Radio Maria: eccellenza italiana e della Chiesa

di Alberto Comuzzi – Pochi giorni fa padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, è finito nel tritacarne di buona parte del mainstream giornalistico per avere sostenuto che...

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di Alberto Comuzzi – Pochi giorni fa padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria, è finito nel tritacarne di buona parte del mainstream giornalistico per avere sostenuto che da tempo si sta «interrogando sulle cause del virus di Wuhan, dove e perché si è sviluppato».

Non solo, il sacerdote si sarebbe permesso pure di dire che «ci sia un progetto satanico alla base di tanto dolore patito dall’umanità, la quale sarebbe pure messa in ginocchio da una dittatura sanitaria preludio alla nascita di un mondo nuovo».

Un’opinione, la sua (per altro largamente condivisa da tante persone), che ha fatto gridare allo scandalo e che ha spinto qualche poco documentata penna in cerca di visibilità a definirlo “negazionista e complottista”. A questi campioni del laicismo più becero non è poi parso vero di poter estendere il loro sarcasmo, al limite della diffamazione a mezzo stampa, anche contro Radio Maria che, sia detto di sfuggita, è un’emittente quotidianamente seguita da oltre 35 milioni di persone nel mondo.

Certo una radio cattolica che 24 ore su 24 al giorno irradia messaggi di pace, che invita alla preghiera, che ha come obiettivo la salvezza delle anime e che annuncia Gesù attraverso i messaggi di sua mamma, la Vergine Maria, è un’avversario temibilissimo per chi ha mire diaboliche. È stolto, oltre che eticamente riprovevole, gettare fango su una persona solo perché ritiene opera demoniaca la pandemia e ciò che essa ha prodotto.

Visto che appartengono a quell’area di media che vivono in gran parte di sovvenzioni pubbliche, i detrattori di Padre Livio e ancor più di Radio Maria dovrebbero chiedersi come fa a prosperare un’emittente che non ha pubblicità e che non ha protettori di alcun genere. Senza rendersene conto la loro virulenta aggressione ha fatto schizzare i contatti al sito internet della radio rendendola così ancora più popolare. Viene da pensare che spesso da un male nasce un bene.

L’emittente di Erba è oggi diffusa in 107 Nazioni e sta aiutando a sviluppare 46 progetti di comunicazione in altrettanti Paesi soprattutto dell’ Africa. Si tratta – laicamente – di un’eccellenza italiana che proietta nel mondo la positiva immagine di un’alta esperienza nel campo della radiofonia e – per i credenti – di un’efficace strumento di annuncio del Kerigma promosso da quella Chiesa una, santa, cattolica, apostolica e romana che da duemila anni la bestia cerca in ogni modo di distruggere. Chi si sintonizza sulle frequenze di Radio Maria avverte immediatamente una piacevole sensazione di serenità. Ha quasi l’impressione di essere avvolto da un impalpabile, protettivo manto che pervade l’etere. Un vero mistero, provare per credere.

Diceva il filosofo francese Blaise Pascal (1623-1662) che «le grandezze esteriori (politiche, sociali, economiche), malgrado la loro apparenza, non hanno alcuna attrattiva per coloro che si sono dati alle ricchezze intellettuali (cioè gli uomini di pensiero ai quali dovrebbero appartenere i giornalisti; qui il condizionale è d’obbligo. n.d.r.). I grandi della carne (ricchi, re, potenti, ecc.) non hanno occhi per la grandezza delle persone che vivono la vita dell’intelletto, ma la grandezza che viene da Dio è misconosciuta ai carnali e agli stessi uomini di pensiero». I grandi “comunicatori” se ne facciano una ragione e, con umiltà, ammesso che ne abbiano, cerchino di capire perché Radio Maria ha un così alto indice d’ascolto.

Forse potrebbero trovare un aiutino dalle parole di William Shakespeare: «Ci sono più cose in cielo e in Terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia». O, forse, potrebbero cominciare a meditare sul motto che padre Livio ha coniato per la radio che dirige e che spesso invita i suoi ascoltatori a seguire: «Siamo sereni e operosi allietando il mondo con comportamenti virtuosi».

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