Alberto l’artista del treno

di Donatella Salambat – Un’agendina, una penna e a volte un Ipad sono gli strumenti che accompagnano Alberto Cavallari, architetto di 34 anni di Limbiate, comune della provincia...

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di Donatella Salambat – Un’agendina, una penna e a volte un Ipad sono gli strumenti che accompagnano Alberto Cavallari, architetto di 34 anni di Limbiate, comune della provincia di Monza-Brianza, nel suo quotidiano viaggio da pendolare fino al luogo di lavoro nel capoluogo lombardo.

Alberto, fin da quando era studente di architettura, ha sempre avuto con sé un’ agenda su cui disegnare; un’abitudine presa all’università per prendere appunti e fissare idee.

In un vagone di pendolari, affollato ancora molto tempo prima che scoppiasse la pandemia, Alberto solitamente legge o disegna, ma un giorno, per caso, decide di prendere la matita e inizia a disegnare i volti dei suoi compagni di viaggio.

Così, quasi per gioco, ha dato vita ad un progetto che, fino ad oggi, ha preso forma in 20 agende nelle quali ha raccolto 650 disegni. I suoi ritratti sono i volti dei pendolari, tutti protagonisti ignari della sua matita. Il suo primo ritratto fu quello fatto a Federica, oggi sua moglie.

Da quel giorno ha iniziato e non ha più smesso. Le persone difficilmente si rendono conto che qualcuno, seduto di fronte a loro, li sta ritraendo e se se ne accorgono, per timidezza o per imbarazzo, non dicono nulla.

Il 90 per cento dei ritratti sono realizzati sulla tratta Bovisio Masciago – Milano che Alberto compie tutti i giorni per raggiungere il luogo di lavoro. Il posto in treno che sceglie è puramente casuale, così come casuale è la scelta del modello o della modella. Un vestito, un paio di occhiali, i discorsi che sente sono uno stimolo a ritrarre l’ignaro pendolare.

Il giovane artista ha notato che quasi sempre le persone in viaggio sono completamente rapite dallo schermo dello smartphone e non si curano di ciò che accade intorno a loro. L’Architetto ha catalogato i disegni in due aree: quelli fissati nell’agendina e quelli su Ipad; tutti, però, sono stati raccolti  nel sito “https://passeggeri.org o postati su un profilo Instagram  “Instagram: @passeggeri_”

Alberto ha un desiderio: passata la pandemia, poter esporre i ritratti in una mostra o raccoglierli in un libro. I protagonisti dei ritratti sono donne e uomini, senza distinzione di età, che hanno attratto l’attenzione di Alberto il quale li immortala  mentre leggono un giornale, ascoltano musica, guardano distratti fuori dal finestrino o conversano con il vicino.

Osservando alcuni suoi ritratti si percepisce lo sforzo dell’Autore di cogliere, anche attraverso l’immaginazione, le storie dei suoi “modelli”:  viaggiatori che ogni mattina prendono un treno di corsa, con il freddo o il caldo, spesso in affanno, rapiti dai loro pensieri su come sarà la giornata, o, semplicemente, se il treno non tarderà mettendoli in condizione di non dover dare giustificazioni al proprio datore di lavoro.

Il suo disegnare può essere considerato un viaggio itinerante tra i volti dei pendolari e dietro ogni sguardo si cela una storia che viene fotografata dai tratti della mano di un giovane artista.

Nei volti dei pendolari Alberto ritrae uno spaccato di quella umanità su cui poggia larga parte della ricchezza del nostro Paese. Parafrasando il titolo di un celebre film di Lina Wertmüller, ci verrebbe da dire: i pendolari vanno in Paradiso.

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