Accumulatori seriali di animali: interviene l’ATS

2 sopralluoghi dell’ATS hanno messo in luce condizioni di vita raccapriccianti di persone che accumulano in maniera incontrollata cose e animali di affezione (cani, gatti, uccelli, roditori, etc). Sono i...

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2 sopralluoghi dell’ATS hanno messo in luce condizioni di vita raccapriccianti di persone che accumulano in maniera incontrollata cose e animali di affezione (cani, gatti, uccelli, roditori, etc). Sono i compulsive hoarders, persone che sviluppano un intenso bisogno di accumulare ogni tipo di oggetto, non volendo disfarsi di nulla, nemmeno dell’immondizia.

Le case degli accumulatori divengono delle vere e proprie discariche, nelle quali le stesse persone non riescono più a vivere, gli oggetti ed i rifiuti arrivano ad occupare tutte le zone vitali (bagno, cucina, letto), rendendole inaccessibili ed inutilizzabili, con gli ovvi problemi di igiene che ne derivano. Una variante degli accumulatori compulsivi è rappresentata dagli “animal hoarders”, vale a dire soggetti che accumulano in modo incontrollato animali da compagnia quali cani, gatti, uccelli, roditori… (nell’ordine delle decine e anche delle centinaia), con le ovvie problematiche legate alla incapacità di fornire loro ambiente e cure adeguate.

In questo caso, essendo “l’oggetto accumulato” un essere vivente,  le conseguenze del disturbo si aggravano. Agli animali coinvolti vengono a mancare i requisiti minimi di benessere, ovvero un alloggio adeguato per spazio, cibo ed acqua sufficienti, le cure veterinarie necessarie e condizioni igieniche appropriate sia per l’animale che per la persona. Gli animali detenuti sviluppano seri problemi di salute, di malnutrizione e di grave sofferenza psichica. Gli accumulatori compulsivi negano tale realtà: pur non potendo garantire uno standard minimo di benessere, sono terrorizzati dall’idea che gli animali restino senza di loro. Inconsapevoli del maltrattamento che perpetuano, troppo spesso il loro comportamento porta alla morte dell’animale.

Non bisogna commettere l’errore di confondere la patologia (Animal Hoarding) con una eccessiva dimostrazione di amore per gli animali. Il Servizio di Igiene Urbana Veterinaria del Dipartimento Veterinario dell’ATS della Brianza è stato coinvolto, solo nell’ultimo mese, in due casi in cui erano interessati “accumulatori di animali”. Si tratta di interventi delicati che prendono il via in seguito a segnalazioni di privati cittadini ai Sindaci dei Comuni interessati, di inconvenienti igienici legati alla presenza di animali (odori fastidiosi di feci ed urina, escrementi che invadono le parti comuni delle abitazioni, disturbo acustico). L’intervento si sviluppa poi coinvolgendo vari enti e forze dell’ordine. Oltre al personale Veterinario del Dipartimento Veterinario vengono attivati: i servizi sociali delle Amministrazioni comunali, la Polizia Locale, fino all’attivazione, rispetto alla gravità della situazione contingente, degli operatori del Servizio di Urgenza-Emergenza Sanitaria (112).

In tutti i casi, gli scenari che si sono svelati ai nostri occhi sono difficili da dimenticare: cumuli di cose, abbigliamento, stracci ed immondizia di ogni genere rendevano impossibile l’accesso ai locali ed anche l’utilizzo degli spazi per la destinazione originaria; gli appartamenti erano spesso privi delle necessarie forniture domestiche (acqua, gas, corrente elettrica), essenziali per un livello di vita appena dignitoso. I pavimenti erano cosparsi di feci e urina dei numerosi animali detenuti (per lo più gatti). L’odore, non facile da descrivere, invadeva i locali fino al punto da rendere impossibile la permanenza negli stessi per periodi prolungati. Gli animali detenuti si presentavano in stato di malnutrizione e con evidenti sintomi di sofferenza, negli appartamenti, in alcuni casi, sono state rinvenute casse di animali.

In base alla valutazione del benessere, gli animali vengono ricoverati presso le strutture sanitarie dell’ATS e sottoposti alle dovute e necessarie cure veterinarie. Gli “hoarders”, se necessario, vengono affidati alle cure dei professionisti medici più appropriati. La cosa che più colpisce negli atteggiamenti di queste persone è che, nonostante la situazione di precarietà e di disagio in cui versano, mostrano preoccupazione e spiccata ansia più per gli animali che non per la propria salute.

“Il numero di casi segnalati all’anno è di una decina, quindi relativamente basso, ma sicuramente risultano sotto stimati rispetto ai casi reali, in quanto l’ATS rileva il problema solo a seguito di segnalazione di inconveniente igienico causato da animali, per i forti odori molesti che provengono da queste abitazioni e non sempre gli esposti ci arrivano. Riteniamo però importante segnalare e questa casistica poichè emergente e con forte risvolto sociale.”

“Vorremmo qui sottolineare che immedesimarsi nella mente di tali persone per un eccesso di comprensione o addirittura di pietà equivale a diventare complici di un meccanismo deleterio e distruttivo. La soluzione non è quindi sostenerle con aiuti sporadici, ma riconoscere il problema e segnalarlo senza esitazione alle Autorità Competenti. È questo l’atteggiamento su cui vogliamo sensibilizzare, ed in particolare rendere noto che il personale Veterinario dell’ATS Brianza è impegnato in interventi multidisciplinari anche in questi casi di disagio sociale, sia per il benessere delle persone che per quello degli animali coinvolti”.

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