Il rapporto con le nuove tecnologie non è sempre facile per gli utenti in rete, che anche in base alle competenze digitali maturate e alle modalità di utilizzo di internet, si dimostrano più preparati rispetto al passato ma non ancora del tutto pronti al cambiamento. Almeno è quanto emerge da un recente studio portato avanti da NordVPN sugli italiani, nel quale si evidenzia come, pur dimostrando una buona capacità di proteggere la propria privacy online, i nostri connazionali sono meno preparati a comprendere e gestire le implicazioni dell’IA, specialmente in ambito lavorativo. Ma cerchiamo di capire meglio qual è la situazione attuale.
Cybersicurezza in Italia: luci e ombre
La ricerca di NordVPN, società di cybersecurity che offre servizi di rete VPN, ha evidenziato un quadro contrastante sul mercato italiano per quanto riguarda l’uso delle tecnologie innovative più avanzate: mentre il 98% degli utenti sembra infatti consapevole di come creare password forti e il 94% è capace di identificare offerte di streaming sospette, solo il 7% ha consapevolezza delle problematiche legate all’uso dell’IA sul lavoro, un dato particolarmente preoccupante se consideriamo l’importanza crescente proprio dell’intelligenza artificiale in molti settori professionali, dove un uso inconsapevole potrebbe esporre a rischi significativi.
La scarsa conoscenza delle questioni relative all’IA si estende peraltro anche alla gestione dei dati personali. Solo il 9% degli italiani sa infatti quali dati vengono raccolti dai fornitori di servizi internet attraverso i metadati, un elemento fondamentale per la protezione della privacy online, una percentuale che evidenzia l’urgenza di educare la popolazione sui rischi connessi all’uso dell’IA e sui metodi per proteggere i propri dati quando si utilizzano i servizi online, non soltanto per scopi professionali ma anche in tutti quei casi in cui, per divertimento e intrattenimento, si inseriscono informazioni personali e di pagamento, per esempio sulle piattaforme specializzate nel campo dei giochi di casino che permettono di accedere ai passatempi tipici delle sale provando a vincere i jackpot in palio.
Le abitudini degli italiani: sicurezza o superstizione?
In tema di sicurezza digitale, è interessate cosa emerge anche da un altro studio, condotto da Kaspersky, nel quale si mettono in luce alcune abitudini degli italiani che, pur essendo consapevoli dei rischi legati alla digitalizzazione, adottano spesso misure di sicurezza inefficaci.
Il 42% degli utenti del Bel Paese ritiene, per esempio, che coprire la webcam sia una misura di protezione sufficiente, mentre il 36% crede erroneamente che la navigazione in incognito garantisca l’anonimato online, convinzioni errate che dimostrano una comprensione superficiale delle minacce informatiche, suggerendo che c’è ancora molto da fare per educare gli utenti italiani su come proteggere efficacemente la loro privacy.

L’IA come opportunità di crescita
Nonostante un quadro che mostra elementi preoccupanti e una confidenza ancora scarsa con l’intelligenza artificiale, proprio l’IA va considerata come una delle maggiori opportunità per migliorare la cybersecurity in Italia. Gli algoritmi più avanzati possono essere infatti utilizzati per identificare minacce informatiche in tempo reale, analizzando enormi quantità di dati e rilevando comportamenti anomali che potrebbero indicare un attacco.
Attraverso l’uso di questi sistemi sarà sempre più facile, dunque, proteggere le reti aziendali e domestiche, prevenendo le violazioni prima che causino danni significativi e gestendo tutto in maniera più automatizzata, a prescindere dalle reali competenze dei singoli.
Pur con dati incoraggianti in termini di consapevolezza sulla privacy online, la scarsa conoscenza dell’IA e dei rischi associati da parte degli italiani evidenzia una necessità urgente di formazione e sensibilizzazione. Le aziende e le istituzioni sono chiamate a investire in programmi di educazione alla cybersicurezza, non solo per proteggere i dati personali e aziendali, ma anche per sfruttare appieno il potenziale dell’IA come strumento di difesa contro le minacce informatiche.
L’intelligenza artificiale può essere insomma una risorsa preziosa che un rischio, a seconda di come viene utilizzata e compresa. È quindi essenziale che gli italiani acquisiscano una maggiore familiarità con le tecnologie emergenti, preparandosi così a un futuro in cui l’IA avrà un ruolo sempre più determinante nella nostra vita quotidiana e professionale.



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