I dati parlano chiaro: meno del 5% dei giovani uomini si è sottoposto almeno una volta a una visita dall’andrologo eppure tra i 16 e i 35 anni uno su tre ha già patologie andrologiche con ricadute sulla fertilità in 1 caso su 10. A rivelarlo la Società Italiana di andrologia secondo cui, anche in questo caso, è importante, così come per altre malattie, la diagnosi precoce per evitare che alcune patologie diventino irreversibili o incurabili.
Prima visita dall’andrologo: quando farla?
Secondo quanto riferisce la Società Italiana di Andrologia (SIA), è consigliabile fare la prima visita dall’andrologo intorno ai 18/20 anni e successivamente verso i 35 anni. Dopo i 50 anni, invece, è indispensabile e andrebbe fatta almeno una volta all’anno. Naturalmente, in presenza di sintomatologia, si effettuerà visita urologica già durante l’infanzia.
Proteggere la fertilità futura: le principali patologie e l’importanza della diagnosi precoce
I dati della letteratura scientifica indicano che circa il 30-40% dei giovani maschi tra i 16 e i 18 anni presenta una patologia andrologica.
Tra le più frequenti ci sono il varicocele (una dilatazione delle vene del testicolo, di solito il sinistro), che riguarda il 15% della popolazione maschile ed è strettamente correlato a problemi di fertilità, la fimosi (il restringimento del prepuzio), l’idrocele (la raccolta di liquido nel testicolo), l’ipospadia (apertura del meato uretrale esterno in sede anomala), il tumore del testicolo, l’eiaculazione precoce (fino a un 30% dei ragazzi) e la disfunzione erettile.
Ma ci sono altri segnali che vanno riconosciuti per tempo. Per questo la diagnosi precoce diviene fondamentale.
Infertilità maschile, gli esami da fare per la diagnosi
Il primo e il più conosciuto degli esami per l’infertilità maschile è lo spermiogramma che consiste in uno studio del liquido seminale al fine di analizzare il volume, la concentrazione, la motilità e la morfologia degli spermatozoi e l’eventuale presenza di agglutinazioni e globuli bianchi.
Dopodiché esistono ulteriori livelli di indagine quali l’ecografia scrotale e doppler dei funicoli spermatici (per intercettare la possibile presenza di varicocele o alterazioni al testicolo), l’ecografia prostatica transrettale per mezzo della quale si appura la possibile agenesia (ovvero mancanza di sviluppo) dei vasi deferenti e delle vescichette seminali, o prostatite, ipertrofia prostatica, ascesso prostatico, oppure delle forme ostruttive acquisite delle vie seminali, la spermiocoltura e urinocoltura, due tipi di esami microbiologici e il profilo ormonale, per il dosaggio di gonadotropine, prolattina, testosterone e TSH.
A chi rivolgersi per una visita andrologica online a Monza?
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