A Lecco arrivano le Baite Filosofiche

Michelangelo Pistoletto, uno dei più grandi artisti contemporanei a livello mondiale, introduce il festival delle Baite filosofiche 2021, in programma a Lecco dal 27 luglio all’1 agosto e...

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Michelangelo Pistoletto, uno dei più grandi artisti contemporanei a livello mondiale, introduce il festival delle Baite filosofiche 2021, in programma a Lecco dal 27 luglio all’1 agosto e che lo vedrà protagonista all’inaugurazione ufficiale fissata per il 29 luglio in località Campo De’ Boi.

Baite Filosofiche

Un’iniziativa, le Baite Filosofiche, che nasce dalla collaborazione tra una nutrita rete di partner con capofila l’Institut de Recherche et d’Innovation di Parigi e il CRAMS di Lecco e che grazie alla direzione scientifica dei filosofi Paolo Vignola e Sara Baranzoni porterà in città, in particolare in quota, importanti filosofi, studiosi e artisti contemporanei come Antoinette Rouvroy, Giuseppe Longo, Maurizio Carta, Federica Timeto, Daniela Angelucci. E ancora, per citare alcune delle personalità attese, Maël Montevil, Gianbattista Bufalino, Oriana Persico, Salvatore Iaconesi e Riccardo Fanciullacci, in un grande evento dedicato alla riflessione teorico/pratica sulle città del futuro, le 100 Smart Cities del programma lanciato dalla commissione europea a dicembre 2020.

Un’occasione per dialogare sulle connessioni e le collaborazioni necessarie tra tutti i settori della vita economica e sociale, con il fine di immaginare e ridisegnare le città del futuro.

Baite Filosofiche

Dice Pistoletto: “L’arte è il propellente del motore che fa viaggiare l’intera società. Praticamente è alla base dello sviluppo sociale dell’uomo dalle sue origini. L’arte ha creato il mondo artificiale, infatti lo stesso termine artificio ha come radice la parola arte. Il mondo artificiale in cui viviamo oggi è il prodotto artistico dell’umanità, sapere questo ci gratifica ma allo stesso tempo ci pone difronte a una terribile constatazione. Il mondo artificiale, nutrendoci indiscriminatamente della nostra Terra, ha assunto dimensioni tali da divenire un enorme meteorite che collide con il mondo naturale. Ora, con tale consapevolezza, l’arte deve assumere la massima responsabilità e guidare la società nell’improrogabile impresa volta a evitare la catastrofe. Con questo obbiettivo stiamo conducendo un esperimento di transizione verso la sostenibilità proprio a Lecco, nei Quartieri del Terzo Paradiso, basandoci sui 17 goal dell’agenda 2030 dell’ONU. Attraverso i momenti di riflessione collettiva delle Baite Filosofiche vogliamo cercare di coinvolgere tutti gli abitanti, le aziende, gli amministratori pubblici e gli esperti di tutti i settori nel territorio, per arrivare insieme a costruire una collettività libera e responsabile”.

Dedicato al filosofo Bernard Stiegler a un anno dalla sua scomparsa, questo festival del pensiero vuole dare il proprio contributo a una sperimentazione territoriale che porta con sé l’ambizione di reinventare i rapporti sociali e alcune attività economiche del territorio attraverso l’arte, qui intesa come motore di sviluppo e di responsabilizzazione. «Seguendo le orme del filosofo francese e del grande artista biellese Michelangelo Pistoletto – spiega, infatti, Angelo Riva, Presidente di CRAMS – vogliamo realizzare, a Lecco ed entro il 2030, una transizione ecologica e socialmente inclusiva, rendendo la città un “territorio laboratorio” nel panorama europeo, una delle 100 “real smart city” in connessione con altri micro-territori che sperimenteranno la stessa strada in Canton Ticino, e in maniera simile nell’Ile de France e nella contea di Dublino».

Una nuova visione per Lecco, quindi, di cui si parlerà approfonditamente nel corso di un festival che sarà articolato in due momenti distinti. Innanzitutto il Pre-Festival, in programma in centro città dal 27 al 29 di luglio. Organizzato dall’Institut de Recherche et d’Innovation di Parigi e dal CRAMS di Lecco (che ha in affido l’ambasciata del Terzo Paradiso di Lecco e collabora con Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e con l’Accademia UNIDEE dal lontano 2008) in collaborazione con il Comune di Lecco e il festival letterario Leggermente, il Pre-Festival rappresenta la “sala macchine” del progetto dei QTP (Quartieri del Terzo Paradiso) e coinvolge una serie di enti pubblici (ERSAF, ATS Brianza, ASST Lecco) e case editrici specializzate. A caratterizzarne il cartellone sono cinque dibattiti e workshop con rappresentanti delle istituzioni e del mondo delle associazioni, ricercatori e docenti universitari, in programma nelle librerie del centro città con l’intento di discutere grandi temi dei cantieri di transizione in atto a Lecco.

