Fontana: accorciare distanze tra Regione Lombardia e i cittadini

Con il programma per il prossimo quinquennio di Regione Lombardia  illustrato dal presidente Attilio Fontana, si è aperta la prima assemblea consiliare al Pirellone. Il Governatore ha annunciato...

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Con il programma per il prossimo quinquennio di Regione Lombardia  illustrato dal presidente Attilio Fontana, si è aperta la prima assemblea consiliare al Pirellone. Il Governatore ha annunciato le linee guida che sono, in sostanza, coerenti con quanto ha fatto dalla Regione nei 23 anni di Governo di centrodestra.

“Porto in Regione Lombardia  – ha detto Fontana – la concretezza del Sindaco, il primo livello del rapporto fra cittadino e istituzioni, l’amministratore pubblico cui il cittadino immediatamente si rivolge; da Governatore lombardo intendo iniziare un percorso che accorci le distanze anche fra Regione e cittadini, che renda più semplice e diretta la relazione con le comunità lombarde, che renda naturale per ognuno guardare con fiducia a questa Istituzione”.

“Da presidente dei lombardi – ha proseguito Fontana – mi metterò nei panni di chi rivolge domande alla pubblica amministrazione e cercherò di fornire la modalità più veloce ed efficace per ottenere una risposta. Il dialogo con coloro che vivono il territorio sarà il metodo di lavoro, sarà la cifra di questo governo regionale, per programmare con una visione di prospettiva e responsabilità le priorità della nostra Lombardia. Questa sarà un’area di intervento di carattere strategico per l’attuazione del prossimo Programma Regionale di Sviluppo”. Dopo aver descritto i criteri e gli obiettivi con cui sono state assegnate le deleghe ai sedici assessori regionali che compongono la giunta, Fontana si è soffermato sulla sua visione della ‘Lombardia domani’.

CENTRALITA’ DEGLI ENTI LOCALI – “Ridare centralità agli enti locali, che esprimono le potenzialità, le istanze, i bisogni dei cittadini significa poter realizzare un reale federalismo dei territori: è dunque indispensabile la collaborazione degli enti locali, a partire dai sindaci, in una logica di dialogo leale, funzionale e di sussidiarietà tra Regione, Province e Comuni”.

VA RIPENSATA ARCHITETTURA DELLO STATO – “L’incompiuta riforma dell’architettura dello Stato – ha proseguito il presidente Fontana – ha prodotto danni incommensurabili agli assetti istituzionali ridotti al collasso: le Province sono state svuotate di risorse e ne è stata prefigurata l’imminente soppressione; ma le Province ci sono, hanno competenze importanti e devono ritornare ad avere quel ruolo di snodo tra la programmazione regionale e il Comune. Ruolo di primo piano avrà anche la Città Metropolitana di Milano, altra eccellente incompiuta, cui sarà utile valutare l’eventuale cessione di deleghe e competenze. Infine, i comuni, prima frontiera del supporto ai cittadini, hanno subito in questi anni un procedimento di riduzione dell’aria: tagli lineari hanno soffocato l’azione di chi risponde in maniera più frequente e diretta ai cittadini. È un atteggiamento da cambiare”.

Fra gli interventi della maggioranza, da sottolineare gli interventi degli esponenti di Monza e Brianza, tutti e tre appartenenti alle file della Lega: Alessandro Corbetta, Andrea Monti e Marco Mariani. Il giovane Corbetta ha espresso solidarietà ai colleghi catalani incarcerati dal governo spagnolo, mentre il lazzatese Monti ha posto l’accento sulle difficoltà in cui versano le province lombarde, auspicando il ritorno all’elezione diretta dei Presidenti e dei consigli provinciali. L’ex Sindaco di Monza, Mariani, si è soffermato invece sui temi sanitari e sulla recente riforma regionale sul tema. Ha poi invitato la Giunta regionale a riflettere sulla necessità di fermare la fuga dei cervelli all’estero in campo scientifico e nella ricerca medica.

Per l’opposizione sono intervenuti Giorgio Gori (Pd) e Dario Violi (M5s). Il primo ha denunciato la fragilità del programma di Fontana che non metterebbe in luce risposte adeguate alle moltissime carenze della Regione. Secondo Gori i mali di Regione Lombardia sono: l’alta dispersione scolastica, 700 mila lombardi sulla soglia della povertà, consumo esagerato di suolo, inquinamento, liste di attesa per esami medici e code al Pronto Soccorso, morosità e insicurezza nelle case Aler di Milano, miraggio di una raggiunta autonomia che, stante l’attuale situazione politica nazionale sarà difficilmente ottenibile (occorre i 2/3 dei voti del Parlamento perché sia approvata).

Nonostante ciò, bontà sua, Gori ha dovuto ammettere che la Lombardia rispetto a tante altre Regioni risulta all’avanguardia. Il secondo, in modo meno aggressivo, ha sottolineato le carenze di alloggi, di politiche sociali, di sviluppo dei territori montani, ma ha tenuto a distinguersi da Gori in materia di autonomia. «Il nostro movimento è convinto dell’importanza dell’autonomia», ha precisato, «che ha sostenuto attraverso il referendum e che sosterrà anche in futuro».

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