Templari nell’Alta Lombardia, giovedì 23 convegno a Palazzo Pirelli

“I cavalieri Templari nell’Alta Lombardia”: appuntamento da non perdere a Palazzo Pirelli giovedì 23 novembre (ore 17.30) con Alessio Varisco, professore brianzolo, considerato uno dei più grandi esperti nel...

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“I cavalieri Templari nell’Alta Lombardia”: appuntamento da non perdere a Palazzo Pirelli giovedì 23 novembre (ore 17.30) con Alessio Varisco, professore brianzolo, considerato uno dei più grandi esperti nel nostro Paese sui Cavalieri del Tempio e autore di numerosi libri sull’argomento.

Il professor Alessio Varisco è Cavaliere all’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Laureato in Teologia e Maestro d’Arte all’Accademia di Brera. Varisco è figlio d’arte, la mamma pittrice espressionista e il nonno pittore futurista. In occasione dell’evento sui “Templari nell’Alta Lombardia”, lo abbiamo intervistato. 

Prof. Varisco quando nasce la Sua passione per la storia dei Cavalieri Templari? Il mio interesse per i Templari inizia durante la preparazione della Tesi di Laurea sul simbolismo dell’Apocalisse e dall’influenza che la prospettiva apocalittica ebbe sulla nascita e sulla storia degli ordini cavallereschi cristiani medievali.  I 4 cavalieri dell’Apocalisse giungono su 4 cavalli di differenti colori. Prima  arriva il bianco che porta la Parola di Dio, poi il rosso che porta la guerra, il nero che porta l’ingiustizia e il verde che porta la morte. Le 4 rappresentazioni cromatiche diverranno le bandiere delle Sacre Milizie: bianco il colore dei Cavalieri di Malta, il rosso l’emblema dei Templari, il nero i Cavalieri Teutonici e il verde i cavalieri di San Lazzaro. Questi ultimi aiutavano le persone colpite dal morbo della peste, non solo in Terrasanta ma anche ad esempio in Lombardia.

Fra questi ordini cavallereschi il Suo lavoro di studioso e di scrittore si focalizza però sui Templari, perché? In primo luogo perché l’ordine templare nel 1312 è stato chiuso. I templari oggi non esistono: la Chiesa Cattolica ha soppresso l’ordine e non lo ha più ricostituito, a differenza ad esempio di quanto accaduto con i Gesuiti. In secondo luogo sono brianzolo e nel nostro territorio abbiamo parecchie tracce delle gesta templari. Una Domus Templi si trovava a Castel Negrino ad Aicurzio, con un chiostro dei cavalieri professi,  l’ospitium per i pellegrini con la possibilità di rifocillarsi e di pernottare e una piccola Cappella quale luogo di preghiera. Il primo “minister Templi” di lingua italiana è un brianzolo: Fra’ Dalmazio da Verzario, che costituisce il primo insediamento dei Cavalieri Templari. Altra figura importante legata alla vicenda templare è il beato Rainaldo da Concorezzo,  contemporaneo di Dante, arcivescovo e insigne giurista. Rainaldo riceve il comando da Clemente V di chiudere la Domus Templi, ma rifugge dall’utilizzo dello strumento della tortura, anticipando di mezzo millennio Cesare Beccaria. Una vicenda processuale di una modernità sconvolgente al termine della quale Rainaldo proscioglie con formula piena tutti i Templari dell’Alta Italia.

Perché ancora oggi si parla dei Templari e sono così presenti nei libri, nei film e quindi nell’immaginario collettivo?  Per la loro “Damnatio memoriae” e poi soprattutto per il ruolo avuto nelle crociate, sia da combattenti che da difensori dell’incolumità dei pellegrini. Erano i paladini dei più deboli. Non dimentichiamo poi il compito di custodire in Terrasanta il Tempio di Salomone.

Nelle opere letterarie e cinematografiche la storia dei Templari si intreccia con quella del Santo Graal, cosa c’è di vero? E il loro leggendario Tesoro? Il Tempio è interiore. Il vero Graal è dentro di noi. L’ordine dei Templari si fonda sulla spiritualità e non sull’esteriorità. Per quanto riguarda il tesoro, credo che sia esistito realmente. È stato trasportato dal Tempio di Gerusalemme fino a Parigi e poi se ne sono perse le tracce. Dov’è finito dunque il tesoro? Nessuno lo sa. Per continuare il discorso è necessario sconfinare nella leggenda e in due teorie, assolutamente senza prove, che indicano quale meta la Groenlandia, raggiunta per nave su antiche rotte vichinghe oppure la Svizzera, dove il tesoro dei templari avrebbe dato origine e iniziale linfa al sistema bancario elvetico. Ipotesi tanto affascinanti quanto impossibili da verificare. 

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