Al centro degli incontri, infatti: la riduzione delle diseguaglianze e degli obiettivi di costruzione di città più giuste e inclusive (il 27 alle 9.45, a La Libreria Volante); l’educazione e la formazione come collegamento alla giustizia sociale e allo sviluppo delle competenze della transizione green (il 27 alle 18, alla Libreria Cattaneo); l’umanizzazione della medicina per la costruzione di comunità di cura diffuse nel post-pandemia (il 28 alle 11, alla libreria Cattaneo) e il cibo e lo sviluppo nelle città di politiche alimentari locali (il 28 alle 18, all’Isolago).

Ampio spazio verrà dedicato, in particolare, alle politiche locali del cibo e al progetto “Alpfoodway dell’Adda”, che in collaborazione con la libreria Il Libraccio sarà presentato giovedì 29 luglio alle 10 all’Isolago grazie alla presenza di ERSAF Regione Lombardia. Un piano, l’Alpfoodway, che punta a collegare 7 province da Sondrio a Cremona e a creare un grande network basato su prodotti enogastronomici, pratiche virtuose e tradizioni millenarie, per una spinta economica e di benessere di questi territori anche in funzione delle prossime olimpiadi invernali. (Prenotazioni agli eventi del Pre-Festival su www.eventbrite.it e www.leggermente.com).

Si sale in quota, precisamente a Campo de’ Boi, per il Festival, in programma dal 29 luglio all’1 agosto. Con direzione scientifica di Paolo Vignola e Sara Baranzoni (Universidad le las Artes – Guayaquil – Ecuador), il festival si propone di aprire spazi di riflessione che coinvolgano i cittadini, il territorio e gli esperti su concetti e prospettive capaci di intrecciarsi o di biforcare, di approfondire e di problematizzare i cantieri teorici avviati dal filosofo Bernard Stiegler.

A dare il via a questa seconda parte delle Baite filosofiche è l’inaugurazione fissata per giovedì 29 alle 18, all’ex collegio della Madonnina: un appuntamento che nel suo titolo, “Dialogo per il secolo e per il pianeta: Attiviamoci”, cita il testo sul futuro dell’umanità di questo XXI secolo a firma proprio dell’artista Michelangelo Pistoletto e del filosofo Edgar Morin . Filosofi, scienziati, artisti e politici si confronteranno, quindi, sulle prospettive del nostro secolo alla luce della necessità di trovare una risposta all’emergenza di un futuro per le nuove generazioni.

A intervenire saranno: i direttori scientifici Paolo Vignola e Sara Baranzoni; il matematico Giuseppe Longo, presidente dell’Associazione Amici della Generazione Thunberg; l’artista Michelangelo Pistoletto, il Vicesegretaio Generale Pierattilio Superti, responsabile della Regione Lombardia per la realizzazione dei 17 obiettivi di sostenibilità; Raul Tiraboschi, vicepresidente di Slowfood, fondatore delle comunità della Laudato Si’ con l’Arcivescovo di Rieti Domenico Pompili, presidente della commissione cultura della CEI.

Poi, per i tre giorni successivi, panel filosofici, tour epicurei tra i sentieri e i boschi alle pendici del Resegone, breakfast filosofici e cene conviviali. Tre giornate ricche di spunti e che avranno nel panel delle 18 il loro momento più importante, ciascuno dedicato a un grande tema dirimente del presente, dal dibattito sull’Antropocene, l’epoca in cui l’essere umano diviene il motore delle grandi crisi a livello globale, alla condizione digitale delle nostre esistenze, con l’urgenza di ripensare le relazioni tra generazioni e la funzione dell’educazione, fino alla necessità di una riconfigurazione dell’economia, della politica e della ricerca, in vista di una «economia contributiva» basata su di un nuovo protagonismo dei territori.

I tre panel si comporranno di quattro interventi: nell’arco di due ore e mezza filosofi, sociologi, antropologi, biologi, matematici, architetti e artisti di fama internazionale proporranno il loro punto di vista su queste tematiche e apriranno al dialogo con gli attori del territorio, con il fine di produrre collettivamente un discorso critico e affermativo sul presente.

