Scomparso Giovanni Ancarani storico presidente dell’Auxologico

di Donatella Salambat – Giovanni Ancarani dopo una lunga malattia, a 86 anni si è spento, sabato 25 Maggio, all’Ospedale San Luca di Milano. Alla Rsa Monsignor Bicchierai...

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di Donatella SalambatGiovanni Ancarani dopo una lunga malattia, a 86 anni si è spento, sabato 25 Maggio, all’Ospedale San Luca di Milano. Alla Rsa Monsignor Bicchierai in via Mosè Bianchi a Milano è stata allestita la camera ardente, che ha visto tante persone presentarsi per rendergli omaggio.

Nella basilica di Sant’Ambrogio, martedì 28 Maggio, con una Messa officiata da monsignor Erminio De Scalzi, alla presenza di familiari, amici, conoscenti, colleghi, l’ultimo saluto ad un uomo che ha ricoperto tanti ruoli importanti in numerose istituzioni, ma che per molti era e sarà sempre il presidente storico dell’Istituto Auxologico Italiano.

Laureatosi in Giurisprudenza fu docente di Storia contemporanea delle istituzioni politiche alla Facoltà di Scienze Politiche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e membro del Consiglio di Amministrazione del medesimo ateneo; presidente della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde e successivamente consigliere di Banca Intesa; presidente della Fondazione culturale Ambrosianeum.

Nato a Ravenna nel 1933 si trasferì ancora giovane a Milano, città in cui sviluppò la sua intera vicenda professionale. Visse a lungo anche nel Verbano, culla dell’Auxologico con l’ospedale San Giuseppe di Piancavallo e poi con la sede di Villa Caramora.

Chi, come noi, ha avuto di collaborare con lui per anni, lo ricorda come persona dal carattere schivo, riflessivo, riservato, ma dalle grandi qualità umane. Nonostante la sua formazione fosse d’impronta giuridica ha sempre avuto un grande interesse per la medicina.

Fu la sua operosità ed il suo ingegno a portarlo a fare dell’Istituto Auxologico uno dei fiori all’occhiello della sanità milanese e italiana, un grande dono che ha lasciato alla città di Milano, ai milanesi e agli italiani. La speranza è che chi oggi ha ereditato questo patrimonio lo sappia, se non ulteriormente sviluppare, almeno conservare.

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