Cent’anni fa nasceva un santo: Karol Wojtyla

di Alberto Comuzzi –  Che cosa si può dire di più di un santo? Che parole si possono usare per ricordare un testimone e gigante della fede come...

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di Alberto Comuzzi –  Che cosa si può dire di più di un santo? Che parole si possono usare per ricordare un testimone e gigante della fede come Karol Wojtyla, papa Giovanni Paolo II?

Lunedì 18 Maggio ricorre il primo centenario della sua nascita; era nato infatti nel 1920 a Wadowice quando la Polonia, in preda alle convulsioni provocate della Rivoluzione d’Ottobre del 1917, si trovava da tempo impegnata a fronteggiare anche le mire espansionistiche dell’armata rossa sovietica.

Il 15 Agosto di quell’anno Papa Benedetto XV raccomandò la recita del Santo Rosario in tutta la Cristianità per ottenere dalla Vergine Maria il sostegno e la vittoria contro i comunisti bolscevichi che erano arrivati alle porte di Varsavia. Il giorno dopo, inaspettatamente, l’esercito polacco inflisse una cocente sconfitta ai sovietici che, sulla bassa Vistola, dove avvenne la battaglia, lasciarono sul campo 10.000 morti e 60.000 prigionieri.

Qualche settimana dopo Lenin sarà costretto a chiedere l’armistizio che culminerà con il Trattato di pace firmato, nel mese di Ottobre, a Riga. I Polacchi ricordano ancora oggi quell’evento come “Miracolo della Vistola” ottenuto anche grazie alle preghiere esaudite dalla Madonna Nera venerata nel santuario di Częstochowa.

San Giovanni Paolo II, nei suoi 85 anni di vita (è morto il 2 Aprile 2005), ha conosciuto l’intolleranza e la violenza sia del nazismo, sia del comunismo; s’è guadagnato il pane lavorando come operaio alla Solvay, ha studiato in clandestinità con grande disciplina e, sottoponendosi a sacrifici non comuni, ha raggiunto profonde conoscenze teologiche e filosofiche divulgandole poi nelle diverse lingue che parlava.

Papa Wojtyla, oltre al greco e al latino (che aveva insegnato), conosceva il russo, il tedesco, l’inglese, l’italiano, il francese, lo spagnolo, il portoghese, il ceco e naturalmente il polacco.

Nei suoi 27 anni di pontificato (eletto al soglio di Pietro il 16 Ottobre 1978) Papa Wojtyla ha emanato 12 encicliche, tenuto 2.187 discorsi pubblici e compiuto 218 viaggi apostolici in 176 Paesi di tutti i continenti.

Nel suo stemma pontificio si stagliava nitido “Totus tuus”, il motto che lo univa inscindibilmente alla Madre di Dio e all’intervento della Quale aveva sempre attribuito la miracolosa deviazione dagli organi vitali del proiettile con cui era stato colpito nell’attentato subito a Roma, il 13 Maggio 1981. Già, il 13 Maggio, data i cui si celebra e onora la Madonna di Fatima. Caso fortuito? Strana coincidenza? Forse, ma che per un credente assume un valore molto più che simbolico, come altra strana coincidenza è la (causale?) riapertura, proprio il 18 Maggio, di tutte le chiese italianane dopo la pandemia causata dal virus di Wuhan.

Giovanni Paolo II è il santo che invitava a «non avere paura», a «spalancare le porte a Cristo» e a «consacrarsi al cuore immacolato di Maria».

Il suo successore, papa Benedetto XVI, meglio di qualunque altro ha saputo cogliere il “peso spirituale” della testimonianza di fede che Karol Wojtyla ha dato lungo l’intera sua esistenza e ha opportunamente assecondato il desiderio espresso da milioni di cattolici di abbreviare i tempi per la sua canonizzazione, avvenuta il 27 Aprile 2014 insieme a quella di un altro pontefice tanto amato, Giovanni XXIII.

Certamente complice l’evoluzione della tecnologia, resta però un dato di fatto che l’evento mediatico più importate sino ad oggi registrato a livello planetario sia stato il rito funebre di Giovanni Paolo II. È stato accertato che 3 miliardi e mezzo di persone (un cittadino della Terra su due) abbiano visto le immagini della bara al centro di una piazza San Pietro affollata da delegazioni governative provenienti da 111 Paesi del mondo.

Se il giudizio più completo sul pontificato di Giovanni Paolo II saranno gli storici futuri a darlo con obiettività, per noi contemporanei (praticanti e non) che abbiamo avuto l’immeritata opportunità di vederlo camminare nelle nostre strade, il verdetto è stato emesso: santo.

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