Ad arricchire la tre giorni ci saranno, come detto, anche i breakfast filosofici delle 8.30, risvegli musicali con colazione a base di prodotti locali della montagna seguiti da una breve introduzione di Mitra Azar e Emilia Marra al tema filosofico della giornata. Dalle 10.30 alle 14.30 sarà la volta dei tour Epicurei guidati e con interventi musicali, accompagnati da dibattiti in quota con amministratori, responsabili di enti e filosofi sul design delle città del futuro. Si proseguirà con le degustazioni di formaggi e vini di produttori delle 7 province dell’Alpfoodway dell’Adda, mentre alle 16 pause caffè filosofiche con la presentazione di un libro legato al tema della giornata, così da introdurre il pubblico alle conferenze delle 18. Le giornate si concluderanno con le Cene Filosofiche presso la Taverna ai Poggi, a partire dalle 21.

Informazioni – Per partecipare agli eventi è necessaria la prenotazione sulla piattaforma EVENTBRITE.

Il festival è realizzato nell’ambito dei progetti “Attiviamoci/Impliquons-nous” del Bando Cultura di Fondazione Cariplo e “City4Care” di Interreg Italia-Svizzera e con il sostegno di Ersaf – Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste. Coordinamento di CRAMS – centro ricerca arte musica spettacolo, La Universitad de las Artes, La Deleuziana, Iri – Insitut de recherche et d’innovation in collaborazione con ATS Brianza, ASST Lecco, Cittadellarte-Fondazione, Caritas Ambrosiana, Canton Ticino : YouLabor, Atte – associazione ticinese terza età, Leggermente, Ludosofici e il supporto di Comune di Lecco e Informagiovani Lecco.

BAITE FILOSOFICHE
29 LUGLIO/1 AGOSTO
PROGRAMMA DETTAGLIATO

29 LUGLIO 2021, ore 18 – INAUGURAZIONE DEL FESTIVAL BAITE FILOSOFICHE

Di fronte al panorama di Lecco e del suo lago, che si può godere dall’ex collegio della Madonnina, il titolo della conferenza d’inaugurazione del Festival è “Dialogo per il secolo e per il pianeta: Attiviamoci” e mette a confronto le prospettive di filosofi, politici, matematici, artisti e imprenditori.

Speakers:
Paolo Vignola e Sara Baranzoni (direttori scientifici del Festival – UArtes, Ecuador, fondatori de La Deleuziana)

Pierattilio Superti (Vicesegretario generale di Regione Lombardia)

Michelangelo Pistoletto (Fondazione Pistoletto – Quartieri del Terzo Paradiso)

Giuseppe Longo (ENS Paris – Presidente dell’Associazione degli Amici della Generazione Thunberg)

Domenico Pompili (Arcivescovo di Rieti, Presidente della commissione cultura della CEI)

Raul Tiraboschi (Vice-presidente Slowfood, fondatore delle comunità della Laudato Si)

30 LUGLIO 2021
PORRE IN QUESTIONE

I grandi eventi e processi che sconvolgono o pongono in questione l’umanità sono sempre i più difficili da assimilare e comprendere, poiché la loro forza si infrange sul pensiero precostituito, facendolo sentire in ritardo, debole o inadeguato. Tuttavia, spesso sono proprio i grandi eventi che innestano il nuovo nel pensiero, che lo spingono a pensare nuovamente, a creare concetti degni delle sfide che si presentano. Questa sezione, con cui si aprono le edizioni del Festival, è dedicata agli sforzi del pensiero contemporaneo per rispondere a quel che accade sul piano globale, dal clima alla salute, dall’automazione generalizzata alle guerre ai nuovi colonialismi, senza presunzioni o concetti precostituiti, bensì con la consapevolezza di dover sempre porre in questione le idee di umanità, di responsabilità, di alterità, di sapere e di teoria che ci accompagnano.

PANEL 1 – LO CHIAMAVANO ANTROPOCENE

A più di vent’anni dalla comparsa del termine Antropocene, stante a indicare l’epoca in cui l’essere umano, mediante l’industrializzazione e l’antropizzazione dell’ambiente diviene il motore dei grandi e gravi cambiamenti della biosfera, e nel mezzo di una crisi ambientale, biologica e sociale senza precedenti, il pensiero contemporaneo è portato a fare i conti con i propri limiti antropocentrici e androcentrici che strutturerebbero il punto di vista sul Pianeta. Il dibattito sull’uso del significante “Antropocene” in filosofia e nelle scienze umane e sociali è stato e continua ad essere un campo di battaglia, in cui i concetti che innervano i diversi punti di vista si muovono come macchine da guerra.

