori del mondo: ‘ndrangheta, mafia, sacra corona unita e camorra.  

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