Contraffazione: in Brianza costa 70 milioni di euro e 1000 posti di lavoro

Poco meno di 7 miliardi di euro all’anno: è il “fatturato” generato in Italia dalla contraffazione, secondo quanto certifica una ricerca del Censis per il Ministero dello Sviluppo Economico.  Una...

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Poco meno di 7 miliardi di euro all’anno: è il “fatturato” generato in Italia dalla contraffazione, secondo quanto certifica una ricerca del Censis per il Ministero dello Sviluppo Economico.  Una piaga che pesa sulla Lombardia per circa 700 milioni di euro, secondo una stima dell’Unione Artigiani di Monza e Brianza, di cui 70 nel territorio brianzolo.

Al primo posto tra i prodotti contraffatti, secondo il Censis, ci sono abbigliamento ed accessori, per un valore stimato attorno ai 2,2 miliardi di euro. Seguono gli audiovisivi, gli alimentari e l’oreficeria.  Solo nel 2016, la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Dogane hanno sequestrato più di 25 milioni di articoli falsi, di cui il 24% a Napoli e provincia, il 15% a Roma, il 10% a Catania.

“C’è da rimanere sbigottiti – commenta il segretario generale dell’Unione Artigiani di Monza e Brianza, Marco Accornero – di fronte a questi dati sconsolanti. Il mercato del falso toglierebbe quasi 19 miliardi di euro complessivi al pil e 1,7 miliardi di euro all’erario, tra imposte dirette su imprese e lavoro, e indirette (Iva). Ma il gettito fiscale perso potrebbe assumere anche dimensioni più importanti, fino addirittura a 6 miliardi di euro, se si considera l’intero indotto del dedalo di produzioni che si attiverebbero nell’economia, pari almeno al 2,5% del totale delle entrate dello Stato. Senza contare i 100mila lavoratori in più che si genererebbero nell’economia legale del Paese se la lotta alla contraffazione riuscisse a debellare il fenomeno.” 

Gli scandalosi dati sul mercato nero delle griffe, toccano il mondo dell’artigianato andando a mettere a repentaglio la catena del lavoro conto terzi, dei subfornitori di qualità che producono per le grandi imprese.

“Spesso – rimarca Accornero – dietro ai più conosciuti e celebrati marchi originali ci sono piccole e medie aziende artigiane che producono i manufatti con maestria e cura. Non solo quindi assistiamo a un danno all’erario, a una concorrenza sleale alle imprese e a una truffa ai consumatori talvolta ignari di acquistare prodotti contraffatti, ma anche all’indebolimento di intere filiere vitali per il made in Italy.” 

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