Si tratta tuttavia di un conflitto costruttivo, che ha fatto di questo termine, fuoriuscito dalla chimica ambientale e ancora scomodo per la geologia, il volano per una rinascita del pensiero ecologico politico in chiave materialista, decoloniale, antipatriarcale e neghentropica. Di fronte all’ecologia politica contemporanea, il concetto di Antropocene è solo troppo generalista e approssimativo? O nasconde posture fin troppo vetuste, come il dualismo natura/cultura, un umanesimo o un eurocentrismo latenti? E se si utilizzano significanti alternativi, come Capitalocene, Tecnocene, Plantantiocene, Algoricene, Entropocene, Chthulucene, in che misura può cambiare davvero anche il significato? Concepito come incontro di apertura, il panel propone un piano di composizione di diversi punti di vista ecologico politici che mostri grandezze, limiti e possibilità di metamorfosi di un concetto difettoso e, tuttavia, strategico e inobliterabile per il pensiero contemporaneo.

Speakers:
Paolo Vignola (Universidad de las Artes de Guayaquil, Ecuador)
Antropocene, che era è costui? Note tipologiche di ecologia politica

Daniela Angelucci (Roma Tre – Master Environmental humanities)
Pensare con l’antropocene

Federica Timeto (Università Ca’ Foscari)
Siamo finiti! Coltivare respons-abilità virali in tempi turbolenti

Maël Montévil (CNRS, Institut de Recherche et d’Innovation, Parigi)
La disrupzione del vivente nell’Antropocene

Salvatore Iaconesi e Oriana Persico (Artisti e fondatori del centro di ricerca HER/NuovoAbitare)
Nuove Cosmologie

31 LUGLIO 2021
PRENDERSI CURA

Durante tutta la storia – e la preistoria – dell’umanità, la vita sociale è stata mediata e condizionata da tecniche e tecnologie, al punto de rendere impossibile affermare con certezza dove termina la prima e dove cominciano le seconde. Questa relazione simbiotica ha sempre rappresentato un problema per varie branche della filosofia, tra cui la morale, l’etica, la politica, ma anche l’epistemologia e la teoresi più pura. L’avvento del digitale, con la sua pretesa di ricostruire il mondo a partire da dati e correlazioni, ha condotto una parte del pensiero filosofico a impegnarsi nel prendersi cura del rapporto tra tecnologia e soggettività, tanto a livello epistemico e cognitivo, misurando la riconfigurazione dei saperi e delle facoltà umane, quanto sul piano sociale e politico, diagnosticando gli effetti dell’accelerazione tecnologica sulla società, i territori, i processi istituenti, il lavoro e i rapporti intergenerazionali.

PANEL 2 – PRENDERSI CURA: DEGLI SCHERMI E DELLE GENERAZIONI

Le misure di sicurezza messe in campo per fronteggiare la pandemia hanno richiesto una modificazione impressionante dei comportamenti individuali e collettivi, resa possibile dalla migrazione della vita sociale nella sua integralità allo spazio digitale.

Se il mondo pre-pandemia si stava occupando di avviare un green new Deal in nome dell’ambiente e apparentemente contro l’estrattivismo selvaggio, quello che si sta presentando, precisamente ai nostri occhi, è invece uno Screen new Deal (Naomi Klein), in cui il capitalismo delle piattaforme digitali sta attuando una riconfigurazione generalizzata dei comportamenti che investe tutte le generazioni e le relazioni tra di esse, dove schermi, dati e algoritmi definiscono sempre più e con maggior precisione le condizioni di possibilità delle nostre azioni, percezioni e passioni, così come l’accesso a qualsiasi forma di teoria e di sapere, ivi comprese quelle che ci accompagnano nella vita quotidiana (saper vivere, saper fare).

Tale riconfigurazione, basata su forme di estrattivismo squisitamente umano, come il data- e il dopa-mining, porta con sé un insieme di effetti collaterali, di carattere sociale, culturale e fisiologico, sconfortanti o addirittura patologici, i cui sintomi appaiono già nella loro virulenza
(isolamento, odio, apatia, dipendenza, omogeneizzazione culturale e polarizzazione ideologica, ecc.). In tal senso, essa rappresenta una sfida per la filosofia contemporanea, obbligata a ricalibrare i propri concetti e quelli della tradizione, a cominciare dal sociale, la soggettività, l’alterità, la politica.

Ispirandosi alle tesi principali del libro di Bernard Stiegler, Prendersi cura. Della gioventù e delle generazioni, il panel propone un approccio farmacologico nei riguardi della tecnologia, per cui se essa è da intendersi come rimedio e veleno per la vita individuale e sociale, ciò che spetta al pensiero è far sì che «quello che provoca dipendenza sia anche ciò che permette di emanciparci da questa stessa dipendenza».

