USMATE VELATE – A sessantuno anni dalla tragedia, il ricorso è sempre commosso e vivo. Quella che è nota come la tragedia del Vajont si verificò il 9 ottobre 1963 allorché un pezzo staccatosi dal monte Toc precipitò in un invaso d’acqua limitato da una diga.
L’intensità dell’impatto portò l’acqua a superare la diga stessa e a travolgere diversi paesi della zona tra cui Longarone. Quel dramma rivivrà ora in una serata in programma martedì 19 novembre alle 21 all’aula magna delle scuole di via Luini 2 di Usmate Velate e intitolata “Vajont 63 , il coraggio di sopravvivere”.
Alla serata interverranno il sindaco di Longarone Roberto Padrin e la famiglia Callegari, filo diretto che lega il paese del Bellunese a quello brianzolo. “Noi – hanno spiegato Adriano, Rossano e il figlio Davide Callegari – siamo originari del Polesine, ma a causa dell’alluvione del 1951 fummo costretti a trovare ospitalità, come sfollati, in alcune colonie lontano da casa – quando l’emergenza rientrò, il cugino Almerino decise di tornare a Longarone, avendo nel frattempo trovato l’amore di sua moglie Maria Luigia e un lavoro proprio presso la famosa diga”.
La felicità era la colonna sonora della loro vita sino a quando non sopraggiunse quel maledetto 9 ottobre 1963. I Callegari, ormai stabilitisi a Usmate, si recarono a Longarone per rendere omaggio al cugino tragicamente scomparso quel giorno.
E fu in quell’occasione che il sindaco della città bellunese Roberto Padrin ricevette una targa in segno di solidarietà verso tutti gli scomparsi di quella tragedia da parte del comune di Usmate Velate. Durante la serata sarà proiettato un documentario realizzato in collaborazione con il comune di Longarone.
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