Vittime del Covid: oggi alle 12 bandiere a mezz’asta

Oggi 31 marzo 2020 a mezzogiorno in punto, presso la sede della Provincia di Monza e Brianza, in via Grigna 13 a Monza, saranno esposte le bandiere a mezz’asta...

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Oggi 31 marzo 2020 a mezzogiorno in punto, presso la sede della Provincia di Monza e Brianza, in via Grigna 13 a Monza, saranno esposte le bandiere a mezz’asta in segno di lutto, e il Presidente Luca Santambrogio osserverà un minuto di silenzio davanti alle bandiere. La Provincia di Monza e Brianza, con i suoi 55 Comuni, partecipa alla giornata del ricordo proposta dal Presidente della Provincia di Bergamo, Gianfranco Gafforelli, per commemorare le vittime del COVID 19.

L’invito rivolto dal Presidente Luca Santambrogio, e dai Sindaci, ai cittadini è di unirsi simbolicamente a questa commemorazione osservando, anche nelle proprie case, un minuto di silenzio.

“Stiamo affrontando giorno per giorno tantissimi problemi per fare fronte alla emergenza sanitaria e tutelare la salute dei nostri cittadini. E’ arrivato anche il momento di pensare a chi non ce l’ha fatta e stringerci, come comunità, attorno alle famiglie che stanno affrontando un lutto che in questa situazione, non può nemmeno essere vissuto. Continuiamo a combattere questo nemico silenzioso, ma teniamo forte la mano a chi, alla fine di questa battaglia, dovrà fare i conti con un grande dolore da rielaborare.” – commenta il Presidente.

L’inziativa sarà condivisa da tutti i Sindaci e Presidenti di Provincia d’Italia come momento di profonda unione, che esprimerà il lutto di tutto il territorio e la vicinanza del Paese intero alle famiglie e ai cari delle vittime del COVID 19.

Oggi martedì 31 marzo a mezzogiorno bandiera a mezz’asta Analoga iniziativa è in programma al Comune di Monza, dove oggi a mezzogiorno sarà esposta la bandiera a mezz’asta davanti al Monumento dei Caduti di piazza Trento e Trieste. Il sindaco Dario Allevi in fascia tricolore, accompagnato dal Comandante della Polizia Locale Pietro Curcio, osserverà un minuto di silenzio per ricordare tutte le vittime monzesi del Covid-19.

«È un gesto simbolico – spiega il Sindaco Dario Allevi – per onorare tutte le persone che non ce l’hanno fatta, per colpa di questo maledetto virus. Non sono numeri. Sono donne e uomini con un nome e un cognome, una famiglia, una storia. Donne e uomini che resteranno per sempre nel nostro cuore. Come lo straordinario lavoro che, in tutti gli ospedali, ogni giorno fanno altre donne e uomini. Domani il nostro pensiero sarà rivolto anche ai medici e agli infermieri che da oltre un mese sono in trincea. Noi che siamo la retroguardia di questa guerra li dobbiamo sostenere adottando tutti i comportamenti che ci chiedono le autorità sanitarie. Solo così potremo vincere tutti insieme. E solo così onoreremo i nostri morti».

 «Da sempre i Sindaci nelle emergenze sono in prima linea, ha ricordato Dario Allevi. E lo sono anche in questa battaglia contro un nemico invisibile e silenzioso ma, proprio per questo, ancora più pericoloso. Sono settimane difficili, per certi versi drammatiche. La vita nelle nostre città sembra sospesa. L’epidemia sta mettendo duramente alla prova la nostra esistenza, le nostre abitudini, il nostro sistema economico – produttivo. Mai come in questo momento sentiamo sulle spalle tutto il peso della responsabilità delle nostre comunità. Ma la paura non deve prevalere. Dobbiamo tenere duro, stare in casa e guardare al futuro con fiducia e speranza. Senza dimenticare i caduti di questa nuova e improvvisa guerra».

A Monza, dall’inizio dell’emergenza sanitaria, le persone decedute sono 36. La protezione di San Gerardo. Sempre oggi, alla stessa ora, il parroco di San Gerardo Don Massimo aprirà l’urna che ospita il corpo del Santo dei Tintori per invocare la sua protezione sulla città. Era già successo nella storia. Pochi giorni dopo la sua scomparsa, nell’anno 1207, gli abitanti di Olgiate Comasco fecero un voto: stremati e terrorizzati per il dilagare della peste, decisero di invocare su di loro la protezione di Gerardo, che a Monza aveva fondato il primo ospedale aperto anche a chi non poteva permettersi di pagare le cure dei medici. Il principio su cui si basa, ancora oggi, la nostra sanità che sta combattendo contro il coronavirus.

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