Controlli, igiene e prevenzione: quanto costa davvero andare dal dentista?

In Italia, la salute orale rappresenta un ambito della medicina troppo spesso trascurato, complice una percezione ancora largamente diffusa che tende a considerare le cure dentistiche come un...

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In Italia, la salute orale rappresenta un ambito della medicina troppo spesso trascurato, complice una percezione ancora largamente diffusa che tende a considerare le cure dentistiche come un lusso e non come una necessità. A differenza di molte altre specialità mediche, le prestazioni odontoiatriche non rientrano nel Servizio Sanitario Nazionale se non per limitate categorie di pazienti, rendendo di fatto l’accesso alle cure una questione prevalentemente privata. Tuttavia, è proprio la prevenzione – e quindi i controlli regolari e l’igiene dentale – a costituire la prima linea di difesa contro patologie più gravi, invasive e onerose.

I costi della prevenzione odontoiatrica

Il costo di una visita odontoiatrica di controllo si attesta mediamente tra i 50 e i 100 euro, con variazioni determinate dalla complessità dell’esame, dall’eventuale inclusione di diagnostica per immagini e dalla zona geografica. Allo stesso modo, una seduta di igiene orale professionale – fondamentale per la prevenzione della carie e della parodontite – oscilla tra i 70 e i 100 euro, ma può arrivare anche oltre i 150 euro in cliniche private o in presenza di tecniche avanzate. A fronte di questi importi, non sempre sostenibili per tutti, emerge una realtà preoccupante: sono 5 i milioni di italiani che rinunciano alle cure dentali, secondo recenti rilevazioni di associazioni di categoria e osservatori di settore.

Questa rinuncia, tutt’altro che marginale, è il sintomo di una crisi d’accesso alle cure che non si limita alla sola dimensione economica. In molti casi si aggiungono ostacoli di natura culturale – come una sottovalutazione dei rischi connessi alla cattiva igiene orale – o organizzativa, per la difficoltà di conciliare gli impegni lavorativi e familiari con la gestione di appuntamenti specialistici. Tuttavia, la rinuncia alle visite periodiche non fa che aumentare, nel medio-lungo termine, la probabilità di dover affrontare interventi ben più complessi e onerosi: dalla devitalizzazione, che può costare tra i 120 e i 450 euro in base al numero di canali del dente, fino all’implantologia, i cui prezzi – per un impianto completo – possono superare i 2.000 euro.

Un sistema in cerca di soluzioni accessibili

Negli ultimi anni, si è assistito a una crescita dell’offerta di formule alternative: cliniche low-cost, turismo odontoiatrico all’estero e pacchetti promozionali. Tuttavia, questi approcci sollevano non pochi interrogativi in merito alla qualità delle prestazioni, alla trasparenza dei preventivi e alla continuità delle cure. Di fronte a questo scenario, si stanno progressivamente diffondendo formule di assicurazione dentistica con copertura totale, pensate per garantire accesso continuativo a visite e trattamenti, minimizzando l’impatto economico per il paziente. Queste soluzioni – offerte da compagnie specializzate e fondi sanitari integrativi – possono prevedere l’inclusione di prestazioni di routine (come detartrasi e controlli semestrali) e coperture per interventi più complessi, migliorando significativamente la compliance del paziente e incentivando la prevenzione.

Anche alcune Regioni italiane hanno sperimentato forme di esenzione parziale o totale per fasce di reddito più basse, minori e persone con patologie invalidanti. In Lombardia, ad esempio, i minori di 14 anni possono accedere gratuitamente alle cure odontoiatriche di base tramite il codice esenzione E11. Si tratta però di iniziative frammentarie, che non coprono in modo omogeneo il fabbisogno della popolazione.

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