Manifatturiero lombardo punta di diamante in Europa

Per il suo rilevante indotto e per lo straordinario apporto al commercio estero, è stata la manifattura il vero emblema della riscossa italiana dopo la lunga crisi 2008-2013,...

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Per il suo rilevante indotto e per lo straordinario apporto al commercio estero, è stata la manifattura il vero emblema della riscossa italiana dopo la lunga crisi 2008-2013, riuscendo a crescere in media del 7,4% nel quadriennio 2014-17, cioè quasi il doppio del Pil (Prodotto interno lordo).

Lo sostiene un recente approfondimento statistico della Fondazione Edison che spiega come sia la manifattura, dunque, il motore di un’Italia che non è affatto fanalino di coda in Europa ma la punta di diamante. E in testa a questa rincorsa europea, c’è la Lombardia, che mese dopo mese ha ridotto la differenza con l’indice di produzione manifatturiero dell’Eurozona e aumentato la distanza con la media italiana, in tutti i settori produttivi, con il traino di meccanica, minerali non metalliferi e gli strumenti biomedicali, e in maniera omogenea in tutti i territori.

Anche nell’ultimo trimestre, la Lombardia prosegue la sua rincorsa europea, con le sue 100 mila aziende, un quinto del totale nazionale, con il suo fatturato di circa 250 miliardi e valore aggiunto di oltre 60 miliardi, quest’ultimo in crescita negli ultimi anni di circa il 5%.

Questi i dati ripresi nell’approfondimento settimanale di “#LombardiaSpeciale”, pubblicato sul sito “www.lombardiaspeciale.regione.lombardia.it“.

Lo studio di Fondazione Edison (realizzato su dati Istat) sottolinea come, negli ultimi tre anni (2015-2017) il valore aggiunto dell’industria manifatturiera italiana sia sempre regolarmente aumentato di più del valore aggiunto delle manifatture francese e britannica e in due anni su tre (il 2015 e il 2017) anche di più di quello della manifattura tedesca. Nel 2017 i dati sono stati i seguenti: Italia +3,8%, Germania +2,7%, Regno Unito +2,3%, Francia +1,7%.

Nell’arco del quadriennio 2014-17, poi, il valore aggiunto del settore manifatturiero italiano è aumentato cumulativamente del 10%, cioè oltre due volte e mezza di più del PIL (+3,8%): un incremento più o meno analogo a quello sperimentato dal commercio (+10%) e dai servizi di alloggio e ristorazione (+10,7%).

Ecco i numeri del successo del manifatturiero: mezzi di trasporto (+42,8% in quattro anni, rispetto al 2013), prodotti in metallo (+13,8%), farmaceutica (+12,4%), chimica (+12,3%) e alimentare (+9,9%). Grande la spinta al nostro commercio estero: il surplus manifatturiero italiano, oggi il quinto al mondo, è quasi raddoppiato in dieci anni, passando dai 53 miliardi di euro del 2007 ai 97 miliardi del 2017

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