La stagione 2024/2025 del Monza si è conclusa nel peggiore dei modi: con una retrocessione che ha deluso le aspettative dei tifosi e messo in discussione il progetto sportivo iniziato qualche anno fa con l’ambizione di portare stabilmente il club tra le grandi del calcio italiano. L’aritmetica retrocessione è arrivata dopo la pesantissima sconfitta interna per 0-4 contro l’Atalanta, una gara che ha simbolicamente riassunto l’intera annata: una squadra fragile, disorganizzata, sfiduciata. Ma cosa è andato storto?
Numeri impietosi
La classifica parla chiaro: il Monza ha raccolto appena 18 punti in 36 giornate, con 3 vittorie, 9 pareggi e ben 24 sconfitte. È la squadra che ha perso più partite nel campionato, e anche una delle peggiori per differenza reti. Con soli 27 gol realizzati e 64 subiti, la squadra ha mostrato limiti evidenti sia nella fase difensiva che in quella offensiva. Il rendimento in casa è stato tragico: il pubblico di Monza ha assistito a prestazioni spesso apatiche e a una lunga serie di sconfitte che hanno eroso entusiasmo e fiducia.
Un progetto tecnico incompleto
Uno dei punti chiave dell’annata negativa è senza dubbio la guida tecnica. Affidare la squadra ad Alessandro Nesta è stata una scommessa affascinante ma azzardata: l’ex difensore della Nazionale, pur avendo dimostrato idee interessanti in Serie B, si è trovato in difficoltà nel suo primo vero banco di prova nella massima serie. La sua gestione ha mostrato limiti nella lettura delle partite, nella gestione del gruppo e nella costruzione di una mentalità vincente. Lo stesso Nesta ha riconosciuto le proprie colpe in conferenza stampa: «È prima di tutto colpa dell’allenatore», ha dichiarato a retrocessione acquisita. Ma la responsabilità non è solo sua.
Scelte di mercato discutibili
Anche il mercato ha lasciato a desiderare. Dopo la partenza di alcuni elementi chiave, la società non è riuscita a sostituirli adeguatamente. Sono mancati giocatori in grado di fare la differenza, sia dal punto di vista tecnico che caratteriale. Il Monza ha puntato su profili poco esperti o reduci da stagioni altalenanti, senza mai riuscire a costruire un undici titolare competitivo. In attacco, l’assenza di un vero bomber ha pesato enormemente. A centrocampo, il dinamismo è stato spesso insufficiente, mentre in difesa si è visto un continuo alternarsi di coppie centrali e una totale mancanza di solidità.
Una società in cerca di stabilità
Dopo la scomparsa di Silvio Berlusconi, il club ha vissuto una fase di transizione societaria. Adriano Galliani ha cercato di mantenere il timone fermo, ma la sensazione è che qualcosa si sia rotto nella struttura di comando. Le voci insistenti su un cambio di proprietà o sull’ingresso di nuovi soci hanno contribuito a creare un clima d’incertezza che inevitabilmente si è riflesso anche sul campo. Il Monza è apparso come un club senza una direzione chiara, diviso tra il voler puntare su giovani da valorizzare e il tentativo di acquistare esperienza in extremis, ma senza una visione coerente.
Le ultime giornate: sconfitta e rassegnazione
Nelle ultime giornate di campionato, la squadra è crollata definitivamente. Il match contro l’Atalanta, terminato 0-4, ha mostrato un Monza totalmente assente, incapace di opporsi a una Dea travolgente. Il pubblico dell’U-Power Stadium ha assistito a una disfatta senza attenuanti. A poco è servita, ovviamente, la vittoria recente in casa dell’Udinese per 1-2, se non a rendere meno amara la situazione.
Nel penultimo turno, la sfida con l’Empoli potrebbe ancora dire qualcosa per la squadra toscana, che è in piena corsa salvezza. Confrontando le quote serie a su Betsson, sembra che questa settimana l’Empoli sia ampiamente favorito, segno di quanto il Monza sia ormai privo di stimoli e con la testa già rivolta al futuro.
L’ultima giornata, poi, vedrà i biancorossi affrontare una Lazio ormai fuori dalla corsa Champions ma comunque superiore sul piano tecnico. Due partite in cui la dignità sportiva sarà l’unica cosa da salvare.
Cosa aspettarsi ora: il futuro in Serie B
Non tutto è perduto. La Serie B rappresenta anche un’opportunità per ricostruire. Galliani ha già parlato di «risalita immediata», annunciando una revisione dell’intero progetto tecnico. Tra le ipotesi per la panchina c’è Andrea Pirlo, attualmente alla Sampdoria, che potrebbe portare una nuova filosofia di gioco e un’identità chiara.
Il club ha ancora risorse economiche, un centro sportivo all’avanguardia e una tifoseria che, nonostante la delusione, ha dimostrato attaccamento. La chiave sarà mantenere una parte dell’ossatura della squadra, puntare su giovani motivati e costruire una mentalità vincente sin dalla prima giornata.
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