Speakers:
Sara Baranzoni (Universidad de las Artes de Guayaquil, Ecuador)
Metalli e non metalli. Dati e nuovi estrattivismi

Antoinette Rouvroy (Ricercatrice dell’FNRS – Fondo nazionale per la ricerca scientifica presso il Centro di ricerca informatica e diritto -CRID dell’Università di Namur in Belgio)

Giambattista Bufalino ( Ricercatore all’Università di Catania in Educazione)
Educare nel post-2020. La battaglia per l’intelligenza e la cura delle nuove generazioni

Salvatore Iaconesi (Designer e ingegnere ha fondato Art is Open Source)
Data Meditations: Queer Data, Queer AI

31 LUGLIO 2021
AGIRE, PRATICARE, BIFORCARE

Per Bernard Stiegler fare filosofia non ha mai significato riflettere sul sapere, poiché rappresenta invece il passaggio all’atto del pensiero, ossia la modalità del pensare per cui reinterpretare il mondo è già cominciare a trasformarlo. In tal senso, lungi da rimanere sul piano dell’astrazione, il passaggio all’atto della filosofia, il suo agire specifico, deve trasformarsi immediatamente in pratiche di concretizzazione e adozione dei concetti sul piano sociale e territoriale, avendo come missione a medio e lungo termine quella di cambiare strada rispetto alle tendenze entropiche dell’economia politica globalizzata. Attraverso progetti locali, rurali o urbani che contrastino l’entropia, interpretare il mondo, ossia trasformarlo, significa allora biforcare, ossia deviare dal cammino di inquinamento, povertà, proletarizzazione, odio, ignoranza, nuovi e vecchi colonialismi, per una democrazia, un popolo e un pianeta a venire.

PANEL 3 – AGIRE, PRATICARE, BIFORCARE

La critica filosofica, economica e politica dei presupposti impliciti ed espliciti del cambiamento climatico, sommata a quella bio e psico-politica degli effetti tossici indotti dall’uso immaturo delle tecnologie digitali all’epoca del platform capitalism, hanno condotto Bernard Stiegler e il Collettivo Internation verso l’assoluta necessità
di trovare una reale e radicale alternativa, una biforcazione netta e coraggiosa dalla traiettoria antropica ed entropica dell’Antropocene (da lui ribattezzato Entropocene).

Questa biforcazione è l’oggetto del suo ultimo libro pubblicato, il quale nasce come un cantiere teorico collettivo – originatosi in senso al gruppo di Internation – che condivide l’analisi in termini entropici della gestione ambientale, economica, sociale e informazionale a livello globale, e propone di ripensare la ricerca, la produzione di sapere, l’ecologia e l’economia in chiave neghentropica, volta cioè alla proliferazione solidale e contributiva delle diversità di ogni genere. La forma libro di tale cantiere deve allora essere pensata come un pre-testo, atto a gettare le basi teoriche e metodologiche per la realizzazione o l’ulteriore sviluppo di progetti interdisciplinari, socialmente trasversali, di ricapacitazione territoriale, culturale, epistemica ed economica che contrastino le attuali tendenze entropiche e convertano il divenire tecnologico – cieco e nichilista, entropico ed antropico – in un avvenire neghentropico e negantropico, dove, per dirla, con Félix Guattari, si giunga ad essere «al tempo stesso sempre più differenti e solidali».

Alla luce dei dibattiti scientifici e filosofici dei primi due giorni, il panel propone degli esempi concreti di biforcazioni mettendo in luce alcuni esempi di sperimentazioni territoriali neghentropiche. Queste ultime, seppur momentaneamente ancorate a dei singoli territori o città, portano in sé la ragionevole speranza che l’alternativa alla catastrofe annunciata dall’Entropocene dipende soprattutto dalla volontà politica – delle istituzioni e dei cittadini – la quale dovrà manifestarsi al più presto per evitare che le conseguenze dell’inazione presente ricadano con ancora più forza sulle nuove generazioni.

Speakers:
Giacomo Gilmozzi (Institut de Recherche et d’Innovation, Parigi)

Giuseppe Longo (ENS Parigi, Presidente dell’Associazione degli Amici della Generazione Thunberg)
La visione meccanicista della natura: disastri e rimedi

Maurizio Carta (Università degli Studi di Palermo)
Città aumentate per abitare il Neoantropocene

Oriana Persico (Artista e co-fondatrice del centro di ricerca HER/Nuovo Abitare)
Udatinos, Antitesi e i rituali del Nuovo Abitare

Riccardo Fanciullacci (Università di Bergamo)
L’assoluta necessità del sogno

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