Un bacio dal Messico a un paziente del San Gerardo

“Mio papà è stato portato via da casa in ambulanza dai soccorritori bardati da capo a piedi. Da giorni aveva la febbre e la tosse. Ho paura di...

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“Mio papà è stato portato via da casa in ambulanza dai soccorritori bardati da capo a piedi. Da giorni aveva la febbre e la tosse. Ho paura di non rivederlo mai più. Lo hanno trasferito all’ospedale San Gerardo di Monza. Ditegli che gli voglio tanto bene”.

Questo lo struggente messaggio che nei giorni scorsi è arrivato al Comitato di Monza della Croce Rossa Italiana. Un messaggio che arriva da lontano, dal Messico. A inviarlo Edoardo Papini, un professionista monzese che da tempo vive e lavora Oltreoceano per importanti mezzi di comunicazione. È da alcuni anni che Edoardo non riabbraccia il suo papà e dopo lo scoppio della pandemia si rende conto che non può neppure prendere il primo volo e correre da lui.

In Italia ha ancora tanti amici, oltre al fratello Giulio Papini e alla mamma Vera Papini, sotto choc per quanto accaduto e in isolamento domiciliare. Una situazione complicata: i familiari non possono spostarsi da casa, non possono recarsi in ospedale per assicurarsi delle condizioni del paziente ed Edoardo decide quindi di chiedere aiuto alla Croce Rossa di Monza.

A quel punto è partita la macchina organizzativa per recapitare quel messaggio al papà e nel frattempo consegnare la spesa e un cellulare alla mamma e al fratello. Dopo avere recuperato i dati anagrafici del paziente, Mariella Cociani, Ispettrice delle Infermiere volontarie della CRI di Monza si è mobilitata con l’ospedale San Gerardo. Impossibile entrare nei reparti di Terapia Intensiva dove l’uomo era stato ricoverato. Le sue condizioni si sono dimostrate fin da subito molto serie, ma i medici e gli infermieri hanno fatto l’impossibile. Nel frattempo Giulio Papini, ogni giorno cercava disperatamente aggiornamenti sulle condizioni cliniche del padre, ma non era semplice per la situazione di emergenza. Malgrado il grande stress al quale gli operatori sanitari da mesi sono sottoposti Giulio riusciva comunque a ricevere ogni giorno notizie sulla condizione del padre. Le Crocerossine, non potendo entrare nel reparto, non potevano dire all’uomo che suo figlio gli voleva bene e gli mandava un grande bacio.

A quel punto l’idea di utilizzare la tecnologia e di far giungere quel bacio attraverso un tablet. Edoardo ha realizzato un video intenso e commovente che ha inviato all’Ufficio stampa della CRI; lo stesso hanno fatto Giulio e la mamma certi che il papà e il marito vedendoli avrebbe tirato fuori quella grinta da leone che gli avrebbe dato la forza anche per superare quella prova.

Mentre la Croce Rossa chiedeva le autorizzazioni necessarie per entrare nel reparto, consegnare ai medici il tablet sul quale erano stati caricati i video dei familiari, le condizioni dell’uomo sembrano lievemente migliorate. È stato trasferito in un reparto a minore intensità, anche se non bisogna mai abbassare la guardia con questo Virus.

A poche ore dal trasferimento la Crocerossina Mariella Cociani si è recata al San Gerardo e ha consegnato il tablet al medico che lo ha mostrato al paziente. Profonda la commozione dell’uomo nel vedere il volto dei suoi cari e soprattutto il saluto Edoardo che dal Messico lo abbracciava e lo incitava.

“La storia di questo ragazzo che dal Messico ci ha chiesto aiuto ci ha commosso e malgrado le difficoltà siamo riusciti a portare a termine il nostro compito – commenta Dario Funaro, presidente della CRI Monza -. Che è anche quello di portare conforto, diventare ambasciatori di messaggi tanto intimi e privati in un momento tragico come quello che stiamo vivendo”.

Ma la gioia più grande è quella di Edoardo. “È il regalo più bello che potessi ricevere. Sapere che mio messaggio, quello di mio fratello e di mia mamma gli è arrivato e lo ha visto mi hanno rincuorato dopo notti insonni e momenti di profonda angoscia. Non è facile dire ti voglio bene o esprimere i propri sentimenti. Pensiamo sempre di avere il tempo e l’occasione per farlo; ma il Coronavirus ci ha insegnato che non è così: ci ha allontanato e isolato, ci ha negato l’abbraccio e il bacio; a mio papà ha tolto il respiro; a me a mio fratello e a mia mamma la speranza. Che ci è stata restituita dalla Croce Rossa di Monza: loro non si sono arresi, hanno bussato a mille porte per riuscire ad aprire quella della camera di mio padre. Ci sono riusciti e ci hanno insegnato a non smettere mai di lottare. Grazie di tutto cuore, andrà tutto bene”.

Un grazie ai medici del San Gerardo anche da Giulio e da Vera Papini. “La speranza non muore mai. Anche se il percorso di ripresa sarà lungo e tortuoso”.

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