San Gerardo il Santo di Monza

Se San Giovanni Battista, che si celebra il 24 giugno, è il patrono di Monza, San Gerardo è il Santo di Monza, co-patrono e nato nella città di...

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Se San Giovanni Battista, che si celebra il 24 giugno, è il patrono di Monza, San Gerardo è il Santo di Monza, co-patrono e nato nella città di Teodolinda, regina dei Longobardi.

A San Gerardo sono dedicate a Monza ben 3 chiese: la parrocchiale di San Gerardo al Corpo, la cappella dell’Ospedale Vecchio fra via Magenta e via Arnaldo da Brescia e la chiesetta di San Gerardo Intramurano, nei pressi del ponte di San Gerardino, sul luogo dell’antico luogo di cura fondato dal Santo medesimo.

Narra la storia che il giovane Gerardo dei Tintori, nato nel 1134 a Monza da famiglia agiata, utilizzò i beni ereditati dai genitori per fondare un ospedale, dove poter assistere poveri e malati. L’ospedale operò in seguito anche grazie a una convenzione con l’autorità ecclesiastica, ovvero il Duomo di Monza, e con l’autorità laica, ossia il Comune monzese. San Gerardo diresse il suo ospedale fino alla sua morte, avvenuta il 6 giugno 1207.

Tanti i miracoli attribuiti al Santo. Si narra che entrasse ed uscisse dal Duomo di Monza attraverso le porte chiuse. Un altro miracolo, ricordato ogni anno con la deposizione della statua del Santo nel Lambro, riguarda l’attraversamento del fiume in piena camminando  sopra il suo mantello steso sull’acqua. Un altro miracolo è all’origine della tradizione delle ciliegie, simbolo non solo di San Gerardo ma dell’intera città di Monza. Pare infatti che il Santo per convincere i canonici del Duomo che si rifiutavano di farlo rimanere oltre l’orario di chiusura,  promise in pieno inverno di presentarsi con un cesto di ciliegie. Cosa che puntualmente fece la mattina successiva. Non mancano guarigioni miracolose e moltiplicazione di cibo in tempi di carestia. La Chiesa ha riconosciuto 20 miracoli compiuti dal Santo, alcuni dei quali compiuti per intercessione dopo la sua morte.

La venerazione di Gerardo era talmente elevata che venne chiamato beato nel 1230, solo pochi anni dopo la sua morte, e San Carlo Borromeo ne confermò il culto nel 1583.

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