Ruba l’auto della moglie e brucia quella della cognata

Avrebbe rubato e poi abbandonato l’auto della moglie, successivamente avrebbe bruciato l’auto della cognata. I Carabinieri di Agrate Brianza, svolti i primi accertamenti, avrebbero individuato il responsabile in un uomo di 33 anni residente a Caponago, pregiudicato,  già sottoposto al divieto di avvicinamento alla moglie, dati i precedenti per maltrattamenti.

La moglie 35enne residente a Caponago (MB) e la sorella 37enne residente a Cambiago (MI) avevano denunciato ai carabinieri il furto della Fiat Grande Punto della prima, parcheggiata presso la sua residenza di Caponago e  l’incendio dell’autovettura della seconda, una Peugeot 207, temporaneamente parcheggiata presso la medesima residenza, completamente distrutta dalle fiamme domate dai Vigili del Fuoco di Gorgonzola (MI) prontamente intervenuti.

Secondo i Carabinieri gli eventi sono verosimilmente riconducibili a dissidi familiari sorti a seguito della separazione tra la 35enne e il marito, con precedenti per maltrattamenti commessi proprio nei confronti della moglie.

Dopo quei primi immediati accertamenti i Carabinieri, acquisiti ulteriori chiari indizi, rintracciavano nel pomeriggio dello stesso giorno, a Carugate, il marito della denunciante 35enne, traendolo in arresto proprio poiché ritenuto responsabile del furto dell’ autovettura della moglie e del danneggiamento seguito da incendio dell’ autovettura della sorella di quest’ultima.

Non vi sarebbe un particolare movente da cui scaturiscano le due azioni delittuose, probabilmente solo riconducibili ad un forte rancore nei confronti delle due donne, acuitosi nel corso delle procedure di separazione legale tra l’uomo e la coniuge. I Carabinieri deferivano altresì in stato di libertà l’amico del 33enne, in compagnia dello stesso durante quella nottata, un 30enne di Cernusco sul Naviglio (MI), incensurato, che parrebbe possa aver collaborato l’arrestato nelle azioni delittuose.

 L’ autovettura rubata veniva rinvenuta dai militari a Cologno Monzese (MI) e restituita all’avente diritto. L’ uomo, al termine delle formalità di rito, veniva tradotto presso la casa circondariale di Monza.